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DAZI SU RISO ASIATICO, ROLFI: ASPETTIAMO ATTIVAZIONE, IN LOMBARDIA 40% DEL RISO ITALIANO E 1.800 PRODUTTORI

ASSESSORE: GRAZIE AL GOVERNO PER L’IMPEGNO IN SEDE EUROPEA

 

(mi-Lorenteggio.com)  Milano, 04 dicembre 2018 –  “Mi auguro che ora la Commissione
europea attivi al più presto il ripristino dei dazi nei
confronti delle importazioni di riso dalla Cambogia e dal
Myanmar. La votazione di oggi, a maggioranza, nell’ambito del
Comitato europeo Sistema Preferenze generalizzate, conferma una
intenzione positiva. La Lombardia produce oltre il 40 per cento
del riso italiano, circa 100 mila ettari all’anno. Abbiamo 1.800
produttori che aspettano questa notizia. Ringrazio il Governo
italiano per l’impegno in sede europea e gli europarlamentari
lombardi. Questo è il risultato dell’impegno del mondo agricolo
e della rappresentanza italiana”. Così Fabio Rolfi, assessore
all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione
Lombardia, in merito all’iter riguardante il ripristino dei dazi
per il riso Indica di Cambogia e Myanmar.

EUROPA RICONOSCE I DEVASTANTI DANNI ECONOMICI – “Certo –
prosegue Rolfi – si tratta del minimo sindacale dopo anni di
sordità e distanza da parte dell’Europa. Tra il 2012 e il 2017
l’import da Cambogia e Myanmar è aumentato fino a incidere per
più del 30 per cento sulle importazioni e la produzione Ue e i
prezzi sono crollati del 40 per cento. L’Europa riconosce,
seppur con grave ritardo, i devastanti danni economici dovuti
all’importazione a dazio zero da Paesi che non rispettano i
requisiti di sicurezza alimentare e nemmeno i diritti umani. La
Regione continua il proprio impegno in difesa della produzione
lombarda, che si caratterizza in tutto il mondo per la qualità e
la sicurezza alimentare”.

RAFFORZARE CONTROLLI SU IMPORT – “Ora – conclude Rolfi – la
sfida deve essere quella di rafforzare i controlli sull’import,
perché è inaccettabile che nel nostro Paese entri riso raccolto
attraverso lo sfruttamento minorile e che venga coltivato usando
pesticidi vietati in Italia. Allo stesso tempo dobbiamo lavorare
sulla promozione e la certificazione della qualità del nostro
riso”.

 

Redazione

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