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Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

In Duomo mons. Michele Di Tolve è stato ordinato Vescovo: sarà Ausiliare della Diocesi di Roma e Rettore del Seminario della stessa Diocesi: lo stemma

(mi-lorenteggio.com) Milano 2 settembre 2023 – Si è da poco conclusa in Duomo la celebrazione eucaristica in cui mons. Michele Di Tolve ha ricevuto l’ordinazione episcopale. Scelto lo scorso 26 maggio da Papa Francesco come Vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, e successivamente nominato Rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, mons. Di Tolve ha ricevuto la consacrazione episcopale per l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, del Cardinale Angelo De Donatis, Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, e di mons. Luca Raimondi, Vescovo ausiliare della Diocesi ambrosiana. Sull’altare i Cardinali Oscar Cantoni, Vescovo di Como, e Francesco Coccopalmerio, e numerosi altri Vescovi. Circa 200 i sacerdoti presenti.

Gremite anche le panche del Duomo, con la partecipazione – oltre che di parenti e amici – dei fedeli giunti dalle parrocchie che hanno avuto un legame particolare con il neo-vescovo (Lainate, Novate Milanese, Cassina de’ Pecchi, Rho). Insieme alla Cappella musicale del Duomo, ha animato la liturgia un gruppo di circa 100 coristi provenienti anch’essi dalle parrocchie dei paesi citati. 

Mons. Michele Di Tolve, sacerdote ambrosiano ordinato nel 1989 dal Cardinale Carlo Maria Martini, dopo alcune esperienze come vicario parrocchiale e il periodo in Curia da responsabile del Servizio diocesano per l’Insegnamento della Religione Cattolica e del Servizio per la Pastorale Scolastica, è stato, dal 2014 al 2020, Rettore del Seminario arcivescovile di Milano. Dal 2020 era parroco delle chiese di S. Giovanni Battista a Rho (MI) e di Sant’Ambrogio ad Nemus a Passirana Milanese di Rho (MI). 

Nella sua omelia, ispirata alle letture della Messa, l’Arcivescovo Delpini ha ricordato come «il ministero del vescovo e della Chiesa intera assume la concretezza storica di accogliere l’amicizia di Gesù e la sua gioia. Portare la pienezza della gioia a un popolo senza sogni che si accontenta di molto meno può essere una prova insostenibile se la pienezza della gioia non si alimenta dell’amicizia con Gesù». Rivolgendosi a mons. Di Tolve, l’Arcivescovo ha poi aggiunto: «Sappiamo che non ti spaventano le fatiche e le responsabilità. Ma in questo tempo in cui abita un popolo senza sogni, non il profeta solitario, non l’eroe protagonista, ma solo una comunità cristiana che vive intensamente la comunione con il Dio dei padri, solo una Chiesa santa, lieta, radunata nel celebrare i santi misteri può farsi carico della speranza dell’umanità e annunciare il compimento delle promesse di Dio».

Prima della benedizione finale, dopo avere percorso tra gli applausi la navata principale per salutare i presenti, è intervenuto dall’altare lo stesso mons. Di Tolve «Ti ringrazio Dio per la tua Chiesa – ha detto tra l’altro -: solo grazie a lei ho potuto conoscerti, ho compreso che la vita è vocazione e fatto esperienza della tua tenerezza. Grazie per papa Francesco, testimone della tua vicinanza di tenerissimo padre ed esigente maestro. Grazie per la Santa Chiesa ambrosiana, a cui devo tutto: qui sono nato, ho ricevuto il dono del battesimo, ho imparato a non fare della vita un tesoro geloso. Grazie per l’Arcivescovo Mario, per l’esempio della sua dedizione e per la Parola che ci ha spezzato oggi». Lungo l’elenco delle persone a cui il neo vescovo a rivolto il suo grazie: dai familiari ai giovani incontrati nelle esperienze oratoriane, dai fedeli delle parrocchie in cui ha svolto esperienze pastorali agli insegnanti di religione incontrati nella sua esperienza in Curia, dalle persone giunte da Roma per la celebrazione ai vescovi presenti, dai seminaristi accompagnati come Rettore a Venegono ai compagni di ordinazione presbiterale. 

“Perchè andiate e portiate frutto” è il motto, tratto dal Vangelo secondo Giovanni, scelto da mons. Di Tolve. 

