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Coronavirus. A Rozzano lo smart-working è una realtà per i dipendenti del Comune

Prima amministrazione del sud Milano ad introdurre il lavoro agile, il Comune di Rozzano apre la possibilità di lavorare da casa ai lavoratori in questo momento di emergenza sanitaria.

Rozzano, 10 marzo 2020 – Il lavoro ai tempi del Coronavirus? Diventa smart-working. E’ questa una delle soluzioni adottate dal Comune di Rozzano per far fronte all’emergenza da Covid-19, il virus che ha messo in ginocchio la Lombardia. Giusto il tempo di organizzarsi ed ecco che da ieri il Comune è pronto ad attivare quella che si prefigura come una vera e proprio rivoluzione nel mondo del pubblico impiego.

“Ci troviamo ad affrontare un momento storico complicato, che con i suoi limiti e le prescrizioni imposte condiziona inevitabilmente la nostra vita sociale e lavorativa – spiega il sindaco Gianni Ferretti – Come amministrazione siamo impegnati su più fronti per evitare la diffusione del contagio, riducendo al minimo i rischi per la nostra comunità. Allo stesso tempo abbiamo il compito di continuare a garantire i servizi pubblici e tutelare le persone che li garantiscono. Per questo abbiamo deciso di adottare questo strumento che, grazie alle nuove tecnologie, ci permetterà di andare incontro alle esigenze di molti lavoratori.”

Primo comune del sud Milano ad attivare questa nuova e rivoluzionaria formula, lo smart working – o lavoro agile – potrà coinvolgere fino a un massimo del 20% del personale. Sarà applicata in forma sperimentale, ma ciò non toglie che, se i risultati saranno soddisfacenti, la misura varrà anche per il futuro per tutte le situazioni di migliore conciliazione vita-lavoro-famiglia.

In questo primo step, la cui accelerazione è stata dettata dal momento di criticità che i comuni della Lombardia stanno attraversando, è stato pensato per i famiglie che hanno bimbi piccoli o persone fragili che necessitano di assistenza continua e ai loro familiari, dato il momento difficoltà che vivono a causa della chiusura delle scuole e delle residenze di cura.

“Lo smart-working – prosegue il primo cittadino – è soprattutto un cambiamento di cultura organizzativa, un patto di lealtà e reciproca collaborazione tra il datore di lavoro e il lavoratore, un investimento sulla professionalità e responsabilizzazione di quest’ultimo; in definitiva, è una scommessa che vogliamo fare per migliorare l’organizzazione del lavoro conciliandola con la vita familiare ed il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori.”

Non potranno usufruire dell’agevolazione i lavoratori che, per lo svolgimento delle loro mansioni devono essere a contatto con il pubblico, che si occupano del controllo del territorio o dei trasporti. I parametri che caratterizzeranno lo smart-working sono: la flessibilità, l’autonomia nella scelti di spazi, orari e strumenti di lavoro e la possibilità di valutare la performance lavorativa in base ai risultati e ai livelli di servizio più che sulla presenza o sull’adempimento di procedure standardizzate.

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