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Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

L’omelia dell’Arcivescovo nella Messa di suffragio in Duomo per mons. Giovanni Giudici

(mi-lorenteggio.com) Milano, 20 gennaio 2024 – Milano, 20 gennaio 2024 – Si è appena conclusa in Duomo la Messa di suffragio per mons. Giovanni Giudici, deceduto giovedì 18 gennaio all’età di 83 anni: sacerdote ambrosiano, insegnante, Vicario episcopale della zona di Varese, Vicario generale durante l’episcopato del cardinal Martini, Vescovo di Pavia, Giovanni Giudici – ha detto l’Arcivescovo Mario Delpini durante l’omelia – «ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, era dotato di molte qualità e si è fatto apprezzare da tutti».


In una Cattedrale affollata dalle tante persone che lo hanno conosciuto e amato, anche nei suoi incarichi come assistente diocesano dei giovani dell’Azione Cattolica e come presidente nazionale di Pax Christi, mons. Delpini ha dapprima tratteggiato le caratteristiche di coloro che ha definito i “discepoli dei preparativi”: «quelli di cui Gesù può fidarsi», «quelli che non si accontentano di eseguire e d’altra parte non si ritengono autorizzati a qualsiasi scelta», «quelli che avendo capito cosa c’è da fare, semplicemente lo fanno», che «praticano la collaborazione come il modo abituale di essere discepoli e hanno come mandato quello di preparare la Pasqua».


L’Arcivescovo ha poi così concluso l’omelia: «Del Vescovo Giovanni si possono dire molte cose. Ma in questo momento di preghiera mi sembra che si possa anche semplicemente dire che è stato un discepolo dei preparativi. Ha preparato la Pasqua. E ora si può dire che i suoi occhi si aprono su un nuovo cielo e una nuova terra e finalmente è possibile per don Giovanni finire la fatica dei preparativi e attingere alla fonte dell’acqua della vita. Ora, finalmente, può celebrare la Pasqua che per tutta la vita ha preparato».


Al termine della celebrazione mons. Delpini ha poi aggiunto: «Credo che don Giovanni vorrebbe dire un’ultima parola a ciascuno di noi: “grazie”. Grazie ai parenti e agli amici di una vita con cui ha condiviso la passione apostolica e la ricerca delle strade da percorrere come Chiesa del post Concilio, grazie alle istituzioni con cui ha sempre avuto un rapporto rispettoso e di collaborazione, grazie a chi lo ha accompagnato negli ultimi anni a Varese nelle fatiche dovute alla salute. Don Giovanni festeggiava l’onomastico a san Giovanni Bosco, il 31 gennaio, ispirandosi a un prete dedito con tutte le sue forze ai giovani e al rinnovamento della Chiesa. Perciò mi pare che anche il suo onomastico possa essere di incoraggiamento per imitare i santi preti, i santi vescovi e i santi laici che ci insegnano a essere discepoli». 


La salma di mons. Giudici verrà ora trasportata a Pavia dove lunedì 22 gennaio alle 10, in Duomo, si svolgeranno i funerali solenni.

: sacerdote ambrosiano, insegnante, Vicario episcopale della zona di Varese, Vicario generale durante l’episcopato del cardinal Martini, Vescovo di Pavia, Giovanni Giudici – ha detto l’Arcivescovo Mario Delpini durante l’omelia – «ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, era dotato di molte qualità e si è fatto apprezzare da tutti».

In una Cattedrale affollata dalle tante persone che lo hanno conosciuto e amato, anche nei suoi incarichi come assistente diocesano dei giovani dell’Azione Cattolica e come presidente nazionale di Pax Christi, mons. Delpini ha dapprima tratteggiato le caratteristiche di coloro che ha definito i “discepoli dei preparativi”: «quelli di cui Gesù può fidarsi», «quelli che non si accontentano di eseguire e d’altra parte non si ritengono autorizzati a qualsiasi scelta», «quelli che avendo capito cosa c’è da fare, semplicemente lo fanno», che «praticano la collaborazione come il modo abituale di essere discepoli e hanno come mandato quello di preparare la Pasqua».

L’Arcivescovo ha poi così concluso l’omelia: «Del Vescovo Giovanni si possono dire molte cose. Ma in questo momento di preghiera mi sembra che si possa anche semplicemente dire che è stato un discepolo dei preparativi. Ha preparato la Pasqua. E ora si può dire che i suoi occhi si aprono su un nuovo cielo e una nuova terra e finalmente è possibile per don Giovanni finire la fatica dei preparativi e attingere alla fonte dell’acqua della vita. Ora, finalmente, può celebrare la Pasqua che per tutta la vita ha preparato».

Al termine della celebrazione mons. Delpini ha poi aggiunto: «Credo che don Giovanni vorrebbe dire un’ultima parola a ciascuno di noi: “grazie”. Grazie ai parenti e agli amici di una vita con cui ha condiviso la passione apostolica e la ricerca delle strade da percorrere come Chiesa del post Concilio, grazie alle istituzioni con cui ha sempre avuto un rapporto rispettoso e di collaborazione, grazie a chi lo ha accompagnato negli ultimi anni a Varese nelle fatiche dovute alla salute. Don Giovanni festeggiava l’onomastico a san Giovanni Bosco, il 31 gennaio, ispirandosi a un prete dedito con tutte le sue forze ai giovani e al rinnovamento della Chiesa. Perciò mi pare che anche il suo onomastico possa essere di incoraggiamento per imitare i santi preti, i santi vescovi e i santi laici che ci insegnano a essere discepoli».

La salma di mons. Giudici verrà ora trasportata a Pavia dove lunedì 22 gennaio alle 10, in Duomo, si svolgeranno i funerali solenni.

Redazione

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