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Milano. Don Gnocchi è beato

(mi-lorenteggio.com) Milano, 25 ottobre 2009 – Una bella giornata di sole con temperatura mite ha accolto i circa 50 mila fedeli, provenienti da tutta Italia, per assistere alla proclamazione di Don Carlo Gnocchi beato.
Dopo la traslazione dell’urna dalla sede della Fondazione Don Gnocchi alla chiesa di San Bernardino alle Ossa per finire con la messa in piazza Duomo, dove la Celebrazione Eucaristica con il Rito di Beatificazione, iniziata alle ore 10, è stata presieduta dall’Arcivescovo di Milano, Card. Dionigi Tettamanzi, alla presenza del Legato Pontificio monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Piazza Duomo gremita di fedeli

La procedura per la beatificazione di don Carlo Gnocchi incominciò nel 1986, trent’anni dopo la sua morte, dall’arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini. Il Santo Padre, Benedetto XVI lo scorso 17 gennaio 2009 emanò il relativo decreto, letto ufficialmente oggi: "Concediamo che il Venerabile Servo di Dio Carlo Gnocchi d’ora in poi sia chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal Diritto ogni anno il 25 ottobre".
Nel corso della santa messa, letta la formula di beatificazione, firmata dal Papa, oltre all’urna che contiene il corpo di Don Gnocchi, è stato anche scoperto lo stendardo con l’immagine del sacerdote appesa sopra il portale del Duomo, il sacerdote è stato proclamato Beato. In piazza, tra le autorità, oltre al Sindaco di Milano, Letizia Moratti, anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.
La santa messa è stata concelebrata da 211 sacerdoti, 18 vescovi e dal cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della congregazione per i Vescovi. Inoltre, diverse centinaia di scout, 216 carrozzine, mille chierichetti, oltre 15mila alpini tra cui 20 combattenti reduci della Campagna di Russia, gli stessi che condivisero con don Gnocchi l’esperienza drammatica della Prima guerra mondiale. I fedeli sono intervenuti a Milano da tutta Italia: tra i gruppi provenienti più da lontano quelli di Acerenza e Tricarico (Basilicata), Salerno e Sant’Angelo dei Lombardi (Campania), Falconara Marittima (Marche), sette pullman dalla Toscana (Firenze e Marina di Massa).

Otre al palco, in piazza Duomo, anche un maxischermo, dove in diretta da Roma, il Papa, che dal sagrato della Basilica Vaticana, dopo l’Angelus, ha salutato la folla di Milano e, ricordando don Gnocchi, ha esortato a seguire il suo motto «Accanto alla vita sempre». Il Papa ha ricordato la figura di Don Gnocchi che fu «dapprima valido educatore di ragazzi e giovani. Nella seconda guerra mondiale divenne cappellano degli Alpini, con i quali fece la tragica ritirata di Russia, scampando "alla morte per miracolo" – ha detto Ratzinger – "progettò di dedicarsi interamente ad un’opera di carità". "Così – ha aggiunto – nella Milano in ricostruzione, Don Gnocchi lavorò per ‘restaurare la persona umana’, raccogliendo i ragazzi orfani e mutilati e offrendo loro assistenza e formazione. Diede tutto se stesso fino alla fine, e morendo donò le cornee a due ragazzi ciechi. La sua opera ha continuato a svilupparsi ed oggi la Fondazione Don Gnocchi è all`avanguardia nella cura di persone di ogni età che necessitano di terapie riabilitative".

Vittorio Aggio

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