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lunedì, Maggio 6, 2024

Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

GIORNATE FAI D’AUTUNNO. IL 13 E 14 OTTOBRE VISITE SPECIALI E ITINERARI A TEMA A MILANO E IN LOMBARDIA

Un weekend in cui soffermare lo sguardo, spesso sfuggente e distratto, sulle bellezze poco conosciute e inaccessibili del nostro Paese, grazie agli itinerari tematici e alle aperture speciali proposti dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in 250 città italiane: l’occasione saranno le Giornate FAI d’Autunno, presentate questa mattina a Palazzo Marino alla presenza della vicesindaco Anna Scavuzzo, in programma sabato 13 e domenica 14 ottobre. L’evento è realizzato dai Gruppi FAI Giovani a sostegno della campagna di raccolta fondi “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva fino al 31 ottobre.

L’invito è quello a lasciarsi sorprendere dalla ricchezza del patrimonio diffuso italiano, scoprendo con occhi curiosi e da prospettive insolite centinaia di luoghi in tutte le regioni. In particolare a Milano e in Lombardia sarà possibile percorrere liberamente 19 itinerari a tema, che vedranno l’apertura di 94 luoghi solitamente non visitabili o poco valorizzati – palazzi, chiese, castelli, teatri, ville, studi privati, giardini, architetture industriali, botteghe artigiane, musei ma anche interi borghi – raccontati con lo spirito entusiasta che caratterizza i giovani.

Nove i luoghi e gli itinerari previsti a Milano che saranno visitabili nelle due giornate: Palazzo Marino, Palazzo Edison, Cantiere del Teatro Lirico, Torre della Fondazione Prada (apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco), Studio legale e Collezione Negri-Clementi (apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco), Centrale dell’acqua, Palazzo Landriani, Palazzo Litta Modignani, i luoghi dei Borromeo a Milano (apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco).

“Palazzo Marino non è nuovo alle aperture, spesso gruppi vengono accolti dalle nostre guide e ci sono anche giornate particolari, come il 2 giugno, che sono dedicate proprio a rendere trasparente la Casa dei Milanesi – commenta la vicesindaco Anna Scavuzzo –. Questa iniziativa con il FAI, però, ha qualcosa di più particolare perché si rivolge con grande attenzione ai giovani. Saranno infatti ragazzi e ragazze delle scuole di Milano che, in alternanza scuola lavoro, accompagneranno i visitatori nelle sale più belle e sarà dunque davvero interessante ascoltare come i più giovani racconteranno questo luogo centrale della città”.

Ad affiancare i gruppi di giovani volontari del FAI nell’accogliere e guidare i visitatori, ci saranno infatti più di 5000 Apprendisti Ciceroni, studenti della scuola di ogni ordine e grado che hanno scelto con i loro docenti di partecipare nell’anno scolastico a un progetto formativo di cittadinanza attiva, un’iniziativa lanciata dal FAI nel 1996, che coinvolge ogni anno studenti felici di poter vivere e raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le meraviglie del loro territorio.

Infine, in accordo con la campagna #salvalacqua che il FAI promuove per sensibilizzare i cittadini sul valore di questa risorsa preziosa, ma sempre più scarsa, quest’anno molti percorsi avranno come fil rouge l’acqua e tra i siti visitabili ci saranno numerosi mulini, terme, dighe, cisterne, centrali dell’acqua, acquedotti e depuratori.

