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Lombardia. Per malati cronici telemedicina e letti tecnici

(mi-lorenteggio.com) 25 novembre 2011 –  Per il 2012 sono previsti in Lombardia 126.000 pazienti cronici. Di rado, tuttavia, viene effettuato un monitoraggio su questi malati che, spesso, hanno un percorso dinamico – e non lineare – nella cronicità. Con l’utilizzo della telemedicina potrebbero essere curati in posti letto "tecnici" invece che in quelli ospedalieri, con un decisivo risparmio di risorse e quindi con un contenimento dei costi impropri. E’ la tesi illustrata oggi dall’assessore alla Sanità della Regione Lombardia Luciano Bresciani, intervenuto alla giornata di studio ‘Il governo della continuità Ospedale-Territorio: quali condizioni per una gestione efficace del paziente subacuto e della cronicità?’, ospitata all’Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli, a Milano. Tra i partecipanti, Pasquale Cannatelli, direttore generale Azienda Opsedaliera Niguarda Ca’ Granda Milano, Sergio Harari, direttore Unità Operativa di Pneumologia, Ospedale San Giuseppe di Milano, e altri direttori tecnici e operatori del settore Sanità.

SVILUPPARE UNA RETE DI FUNZIONI – L’assessore Bresciani, dati alla mano, ha sottolineato che, a fronte di un costo di 800-1.000 euro di un letto ospedaliero, il letto "tecnico" può arrivare al massimo a 190 euro. "Da sempre – ha detto – puntiamo alla razionalizzazione dei costi e quindi all’abbattimento di quelli impropri. Nelle prossime settimane la Giunta regionale esaminerà le nuove regole che intendiamo introdurre per un miglioramento continuo della qualità del sistema sanitario e per lo sviluppo del sistema, le cui linee guida sono state condivise con tutti i soggetti interessati e, anche, con i cittadini. Questo sviluppo in chiave federalista è incentrato sulla sussidiarietà orizzontale e verticale e ha tra i suoi punti qualificanti una proposta di cambio culturale: bisogna pensare alla funzione territoriale di un ospedale e quindi, appunto, alle sue funzioni che, una volta diventate ‘nodi’, si inseriscono proprio in una nuova rete ‘di funzioni’, analoghe e sinergiche, e non più di strutture".

I PAZIENTI SUB-ACUTI – Nel corso del suo intervento l’assessore regionale si è anche soffermato sui bisogni dei pazienti sub-acuti e sulla necessità di cure, anche su questo fronte introducendo un "cambio di orizzonte culturale": in questo caso si rivelerebbe decisiva la partecipazione del paziente al suo processo di stabilizzazione. Risulta quindi determinante il passaggio dai letti ospedalieri, onerosi e non strategici, a quelli "tecnici", più economici ma anche più efficaci, perché adatti all’invio e alla ricezione di dati che consentono un monitoraggio costante.

Redazione

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