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Paziente sveglio e anestesia spinale per la rimozione del cancro alla prostata

La tecnica applicata al San Gerardo

(mi-lorenteggio.com) Monza, 22 giugno 2023 – L’équipe di Urologi dell’ospedale San Gerardo, diretta dal dott. Marco Grasso, ha pubblicato sull’ “Archivio Italiano di Urologia ed Andrologia”, importante rivista espressione di diverse società scientifiche e censito sulle più importanti Libraryscientifiche mondiali, un articolo in cui si segnala la sicurezza e l’efficacia dell’anestesia spinale nell’intervento di Prostatectomia radicale retropubica open.

La peculiarità di questo articolo è rilevante, considerando che ad oggi tale tecnica viene
usata di routine all’ospedale San Gerardo.

L’équipe del San Gerardo, in sostanza, esegue un intervento tra i più complessi della
chirurgia urologica con il “paziente sveglio” con conseguenti positive ricadute sulla velocità
di recupero post operatoria e sullo stato psicofisico del paziente.

tale approccio nasce lontano quando il dott. Grasso, giovane urologo aiuto del prof. Patrizio
Rigatti, primario dell’Istituto San Raffaele di Milano, si trovò a competere con una patologia
fino a quegli anni non curata chirurgicamente, dando il proprio contributo allo sviluppo di
una innovativa tecnica chirurgica.

Una progressione costante migliorativa, portata avanti parallelamente alla ricerca con lo
sviluppo di una sempre più precisa conoscenza della patologia da trattare, ha portato il prof.
Grasso e il suo gruppo a contributi scientifici di rilevanza mondiale quali l’estrazione dell’RNA
dell’antigene prostatico specifico nei linfonodi fuori dai campi abituali chirurgici, all’utilizzo
del radioisotopo Tecnezio 99 per tracciare intra-operatoriamente i linfonodi di drenaggio
primario.

Questo ha consentito, con l’esperienza di migliaia di interventi, lo sviluppo di una tecnica
che ha sempre comportato una estesa asportazione dei linfonodi pelvici e una rimozione
della prostata radicale ma molto rispettosa dei criteri anatomici tesi a preservare totalmente
la continenza urinaria del paziente.

La tecnica utilizzata vede nella serie descritta nell’articolo un tempo chirurgico medio di soli
96 minuti con ridottissime perdite ematiche, così rendendo possibile l’utilizzo dell’anestesia
locoregionale/spinale (che non è gestibile per tempi chirurgici più lunghi o elevate perdite
ematiche).

“Ho ritenuto utile comunicare questa esperienza – sottolinea il dott. Grasso – per spiegare
che c’è la possibilità di guarire chirurgicamente un malato di cancro prostatico senza l’utilizzo
dell’anestesia generale”.

V.A.

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