Per informazioni:
www.giornatefai.it

MILANO Palazzo Marino Fondato nel 1558 su progetto dell’architetto Galeazzo Alessi per volontà di Tommaso Marino, ricco commerciante genovese che lo fece realizzare come propria abitazione, il palazzo rimase incompiuto e venne ultimato solo alla fine dell’Ottocento, con un intervento di restauro di Luca Beltrami che scatenò numerose polemiche. Dal 1861 Palazzo Marino è sede dell’amministrazione comunale della città. Le Giornate FAI d’Autunno saranno occasione per ammirarne le sale riccamente adornate – tra cui la Sala Alessi, all’epoca destinata a grandi feste e ricevimenti e ancora oggi salone di rappresentanza, la Sala delle Tempere, la Sala Gialla, la Sala dell’Orologio e la Sala Marra, nota per aver visto nascere la Monaca di Monza, figlia di un nobile spagnolo e della figlia di Tommaso Marino. Durante la visita si potranno scoprire anche la Sala del Consiglio Comunale e la Sala della Giunta. Palazzo Edison Il palazzo, costruito a partire dal 1891 su progetto dell’architetto Enrico Combi, è un connubio tra estetica e funzionalità, un luogo di storia vissuta in cui ferve l’attività lavorativa. Nel 1923 Edison acquistò l’edificio e vi trasferì la sua sede. All’interno si possono ammirare splendidi pavimenti di marmo e decorazioni sui soffitti, statue e balaustre in ferro battuto, ma i veri gioielli del palazzo sono le straordinarie vetrate a forma di cupola della Sala degli Azionisti e della Sala degli Analisti: due cupole quasi gemelle tra le più grandi al mondo. La difficoltà maggiore nella loro creazione è consistita nella curvatura dei vetri, legati con profili di piombo e rinforzati con l’acciaio secondo una tecnica di lavorazione chiamata tubages, nata in Francia e sviluppatasi poi negli Stati Uniti. Altra curiosità, la Sala del Consiglio, decorata con una fontana in marmo che serviva – grazie all’acqua emessa dalle numerose bocchette – ad assorbire il fumo dei sigari e delle sigarette fumate nel corso delle riunioni. Cantiere del Teatro Lirico Il Teatro Lirico, ex teatro della Cannobiana, edificato per volere dell’arciduca Ferdinando d’Austria su disegno del Piermarini nel 1779, è un’importante testimonianza di teatro all’italiana con una storia mitica – tra le tante ha ospitato importanti prime di Leoncavallo, Berlioz, Cilea, Giordano, la tragedia pastorale La figlia di Jorio di Gabriele d’Annunzio e ancora esibizioni di Mina e Giorgio Gaber. Gravemente danneggiato da un incendio nel 1937 e dai bombardamenti del 1943, fu ricostruito in forme nuove e tornò a ricoprire un ruolo centrale per la cultura milanese fino al 1999, quando una crisi finanziaria ne provocò la chiusura. Il teatro, al momento interessato da un complesso restauro conservativo, grazie al programma “Cantiere-evento” sarà eccezionalmente visitabile durante le Giornate FAI d’Autunno – alla presenza di un ingegnere che racconterà lo stato dei lavori – dopo 28 anni di chiusura. Torre della Fondazione Prada – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco La torre, inaugurata ad aprile, segna il completamento della sede di Milano di Fondazione Prada, progettata dallo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas. L’edificio di 9 piani, alto 60 metri e realizzato in cemento bianco strutturale a vista, stupisce per le facciate esterne caratterizzate dall’alternanza di vetro e cemento e per gli interni che combinano tre parametri spaziali – pianta, altezza e orientazione. In particolare, metà dei livelli si sviluppa su base trapezoidale, gli altri su pianta rettangolare, mentre l’altezza dei soffitti varia dai 2,7 metri del primo piano agli 8 metri dell’ultimo livello. Al suo interno la torre ospita spazi espositivi e servizi per il pubblico e da una terrazza panoramica si gode una vista inedita