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"Pretacci", l’ultimo libro di Candido Cannavò

Abbiategrasso, 11 aprile 2008  – Storie di ordinaria passione, di servizio, di altruismo. Sono quelle che Candido Cannavò, giornalista a lungo direttore della Gazzetta dello Sport, ha raccolto nel suo ultimo libro, ‘Pretacci. Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede’, edito per i tipi di Rizzoli con prefazione di Gian Antonio Stella. L’assessorato alla Cultura del Comune di Abbiategrasso organizza per martedì 22 aprile, nel convento dell’Annunciata (ore 21, ingresso libero), la presentazione del volume. Assieme all’autore ci saranno Lucia Bellaspiga, giornalista di Avvenire, don Gino Rigoldi (fondatore e presidente di Comunità Nuova), il sindaco Roberto Albetti e l’assessore alla Cultura, Beatrice Poggi, secondo la quale ’grazie a questa in iniziativa offriamo alla comunità di Abbiategrasso la presentazione di un libro pregno di significati, un compendio di storie esemplari. Un piccolo, grande spaccato di un’Italia che non sempre conquista le prime pagine o la ribalta televisiva.

IL CONTENUTO DEL LIBRO

Il viaggio in Italia c’e’ chi lo fa in pullman, chi in camper, lui l’ha fatto in treno. Per cercare i preti da marciapiede, i ‘pretacci’, quelli fuori dalle alte gerarchie del Vaticano perché dentro la sofferenza e la realtà, Candido Cannavo’, ex storico direttore della Gazzetta dello sport per 20 anni, 80 anni quasi, catanese e’ andato in giro per l’Italia convinto ad esempio che per capire davvero l’isolamento della Locride fosse necessario arrivarci con quel trenino che parte da Lamezia Terme e impiega 3 ore per 130 km. L’ex inviato di cronaca e costume, autore di due libri best seller, uno sul carcere di San Vittore un altro sull’handicap, racconta questa volta il Vangelo da combattimento, quello che parte dall’Abbe’ Pierre e da don Lorenzo Milani, pretaccio tra i più celebri, per proseguire con padre Mario Golesano che a Palermo ha scelto di prendere il posto di don Pino Puglisi, che a Brancaccio mori’ sorridendo al suo sicario o padre Alex Zanottelli che dopo aver vissuto a ridosso della gigantesca infernale discarica keniota di Korogocho è ora nell’altro girone della Sanità a Napoli. Preti in prima linea, fuori da gerarchie, da rapporti ambigui con il potere o la criminalità, preti amati e non venerati. Come Monsignor Giancarlo Bregantini, che come vescovo di Locri è stato il faro per i tanti che si battono è contro la ‘ndrangheta o come il cappellano del Beccaria, don Gino Rigoldi che cerca di aiutare i ragazzi ”venuti su un po’ storti e ha partecipato con il cuore rotto ad almeno cento funerali”, come scrive nell’introduzione Gian Antonio Stella. La lista, per fortuna, ò lunga e passa per il ricordo di don Oreste Benzi che per tutta la vita è andato a cercare le Maddalene offrendo loro un’altra vita. E don Andrea Gallo deciso a portare il Vangelo tra i peccatori e don Fortunato Di Noto, che prima di altri ha capito le trappole on line del mondo dei pedofili.

Redazione

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