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Salute e alimentazione. Landi: “Risotto e cotoletta spariscono dalle tavole dei milanesi”

Milano, 9 giugno 2010 – I milanesi non mangiano più quotidianamente riso e carne, ma non rinunciano al caffè. A rendere note queste nuove abitudini dei nostri concittadini è stato oggi l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna che ha presentato a Palazzo Marino, assieme al Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, l’opuscolo “Spendo bene, mangio meglio” che indirizza a uno stile di vita sano e contemporaneamente economico.
“Per mangiare sano facendo economia – spiega l’assessore Landi di Chiavenna riferendosi ai dati forniti dai ricercatori del Centro per lo studio della moda e della produzione culturale dell’Università Cattolica – una donna deve spendere 4 euro e 13 centesimi, un uomo 4 euro e 46, meno di un bimbo di oltre sei anni per il quale si devono spendere 4 euro e 53 e di una donna anziana, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la cui spesa giornaliera arriva a 4 euro e 74. I più costosi sono gli adolescenti e le femmine più dei maschi: per le ragazze bisogna, infatti, spendere 6 euro e 26 contro i 5 e 77 per i ragazzi”.
Per quanto riguarda invece i consumi reali “i milanesi – spiega l’assessore alla Salute – hanno abbandonato il piatto più conosciuto della loro tradizione gastronomica: non mangiano quasi più riso. è, infatti, sparito dagli alimenti consumati giornalmente, come risulta da un’indagine condotta dai ricercatori della Cattolica su un campione di 119 famiglie milanesi che se rinunciano al risotto non possono fare altrettanto con il caffè che viene consumato quotidianamente dall’85,70 degli intervistati ed è seguito da latte (67,20), pane (58,50) e biscotti (39,30). Scomparsi, invece, riso e carne. Li portano in tavola quotidianamente, rispettivamente, soltanto l’8,50% e il 5,2 per cento”. La tendenza diffusa a risparmiare, infine, è confermata anche dalla scelta del punto vendita dove fare la spesa. Tutti, famiglie con o senza figli, frequentano soprattutto i supermercati. Proprio come fanno gli ultrasessantacinquenni che, costretti a fare i conti con la pensione, sono i maggiori clienti dei discount.

Redazione

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