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Donne, una scelta di vita

(mi-lorenteggio.com) Cesano Boscone, 03 febbraio 2008 – Nell’ambito delle iniziative per la Giornata della Memoria, in Villa Marazzi di Cesano Boscone si è tenuto un interessante Convegno venerdì sera scorso: Donne, una scelta di vita, coordinato dalla nostra battagliera Assessora Lilia Di Giuseppe che la si può definire una vera forza della natura. E quando dice che la sua scelta di vita nel campo sociale e politico, seppur faticosa, la fa stare bene, dobbiamo crederle, perché dal suo viso traspare la verità. Sono intervenute le donne impegnate nella vita politica e sociale: Nori Brambilla Pesce, partigiana e vice presidente ANPI Provinciale, Bruna Brembilla, Assessora all’Ambiente della Provincia di Milano, Susanna Camuso, Segretaria Generale CGIL Regionale Lombardia ed il Presidente dell’ANPI Francesco Longo. Erano presenti il Sindaco di Cesano Boscone Vincenzo D’Avanzo, gli Assessori Giovanni Bianco e Aldo Guastafierro. Ha aperto il dibattito Lilia Di Giuseppe affermando che questo Convegno ha un’impronta particolare perché siamo in una situazione istituzionale importante, esso rientra nel percorso della memoria che si proietta e ci porta avanti. L’ANPI ha fatto una scelta positiva nel dedicare una serata alle donne – dice la Di Giuseppe – qui al nostro tavolo abbiamo tre donne che, in campi diversi, hanno deciso di impegnarsi: la Nori Brambilla Pesce nella resistenza partigiana, Susanna Camuso nel campo del sindacato, dove per le donne è molto difficile arrivare alla dirigenza e Bruna Brembilla nel campo politico, dove è arduo arrivare ai vertici.
La ex partigiana Nori Brambilla Pesce, moglie di un uomo molto importante: Giovanni Pesce, comandante dei Gap, insignito della medaglia d’oro della Resistenza, ha parlato della sua scelta di vita nell’abbattere un nemico crudele e senza scrupoli: Ben sapendo tutte le conseguenze – dice molto emozionata Nori Brambilla Pesce – non mi accontentai di fare la staffetta, in quel momento sentivo di fare di più e chiesi di arruolarmi nella lotta armata. Purtroppo fui sfortunata perché nella brigata si era infiltrato un falso partigiano che ci ha denunciati ed io fui arrestata e poi condotta nel campo di concentramento. Forse molte di noi non sapevano di fare una scelta di vita, ma si combatteva per la libertà e per un futuro migliore.
E’ poi intervenuta la Sindacalista Susanna Camusso, donna dal carattere forte e deciso, affermando che il mondo si sta arricchendo di numerose donne che provano a giocarsi le opportunità che si presentano loro nella vita: Le donne della mia generazione sono state protagoniste di una straordinaria stagione in cui si pensava che scegliere la propria vita era possibile – afferma Camuso – giungere a questo sistema di vita è stato difficile e complicato. Penso che, dopo questa rivoluzione, ci sia ancora tanto da fare per giungere alla vera libertà della donna, per esempio dare nome alle donne invisibili.
Infine, Bruna Brembilla, Assessora alla Provincia di Milano, ha parlato del perché della sua scelta di vita, in quanto donna. La sua storia nasce da un’ingiustizia e dal desiderio di superare l’aggressione subita sul posto di lavoro. In quell’occasione, il Sindacato le ha dato l’opportunità di fare un’esperienza per superare le ingiustizie. E da li inizia il suo percorso: prima il Sindacato, poi il Partito e, infine, oggi, Assessora Provinciale. Non posso fare a meno di pensare ai problemi degli altri – afferma l’Assessora – darsi degli obiettivi, essere costretti a trovare delle risposte e le soluzioni, ti mette nella condizione di costruire la storia nel posto in cui vivi. Se non ci avessi provato, non avrei mai saputo di quanto è bello fare qualcosa per gli altri, che risulta poi un benefico boomerang. L’Assessora conclude con un messaggio forte: La storia che noi trasmettiamo deve far pensare alla memoria di conquiste sociali e politiche, ad una rete di realizzazioni forti tra le donne e non ad una separatezza fra i sessi. Ogni volta che facciamo una scelta c’è un rischio che vale la pena di affrontare.
Il Presidente dell’ANPI conclude affermando che il percorso della memoria non si deve chiudere nell’oblio.

Principia Bruna Rosco

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