(mi-lorenteggio.com) Milano, 16 settembre 2021. La street art sbarca al MUDEC, in pianta stabile, in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione “Milano globale. Il mondo visto da qui”, un racconto in cui le storie dei singoli si intrecciano ai grandi processi storici globali.
Dopo un anno dal blitz artistico e pacifico che vide installare un manichino della minorenne eritrea sulle ginocchia della statua di Montanelli, la riproduzione di quella installazione, è esposta, da oggi, 16 settembre, nell’ambito dell’esposizione permanente al MUDEC. L’esposizione etnografica permanente riguarda le violenze dell’età coloniale e le fatiche, ma anche le normalità, delle vite contemporanee, i nuovi italiani/e, i nuovi sguardi sulle icone e le avventure nazional militari del passato.
Molte istituzioni museali pubbliche europee e internazionali, negli ultimi anni, hanno arricchito le proprie collezioni con opere di street art e arte pubblica (si pensi al British Museum di Londra, al London Museum, agli Uffizi di Firenze). Quella del MUDEC, con l’opera di Cristina Donati Meyer, rappresenta uno dei primi, coraggiosi, esperimenti nel nostro Paese.
“L’anno scorso, non era mia intenzione deturpare il monumento, anzi. Quella statua ha avuto, dopo oltre un decennio, un ruolo fondamentale per riaccendere una discussione e una riflessione, mai fatta in Italia, su cosa significò l’invasione e colonizzazione italiana in Etiopia, Eritrea, Somalia, Albania e Libia. Gas chimici sulle popolazioni civili, bombardamenti, stupri, stragi, schiavizzazione di ragazze e bambine, acquistate dalle famiglie, sottrazione di beni artistici e monumentali, risorse e terre. Dovremmo essere tutti grati a Montanelli e al suo monumento, il quale, fungendo- in taluni casi da capro espiatorio – ha consentito alle italiane e agli italiani di conoscere e fare i conti con un passato discutibile: quello delle guerre e delle aggressioni coloniali del fascismo”, afferma Cristina Donati Meyer.
Foto: Fotogramma Milano
V.A.