della città. Per le Giornate FAI si potranno effettuare in esclusiva visite guidate a tutti i piani della torre. Studio legale e Collezione Negri-Clementi – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco Lo studio di consulenza legale Negri-Clementi, che ha sede in un palazzo settecentesco nel cuore del quadrilatero della moda, è nato nel 2011, dopo più di 50 anni di esperienza nel diritto d’impresa, per volontà dell’Avvocato Gianfranco Negri-Clementi – il primo giurista ad aver unito la sua passione per l’arte al mondo della giurisprudenza nonché mecenate per numerosi artisti e gallerie – ed è oggi il più importante studio legale di Diritto dell’Arte italiano. La sua collezione, esposta all’interno di sale riunioni, uffici, corridoi, negli spazi comuni ed esterni e visitabile eccezionalmente durante le Giornate FAI d’Autunno, ospita opere che vanno da Bonalumi, Schifano, Dalì, Man Ray, Pomodoro fino alla modernissima Cracking Art, oltre a libri d’artista e a
oggetti di design di Ponti, Sottsass, Mondino e altri. Un luogo unico, mai aperto al pubblico, un tesoro di competenza, diritto, arte e passione. Centrale dell’acqua In un edificio industriale degli inizi del Novecento, costruito dall’amministrazione pubblica come centrale di pompaggio dell’acqua di falda per l’alimentazione dell’acquedotto cittadino, dal luglio 2018 ha sede uno spazio didattico dedicato all’acqua pubblica e alla sua gestione. La visita permette di ripercorrere la storia dell’acquedotto milanese a partire dalla fine del XIX secolo, momento di ricerca e di scelta della fonte d’acqua e della nascita del servizio pubblico. Le centrali storiche dell’acquedotto civico sono monumenti che caratterizzano il paesaggio urbano e invitano a riflettere sulla preziosa risorsa che è stata alla base dello sviluppo agricolo e industriale della città e che oggi è al centro del dibattito cittadino oltreché internazionale. Palazzo Landriani Sede dal 1959 dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, fondato da Napoleone nel 1797, il quattrocentesco palazzo di via Borgonuovo venne ricostruito dopo un incendio che lo distrusse quasi completamente dalla famiglia Landriani, che ne affidò il progetto all’architetto di scuola bramantesca Cesare Cesariano. Conserva molti tratti originali: il portico ad archi bramanteschi, il cortile, parte della facciata, le sale con soffitti a cassettoni, il portale su via Fiori Oscuri. La biblioteca, la cui volta presenta una ricca decorazione cinquecentesca, conserva 450.000 volumi e documenti dal ‘400 a oggi. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Sede dell’Istituto Lombardo, accessibile solo agli studiosi. Palazzo Litta Modignani Il settecentesco edificio prospetta su corso Europa con una sobria facciata tardo-barocca, dalle linee marcatamente orizzontali, al centro della quale si apre un portale ad arco ribassato. Al centro è ricavato il cortile porticato con colonne tuscaniche; dal cortile, attraverso un criptoportico, una via di passaggio coperta, si accede al grande scalone a doppia rampa decorato a stucchi da Giocondo Albertolli e con un affresco con “L’Aurora” di Andrea Appiani nella volta. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Sede UBI Banca. I luoghi dei Borromeo a Milano – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco Testimonianza della presenza dell’illustre famiglia a Milano, sulla piazza si affaccia da un lato il Palazzo, in stile gotico e dalla sobria facciata con mattoni a vista, voluto da Giovanni e ampliato da Vitaliano, e dall’altra la chiesa a tre navate di Santa Maria Podone, acquistata a metà del Quattrocento dai Borromeo, che fecero costruire la cappella gentilizia sulla navata di destra. Dal 2012 ospita la chiesa Ortodossa. Visite a cura di FAI Ponte tra Culture

