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ITALICUM: COME SI VOTERA’ NELL’EST TICINO

L’ambizione di riscrivere le regole del gioco democratico, che chiudesse il troppo lungo periodo della transizione al secondo tempo della Repubblica, si sta concretamente realizzando. Giovedì 30 Luglio è in calendario alla Camera il D.Lgs. n. 189 del Governo che, come prescritto dall’Art. 4 dell’Italicum, definirà i prossimi collegi elettorali plurinominali per l’elezione dei deputati della Repubblica. Con questo provvedimento, inoltre, si raggiunge l’obiettivo di rispondere positivamente alla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale il "porcellum", considerato una “porcata” dal suo stesso ideatore, il Senatore leghista Roberto Calderoli, e renderà così riconoscibili dagli elettori i candidati alle elezioni politiche del Parlamento della Repubblica. Con questo decreto, il Governo, ha suddiviso il territorio nazionale in 20 circoscrizioni elettorali (corrispondenti alle regioni) e in 100 collegi plurinominali (omogenei e mediamente di 600.000 abitanti, con una tolleranza del 20% in più o del 20% in meno). La Lombardia è stata suddivisa in diciassette collegi plurinominali, l’area metropolitana milanese in cinque e la città di Milano in due. Il collegio plurinominale Lombardia -­‐ 13, comprende i comuni dal basso Est-­‐Ticino, fino ai confini del Naviglio Martesana a sud-­‐est della città di Milano e dal Parco del Ticino a quasi tutto il Parco Agricolo Sud Milano (vedi grafica). La mezzaluna a sud del comune di Milano, è un collegio di 645.354 abitanti, con una superficie molto estesa e caratterizzata da un’antropizzazione umana ancora molto agricola e con presenze industriali a macchia di leopardo. Oltre i comuni della prima cintura urbana su Milano, gli altri sono ancora riconoscibili e distinti, avendo preservato ampi territori agricoli. La scelta di costituire il Parco Agricolo negli anni ’80 del secolo scorso, è stata profetica ed ha ostacolato la feroce urbanizzazione avvenuta nella parte nord di Milano. Dal punto di vista strettamente politico, questa riforma elettorale si pone diversi obiettivi, perseguiti da molte maggioranze nel primo e secondo tempo della Repubblica, ma mai raggiunti. Con l’approvazione in Parlamento di questo decreto finalmente si raggiungono gli obiettivi di quella "democrazia compiuta" di “Ruffilliana” Memoria:

1. Il primo: "quello di ridare lo scettro", ridare la scelta ai cittadini di votare un partito che vince o perde senza la mediazioni partitiche successive alle elezioni e scegliere la maggior parte dei parlamentari ora riconoscibili al momento del voto, in collegi omogenei e di media grandezza.

2. La doppia preferenza poi, se esercitata, dovrà essere obbligatoriamente di genere diverso. Questa opportunità introduce concretamente la possibilità di introdurre nella rappresentanza democratica politica istituzionale le pari opportunità di genere. La definizione dei nuovi collegi compie l’atto conclusivo della riforma elettorale dell’Italicum, un sistema elettorale come tutti gli altri non perfetto, ma il più vicino alla visione di una democrazia compiuta e dell’alternanza che avvicina di più i cittadini alle istituzioni, che aspettavamo da trent’anni! Dopo molto tempo, come altri problemi irrisolti, questa è davvero la volta buona! Certamente il quadro sarà completo con la riforma costituzionale per l’abolizione del bicameralismo perfetto Camera-­‐Senato, ma questa sarà legge a Settembre, per ora buone vacanze.

On. Francesco Prina

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