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Un museo a Gudo? Il confronto premia due idee alternative

Buccinasco (26 giugno 2007) – “Acque diverse”, presentato da Viviana Noris, Elena Rebulla e Marco Viscardi. Ma anche “Arte in campo”, dovuto ad Alessandro Marchesetti, Marco Rogledi e Samuel Silva Trovato. Sono questi i due gruppi di vincitori, a pari merito, del concorso di idee riguardante Gudo Gambaredo.
A scegliere è stata la giuria, composta dagli assessori del Comune di Buccinasco ad urbanistica, Alessandro Bianchi, e parco Sud, Marco Cattaneo, dall’architetto Giovanni Carminati in qualità di professionista e da Maurizio Panza della Compagnia dell’abitare, in rappresentanza delle proprietà.
Tutti i concorrenti provengono dal Politecnico di Milano ed hanno partecipato al laboratorio di progettazione del corso di laurea in architettura ambientale, condotto dal professor Luigi Bertazzoni. L’obiettivo era avanzare suggerimenti per riqualificare il centro storico della frazione e alcune aree limitrofe.
Gli elaborati sono stati esposti a cascina Robbiolo dal 14 al 23 giugno.

Il progetto “Acque diverse”
Intende creare un centro polifunzionale, progettando uno specchio d’acqua su più livelli, da cui emergono tre edifici. Quello più grande è occupato da un museo esperienziale dei biomi terrestri. L’ambiente della foresta tropicale pluviale occupa a tutta altezza un piano interrato di cinque metri. Nel livello superiore seguono la prateria e la savana, il deserto, luoghi che si sviluppano su altezze e pendenze diverse. Gli ultimi due livelli dell’edificio sono interessati dagli habitat freddi: la tundra, la foresta di conifere, che si estende al di fuori del volume stesso per mezzo di una piattaforma da cui nascono piante di pino, i ghiacciai. Durante la visita al museo, lo spettatore è coinvolto sensorialmente, ritrovandosi immerso in luoghi sempre nuovi ed unici, che ripropongono l’ambiente protagonista attraverso la variazione di temperatura, la vegetazione autoctona, gli odori e i rumori della natura. Attraverso una rampa si accede al piano interrato, da cui si accede agli altri due immobili, adibiti a biblioteca e ad uffici amministrativi di un’associazione ambientalista. Il piano interrato comprende servizi pubblici, quali un bar e una zona di sosta e aggregazione.
Modificato l’attuale sistema stradale, progettando due percorsi ciclo-pedonali: uno conduce al sito dei fontanili per mezzo di un taglio netto attraverso il verde; il secondo, più sinuoso, segue l’andamento naturale dei corsi d’acqua e collega i due mulini, enfatizzandone l’importanza storica.

Il progetto “Arte in campo”
Prevede l’inserimento nel tessuto urbano esistente di una nuova funzione a scala extraurbana, un polo museale di arti contemporanee. L’intervento ha come obiettivo la valorizzazione del territorio e dei suoi aspetti.
L’architettura articola una sequenza di spazi aperti e chiusi, rendendo l’edificio permeabile dall’esterno. L’elemento predominante del progetto é un piano orizzontale dove, attraverso aperture, l’aria e la luce possano entrare liberamente, creando un limite impalpabile tra esterno ed interno.
Lo spazio espositivo si apre all’ambiente circostante tramite un percorso rettilineo verso i fontanili; il terreno diventa così il “supporto” per le opere, portando i visitatori a riscoprire il paesaggio agricolo del luogo.
Lo spazio interno del museo è estremamente denso e carico di tensioni, create da lame di luce che entrano violentemente nelle sale. L’acqua caratterizza il circuito espositivo riflettendo la luce.
L’intento è portare l’arte anche al di fuori dal costruito, attraverso un percorso che si origina in prossimità della piazza del mulino e prosegue verso i fontanili, dove avranno luogo esposizioni di “land art” e arte all’aperto.

Redazione

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