SETTALA (MI) Cascina Castello e Centro etnografico delle tradizioni contadine Nato come complesso agricolo fortificato nel XIV-XV secolo, la cascina è organizzata attorno a una grande corte con aia. Il complesso è caratterizzato da un corpo più antico detto “il Castello”, con portico sorretto da colonne in granito bianco e capitelli stemmati, coronato da merli a coda di rondine (ghibellini), forse ottocenteschi. Accanto sorge la chiesa dell’Immacolata risalente al 1500, con una statua della Madonna vestita di un ricco abito in seta. I due edifici sono sede del Centro Etnografico delle tradizioni contadine, aperto nel 2007 e in via di riallestimento. Il piccolo Museo rientra in un circuito integrato di interesse storico-etnografico e naturalistico. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. È aperto solo in occasione di particolari manifestazioni.

CORBETTA (MI) Stamperia “Incisione Arte” L’attività della stamperia comincia nel 1974 quando Giuliano Grittini ed Enrico Cattaneo decidono, dopo studi ed esperienze presso atelier di noti pittori e prestigiose gallerie d’arte, di avviare una loro attività. Inizialmente si occupano di Calcografia, Litografia, Acquaforte, Serigrafia. In seguito la stamperia comincia a lavorare con artisti come Federica Galli, Aligi Sassu, Salvatore Fiume. Oggi svolge attività di stamperia d’arte per la produzione di opere d’arte contemporanea nonché di grafica per aziende, di laboratorio artistico a supporto di vari artisti italiani e internazionali, e di atelier che raccoglie opere dal 1974 a oggi. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Stamperia, luogo di creazioni d’arte.

PIANELLO DEL LARIO (CO)
FAI Acqua da tutte le parti Museo della Barca Lariana Il museo fondato nel 1982 da Gian Alberto Zanoletti, che a luglio ha riaperto al pubblico dopo 18 anni di chiusura, è un patrimonio unico al mondo e custodisce una raccolta di grande valore per il settore nautico nazionale e internazionale. In 9.400 metri quadri di sale, magazzini e spazi aperti ospita centinaia tra barche a remi e gondole, barche da pesca e caccia, motoscafi, imbarcazioni militari e barconi da lavoro oltre a migliaia di documenti, foto e oggetti attinenti la costruzione e l’uso delle barche, che ben raccontano la storia della nautica lombarda e lariana. Tra le imbarcazioni esposte: la più grande gondola lariana oggi ancora esistente, il “Balilla”, il più antico scafo dei laghi italiani, costruito nel 1878 per garantire il collegamento tra Lecco e Bellano; il motoscafo “Bianca” che ha avuto tra i suoi passeggeri Benito Mussolini; due barche da contrabbando usate dai famosi “Van de sfroos”, i contrabbandieri del lago; “Franz XI” un elegante scafo commissionato da Guido Monzino, ultimo proprietario di Villa del Balbianello – oggi bene del FAI – a bordo del quale si dice che Enrico Fermi sia arrivato a Villa Monastero per la sua ultima lezione di fisica.

BULGAROGRASSO (CO) Alto Lura S.R.L. – Depurazione Acque Reflue L’impianto di depurazione di Bulgarograsso risale alla seconda metà degli anni ’70, per essere ampliato e completato alla fine degli anni ’90. Si tratta di una complessa realtà all’avanguardia tecnologica per la depurazione delle acque, dove vengono raccolti, oltre agli scarichi provenienti dalle case, quelli biodegradabili e non tossici di origine industriale. Il processo di depurazione è principalmente di tipo biologico: è compiuto da organismi microscopici già presenti nelle acque di scarico che trasformano le sostanze di rifiuto e le rimuovono dall’acqua. Lo scopo della depurazione delle acque reflue non è quello di produrre acqua potabile, ma di renderla di qualità sufficientemente buona per essere restituita all’ambiente senza alterarlo. L’impianto Alto Lura depura le acque dei Comuni di Parè, Gironico, Solbiate, Olgiate Comasco, Beregazzo con Figliaro, Oltrona San Mamette, Villa Guardia, Lurate Caccivio, Bulgarograsso, pari a oltre 8 milioni di metri cubi d’acqua all’anno. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Luogo solitamente chiuso ai non addetti ai lavori.

INVERIGO (CO) Orrido Di Inverigo L’Orrido d’Inverigo è l’unico noto in ambiente collinare morenico, un’area protetta classificata come monumento naturale e oggi inserita nell’elenco dei Geositi Lombardi. Nel cuore dell’Orrido si assiste a un fenomeno particolarmente suggestivo, quello delle “sorgenti pietrificanti”: limpide acque in costante movimento permettono, tramite un lento e incessante deposito di calcare, la formazione di nuove rocce, quali il travertino. Non lontano si erge l’Oratorio di Sant’Andrea al Navello, fulgido esempio di chiesa rurale eretta dai nobili proprietari del feudo agli albori del XVII secolo. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Proprietà privata (accessibile solamente durante eventi di enti autorizzati).

