16 C
Milano
lunedì, Maggio 6, 2024

Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

Bonifica Coperture Amianto in Lombardia: Come funziona?

Milano, 7 novembre 2021 – Durante il secolo scorso, grazie all’impulso portato avanti dal boom economico, la necessità di introdurre materiali destinati alla costruzione di edifici si fece sempre più impellente. Questo anche in relazione alla difficoltà di individuare prodotti che avessero un uso trasversale in edilizia. In uno scenario come questo l’introduzione dell’Amianto si rivelò come una scelta intelligente, che era in grado di unire qualità fisico-chimiche molto interessanti, capaci di rendere questo materiale, oltre che estremamente usabile, anche molto semplice da reperire.

Perché l’Amianto è pericoloso?

Come anticipato in precedenza l’Amianto, proprio in virtù delle sue interessanti qualità tecniche, veniva usato con una notevole frequenza.
Per comprendere come mai questo materiale fosse così pericoloso, è necessario soffermarsi sulla sua struttura interna: l’Amianto è una sostanza che in natura si presenta sotto forma di fibra. I filamenti che lo compongo, oltre che essere estremamente fini e maneggevoli, sono anche molto resistenti, ma hanno la caratteristica di, in caso di frattura, dividersi in senso longitudinale piuttosto che in senso trasversale.
La cancerogenicità della sostanza risiede propria nella composizione e nella struttura delle sue fibre che, se entrate in contatto con l’apparato respiratorio di un soggetto sono in grado di arrecare danni anche molto seri comportando, anche a distanza di numerosi anni, fenomeni quali carcinomi polmonari resistenti ai trattamenti farmacologici.

Come riconoscere un prodotto che contiene Amianto?

Oggi sappiamo con certezza che la composizione e la presenza dell’Amianto all’interno di questi lavorati variava in modo considerevole. Vi erano infatti prodotti che ne contenevano appena il 10% e altri invece che ne venivano realizzai con il 100%.
Per individuarlo solitamente, nel caso in qui la sua localizzazione non fosse possibile “a vista” si procede con delle analisi preliminari che consentano di individuare l’effettivo stato dello stesso.
L’Amianto infatti diventa pericoloso quando comincia a sbriciolarsi, e non quando è nella sua forma integra ed originale. È per questa ragione dunque che solitamente la sua individuazione avviene per semplice osservazione: i prodotti in Amianto infatti nei punti di taglio o di rottura, mettono in chiara evidenza le fibre che assomigliano, dal punto di vista morfologico, a della semplice lana. Se queste vengono alla luce, è necessario procedere quanto prima con le operazioni di rimozione in sicurezza, affidandosi ad una ditta specializzata che si occupa di bonifica amianto.

Come avviene la bonifica dell’Amianto in Lombardia?

L’Amianto, soprattutto quando comincia a sbriciolarsi, diventa un materiale molto pericoloso per la salute umana. È per questa ragione dunque che deve essere rimosso in sicurezza, in modo da limitare per quanto possibile il rilascio di polveri nell’aria.
La bonifica dell’Amianto è una procedura molto complessa che, proprio in relazione alla pericolosità della sostanza, deve essere eseguita con grande attenzione e cura. Si procede solitamente con la limitazione e la segnalazione dell’area di lavoro, oltre che, ovviamente, con il suo sgombero.
Successivamente, per cercare di incapsulare per quanto possibile il materiale, si procede stendendo uno strato di vernice isolante di un colore acceso (solitamente rosso).
Questo serve per, oltre che incapsulare la sostanza, anche, e forse soprattutto segnalare la sua presenza in modo chiaro.
Successivamente si procede solitamente con la rimozione e il deposto all’interno di contenitori specifici che siano in grado di “isolarne” il contenuto.
La regione Lombardia, conscia della necessità di incentivare la rimozione in sicurezza di questo materiale molto pericoloso, ha deciso, in autonomia, di approvare un bando per la rimozione e, successivamente, lo smaltimento di manufatti realizzati in Amianto in totale sicurezza. Secondo quanto riportato nel testo, la Regione sarà in grado di accollarsi le spese di smaltimento fino al 50% del costo complessivo dell’opera, con una soglia massima di spesa di 15.000 euro. Insomma, una proposta decisamente interessante per incentivare, per quanto possibile ovviamente, la rimozione di un materiale dall’elevata pericolosità come questo.

L. M.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Ads -
2,585FansMi piace
160FollowerSegui
0IscrittiIscriviti

Ultime news

- Ads -