Presentazione dello stemma di S.E. Mons. Michele Di Tolve

Vescovo titolare di Orrea, Vescovo ausiliare di Roma.

            Lo stemma episcopale basato sulle regole e i simboli dell’araldica è un linguaggio visivo per comunicare attraverso immagini e segni, identità o messaggi ideali. Ogni nuovo vescovo, nel solco di una radicata tradizione iconografica e simbolica della Chiesa, provvede anche alla creazione di un proprio stemma che oggi si può intendere come un mezzo visivo a cui affidare un proprio messaggio ideale per esprimere aspetti della propria vocazione o indirizzi del proprio ministero, e, nel contempo, essere il necessario suggello di atti amministrativi o documenti pastorali che la funzione vescovile richiede.

            Nel caso dello stemma adottato da Mons. Michele Di Tolve come nuovo Vescovo ausiliare di Roma l’insegna si ispira nei simboli scelti e nella composizione al motto “Perchè andiate e portiate frutto”: «(Gv. 15,16)

            Nello stemma innanzi tutto è evocata la figura di Cristo con la Sua croce da cui nascono e si diffondono i suoi frutti, quelli eucaristici, il grappolo d’uva e la spiga di grano, e un ramo d’ulivo simbolo dell’olio santo per l’unzione e per la consolazione. Solo Gesù, il Crocifisso Risorto, è l’origine e la fonte della vita della Chiesa. Al di sopra volano tre api; sono simbolo della Chiesa di Milano, chiesa di origine del Vescovo Michele, evocando la figura di Sant’Ambrogio nel suo “miracolo delle api” avvenuto da bambino con gli insetti che posandosi sulla sua bocca portandovi miele furono segno della sua futura dolce eloquenza. Ma le api che portando il polline permettono la nascita di frutti e fiori, sono il simbolo “dell’andare e portare frutto”. La Chiesa raggiunta dallo Spirito Santo, dono del Cristo Risorto, è inviata ad essere missionaria dappertutto e verso tutti, per offrire la Parola che salva e i frutti della Pasqua di Gesù: la Sua misericordia e la vita nuova che nasce dall’incontro con Lui.

      Nella parte superiore dello scudo la croce Tau ricorda San Francesco d’Assisi, che nella vita del Vescovo Michele è stata una figura spirituale di riferimento e ricorda anche la sua Parrocchia d’origine in cui è cresciuto nella fede e in cui ha ricevuto il dono della vocazione al Presbiterato. Il cuore ardente è simbolo di San Filippo Neri a cui va la devozione e il ricordo del titolare dello stemma per due ragioni: San Filippo Neri è stata una figura sacerdotale di riferimento per la Sua dedizione ai ragazzi e ai giovani, nell’Oratorio. La missione pastorale affidata dalla Chiesa al Vescovo Michele è stata sempre contrassegnata dalla presenza in mezzo ai ragazzi e ai giovani. La seconda ragione è che San Filippo Neri è il co patrono di Roma, Diocesi nella quale sarà Vescovo Ausiliare, l’inizio di un vincolo speciale con questa Chiesa. Inoltre, il Santo Padre, ha scelto proprio il 26 maggio per dare l’annuncio della nomina a Vescovo ausiliare di Roma. Lo sfondo azzurro presente nello stemma fa riferimento al manto di Maria Ausiliatrice, che come dice don Bosco: “ E’ Lei che ha fatto tutto!”

            La composizione dell’insegna e il suo disegno artistico si deve all’araldista Marco Foppoli (AIH), che ha redatto anche la consueta blasonatura, ovvero la descrizione tecnica dello stemma, che si riporta qui di seguito.

            Stemma di Mons. Michele Di Tolve, Vescovo ausiliare di Roma, Vescovo titolare di Orrea: d’azzurro cappato rialzato d’oro, alla croce patente dal cui centro escono in decusse tra i suoi bracci quattro rami fruttati: un ramo d’ulivo fruttato di due, una spiga di grano e due grappoli d’uva; la croce sormontata da tre api, poste 1, 2, il tutto d’oro. La cappa destra, alla croce Tau al naturale, la cappa sinistra, al cuore ardente di rosso. Motto: Perché andiate e portiate frutto. Lo scudo è distinto dagli usuali contrassegni episcopali, ovvero accollato alla croce astile d’oro e sormontato dal galero con 12 fiocchi verdi.

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