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LAVORO, RIZZOLI: 102 MILIONI PER FORMARE E OFFRIRE NUOVE OPPORTUNITA’ AI DISOCCUPATI CHE ADERISCONO A ‘DOTE UNICA’

4 FASCE DI AIUTO PERSONALIZZATE CON PROPOSTA REGIONE LOMBARDIA. TRA IL 2016 E IL 2018 120.000 PERSONE HANNO TROVATO UN IMPIEGO

(mi-Lorenteggio.com) Milano, 12 dicembre 2018 – Con uno stanziamento di 102 milioni di
euro, la Giunta regionale ha deliberato l’avvio della terza fase
della Dote Unica Lavoro (DUL), la misura regionale che
accompagna le persone nella ricerca attiva di un lavoro, con
servizi personalizzati e proporzionati sulla base dei singoli
fabbisogni formativi e professionali.

CONFERMATA L’UNIVERSALITA’ DELLA MISURA – Erogata da operatori
accreditati regionali sia pubblici che privati, che vengono
scelti liberamente dai destinatari, la Dote si conferma
strumento universale di sostegno alle persone. Possono
beneficiarne i disoccupati, sia percettori sia non percettori di
indennità di disoccupazione e tutti i lavoratori coinvolti in
cassa integrazione che necessitano di un reinserimento o di una
riqualificazione.

COMPLEMENTARIETA’ E INTEGRAZIONE CON LE MISURE NAZIONALI –
“In continuità con la precedente fase – ha spiegato l’assessore
Rizzoli – la nuova Dote Unica Lavoro rafforza la sua
complementarietà con le misure nazionali, così da garantire una
più efficace distribuzione degli interventi e delle risorse
pubbliche con cui vengono finanziati”.

“Infatti, per evitare duplicazioni e garantire assistenza alla
più ampia platea di beneficiari – ha proseguito – l’accesso alla
politica regionale viene modulato sulla base delle analoghe
misure attivate a livello nazionale: va in dissolvenza rispetto
a misure che coprono determinate platee, come nel caso della
Garanzia Giovani, e va in integrazione nel caso di misure che si
rivolgono a determinati target, come nel caso dell’Assegno di
ricollocazione circoscritto ai percettori di NASpI (Nuova
Assicurazione Sociale per l’Impiego) da oltre 4 mesi”.

PERSONALIZZAZIONE DEI SERVIZI – È stata anche confermata la
consolidata modalità dei panieri personalizzati di servizi, a
seconda di quanto le persone siano distanti dal mercato del
lavoro.
Il valore del paniere dei servizi viene determinato tramite un
rinnovato modello di profilazione (‘profiling’) che tiene conto
del genere, dell’età e della carriera lavorativa del singolo
disoccupato.

QUATTRO FASCE DI AIUTO – Le fasce di aiuto del nuovo sistema di
profilazione sono 4 e prevedono un intervento concentrato sulle
persone con maggiore bisogno di accompagnamento. Ciascun
disoccupato avrà la possibilità di fruire di panieri
diversificati di servizi di orientamento, formazione e
inserimento lavorativo, definiti in base all’effettivo
fabbisogno: il valore della dote varia in relazione alla
difficoltà della persona, fino a un massimo di 4.500 euro per la
fascia di maggiore intensità di aiuto.

RISULTATI POSITIVI DELLE POLITICHE ATTIVE DI REGIONE LOMBARDIA –
L’approvazione degli indirizzi operativi per la terza fase della
Dote Unica Lavoro conclude un ciclo di programmazione delle
risorse comunitarie che ha visto la Lombardia raggiungere
risultati importanti sul fronte delle politiche attive per il
lavoro.

TRA IL 2016 E IL 2018 AVVIATE AL LAVORO 120.000 PERSONE – Nella
prima fase di attuazione della misura (2013-2015), con un
investimento di 62 milioni di euro, su 82.217 persone prese in
carico, 57.275 sono state avviate al lavoro, corrispondente
all’81% dei 70.767 disoccupati che hanno scelto percorsi di
inserimento lavorativo.
Nella seconda fase (2016-2018), sono stati stanziati ben 180,7
milioni di euro per un totale di 169.313 beneficiari. I
risultati occupazionali sono migliorati: il 95% delle 126.328
persone che hanno attivato percorsi di inserimento lavorativo è
stato collocato nel mercato del lavoro. In questa stessa seconda
edizione, la Dote Unica Lavoro ha previsto anche una specifica
declinazione per le persone in condizioni di svantaggio
economico, che hanno avuto accesso a percorsi intensivi di
inserimento lavorativo uniti all’erogazione di un’indennità di
partecipazione (Progetto di inserimento lavorativo, PIL) al
termine dei quali 5.702 soggetti sono stati avviati al
lavoro.

Con la nuova DUL, il rimborso
all’operatore dei servizi di orientamento e formazione sarà
maggiormente subordinato alla stipula di un contratto di lavoro,
così come l’attribuzione del budget ai singoli operatori sarà
correlata alla loro capacità di assicurare una significativa
efficacia, misurata in termini di contratti di lavoro stipulati,
con particolare attenzione per le fasce più deboli.

Nello specifico, una parte del rimborso per i servizi erogati
sarà riconosciuta all’operatore solo al raggiungimento del
risultato: un rapporto di lavoro di almeno 6 mesi o l’avvio di
un’attività imprenditoriale; oppure, per le persone più in
difficoltà, anche l’avvio di un tirocinio di inserimento
lavorativo.

I servizi di inserimento lavorativo saranno invece riconosciuti
all’operatore solo a seguito di un risultato occupazionale, a
partire dalla fascia di media intensità di aiuto. Mentre nella
fascia più bassa saranno riconosciuti soltanto i servizi di
orientamento, individuale o di gruppo, finalizzati a rendere la
persona più autonoma nel percorso di autoimpiego, solo a
condizione che questa attività sia seguita da contratti di
lavoro di durata minima di 12 mesi.

‘SBUROCRATIZZAZIONE’ PROCEDURE DI RENDICONTAZIONE – La terza
edizione della DUL si caratterizzerà anche per una incisiva
revisione delle procedure di rendicontazione, di controlli e di
liquidazione dei rimborsi riconosciuti agli operatori sulla base
dei loro risultati conseguiti in termini di contratti di lavoro
effettivamente stipulati.
Le dichiarazioni richieste nelle precedenti edizioni saranno
prevalentemente sostituiti con controlli automatizzati,
sgravando gli operatori dal produrre dati già in possesso
dell’amministrazione regionale.

In questo modo, sarà più facile l’incrocio delle informazioni
per rilevare eventuali errori o distorsioni nell’utilizzo della
politica regionale, anche sulla base degli esiti dei diversi
audit comunitari degli ultimi 5 anni.

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