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A Rho la conferenza "L’AQUILA 2009 – Esperienza, emozione, ricordo"

(mi-lorenteggio.com) Rho, 01 aprile 2010 – La serata, proposta a INGRESSO GRATUITO, sarà animata dai volontari "Rho Soccorso Pubblica Assistenza Onlus", organizzatori dell’incontro, e da altre realtà di Rho che un anno fa hanno portato il proprio contributo ai terremotati. In particolare: Rho Soccorso, Ass. Nazionale Alpini Sez. Rho, Protezione Civile C.O.R. – Rho, Vigili del Fuoco – Comando di Rho, "La Maiella" Rho, Oratorio "San Carlo" Rho.

In realtà, il terremoto verificatosi a l’Aquila nel 2009 era stato preceduto da una serie di eventi sismici che ebbero inizio nel mese di Dicembre 2008; la scossa più significativa fu quella registrata alle ore 3.32 del 6 Aprile, seguita da altre 256 scosse durante le 48 ore successive. Il bilancio era e resta drammatico: 308 morti, circa 1.600 feriti, circa 65.000 sfollati, un danno economico stimato di circa 10.212.000.000 Euro. Il terremoto fu avvertito in un’area vasta: tutto la parte centrale dell’Italia, fino a Napoli; se la regione più colpita è stata l’Abruzzo, anche il Lazio non è rimasto esente da conseguenze, riscontrate anche in alcune zone delle Marche.

La popolazione, presa dal panico, si riversava nelle strade, come le immagini trasmesse dai media permettevano a tutti di verificare. Difficile dimenticare i volti dei feriti, di cui alcuni gravissimi, ricoverati negli ospedali più vicini (Teramo, Avezzano, Chieti, Pescara, Ancona, Roma, Rieti, Foligno, Terni), o gli occhi smarriti di chi sarebbe stato costretto per mesi a vivere nelle tendopoli allestite soprattutto dalla Protezione Civile o nelle proprie automobili o negli alberghi della costa adriatica o anche in case private; per motivi diversi, difficile anche dimenticare i volti riconoscenti delle numerose persone estratte vive dalle macerie, in alcuni casi a distanza di numerose ore dalla scossa principale.

Chi seguiva dalle proprie abitazioni gli sviluppi degli avvenimenti ha imparato ad avere dimestichezza con sigle prima sconosciute, come ad esempio C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) o M.A.P. (Moduli Abitativi Provvisori), strutture che hanno rappresentato una forma concreta di aiuto agli sfollati.

In una situazione di estrema emergenza tanti si sono attivati, recandosi sui luoghi del sisma o contribuendo dalle proprie località a raccogliere fondi e beni di prima necessità o anche organizzando iniziative per sensibilizzare in merito alle condizioni delle persone rimaste senza abitazione e private di ogni cosa. Anche il supporto psicologico non è mancato, tenendo presenti soprattutto i bambini, cui si è cercato di restituire un minimo di serenità, pur nelle condizioni anomale e difficili conseguenti al terremoto.

Dall’Italia e da moltissimi Paesi stranieri si è messa in moto una gara di solidarietà, che ha tenuto conto anche delle condizioni degli edifici più colpiti dal punto di vista artistico ( nella sola Città dell’Aquila sono crollati edifici monumentali e civili, trasformando il Centro Storico in un ammasso di macerie ) o delle scuole. Il Governo italiano aveva approvato alcune misure utili a fronteggiare l’emergenza (Decreto Abruzzo), dalla sospensione del pagamento di molte utenze a contributi economici per la famiglie in maggiore difficoltà.

La Città di Rho non è rimasta insensibile alla grave situazione, attivandosi sia sul fronte istituzionale, con un contributo di 50.000,00 Euro, sia tramite l’associazionismo e il volontariato più in generale. Numerose sono state le iniziative messe in campo per raccogliere fondi da utilizzare per aiutare i terremotati, dalle partite di calcio benefiche alle mostre e ai concerti. L’Amministrazione Comunale ha sostenuto le diverse iniziative di solidarietà a favore delle popolazioni abruzzesi, colpite dal terremoto, contribuendo a mantenere alta l’attenzione sui lavori di ricostruzione.

Tra i tanti contributi, il gruppo della protezione civile dell’Associazione "Rho Soccorso" aderente all’ANPAS è risultato localizzato, insieme ad altri, in uno dei principali campi di accoglienza della città aquilana – Campo Base Acquasanta -, situato all’interno dello stadio di rugby, e che gli interventi effettuati non sono consistiti in una semplice esercitazione, ma nel disbrigo di compiti e di funzioni delicati e complessi, come ad esempio la completa gestione delle strutture per la prima infanzia o delle tende con aule per le scuole di primo e/o di secondo grado; sono stati, inoltre, forniti servizi di supporto psicologico e posti medici avanzati.

Qualche numero può rendere più chiaro l’impegno dei 28 volontari della protezione civile di "Rho Soccorso" che si sono messi a disposizione di chi aveva bisogno: 9 s ettimane di permanenza nei luoghi del sisma; 210 giorni-uomo e 5.000 ore dedicati; 11.000 chilometri percorsi; 2 viaggi in treno (costo medio: 200,00 Euro).

Durante la serata organizzata per il 9 Aprile p.v. sarà possibile ascoltare i racconti dei volontari a un anno di distanza da quei tragici avvenimenti. Saranno ricordi ancora vivi in chi era presente in prima persona, ma che potranno interessare ed emozionare tutti coloro i quali hanno seguito con reale partecipazione l’angoscia di persone più sfortunate, che hanno perso tutto.

Un commento sull’iniziativa arriva dall’Assessore alle Politiche Sociali e Servizi alla Persona del Comune di Rho, Carolina Pellegrini:
«Si tratta di un’iniziativa in cui sono presenti quei valori di umanità e di solidarietà che condivido, a livello personale e come Amministratore pubblico. Considero, quindi, doveroso e qualificante dedicare un momento al ricordo di come si siano attivati subito i nostri volontari, in particolare quelli di Rho Soccorso, ma anche gli Alpini, i Vigili del Fuoco e tutti coloro i quali hanno fatto il possibile per restituire speranza e conforto nella situazione di desolazione, di tristezza e di insicurezza che si era venuta a creare dopo il terremoto in Abruzzo. Ringrazio con molta gratitudine chi si è dato da fare per elevare la qualità della vita della comunità locale e di tutte le persone che vi appartengono, che si tratti di una situazione di normalità o, come nel caso dell’Aquila, di una condizione straordinaria.».

Redazione

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