MERONE (CO) Cavo Diotti Identificato come la più antica diga d’Italia, Cavo Diotti a partire dal 1812 regola la portata del fiume Lambro e, di conseguenza, il livello del lago di Pusiano. La diga è composta da un primo tratto di canale a cielo aperto, da un edificio ospitante il sistema di regolazione del flusso e da un canale interrato. Fu progettata dall’avvocato milanese Luigi Diotti con l’intento di collegare il fiume Lambro al Lago di Pusiano e favorire in tal modo l’attività della pesca, l’irrigazione delle terre anche nei mesi estivi e il funzionamento dei mulini posti a valle, soprattutto nei periodi di secca del Lambro. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Edificio civile normalmente interdetto ai non addetti ai lavori.

BRIVIO (LC) Brivio e i suoi inaspettati tesori sulle rive dell’Adda Anfore, sarcofagi, resti di un tempio di età romana e unici oggetti religiosi risalenti al V sec, insieme al famoso Castello, testimoniano la straordinaria importanza sia militare sia sociale che Brivio ha assunto sin dai tempi più remoti. La storia di questo paese è indissolubilmente legata alle acque del fiume Adda, da sempre un confine strategico e attraversato da battaglie soprattutto nel 1400 tra il Ducato di Milano, a cui Brivio apparteneva, e la
Serenissima Repubblica di Venezia. L’itinerario prevede visite alla Torre del Castel Brivio, a Palazzo della Famiglia Villa e alla Chiesa di San Leonardo.

BERGAMO (BG) Per vie di acqua e via terra Basilica di Santa Giulia La maestosa Basilica romanica di Santa Giulia a Bonate Sotto si trova nella zona cimiteriale all’estremità del paese, immersa nella quiete e nella natura. Costruita nell’antico Borgo Lesina, era situata in un punto di rilevanza strategica, alla confluenza dei torrenti Brembo e Lesina. Raso al suolo per punizione politica intorno al 1200, il Castrum Lisina, risalente al Neolitico, venne abbandonato e un nuovo insediamento fu ricostruito verso il borgo dove oggi è situato il centro di Bonate. La Basilica divenne un luogo sempre più marginale, fino al degradamento ad area cimiteriale nell’800; della struttura originaria rimangono solo parte del muro perimetrale, le tre absidi e la prima campata coperta, mentre sono andati perduti il tetto e parte del muro esterno. Attualmente è ai primi posti della classifica nazionale del censimento I Luoghi del Cuore.

VILLA ADDA (BG) Antica Chiesa di Sant’Andrea in Catello L’edificio visibile oggi di Sant’Andrea in Catello fu edificato tra il 1454 e il 1469, con materiali della zona come l’arenaria grigia proveniente dalle cave locali in località Faida del monte dei Frati, ricalcando probabilmente il sedime di una precedente chiesa romanica della quale non vi sono tracce. Numerosi all’interno gli affreschi realizzati in più di un secolo da artisti locali, tra i quali spicca il Trionfo di Cristo di Cavagna e ricco l’apparato decorativo di stucchi, di gusto barocco, realizzati da Lorenzo e Gerolamo Sporta. Sebbene in territorio bergamasco, la chiesa segue il rito ambrosiano fino a metà del XVIII secolo, quando la nuova parrocchiale relega S. Andrea in Catello a una posizione sempre più marginale fino al suo completo abbandono. È grazie all’attuale proprietario, Gianpietro Biffi, che vengono avviati lavori restauro che hanno permesso di portare alla luce ben 46 tombe intatte risalenti ai secoli VIII/IX.

CANONICA D’ADDA (BG) Villa Ex – Pagnoni: i giardini L’intero complesso, pregevole esempio di integrazione tra struttura architettonica, giardino e paesaggio circostante, è composta da una villa in stile eclettico ubicata su un terrazzamento del fiume Adda con interni in stile liberty; da un giardino in stile romantico che si raccorda al fiume con una recinzione che imita un’architettura fortificata con un laghetto, un belvedere e una grotta; da una torretta merlata che funge da osservatorio panoramico sul fiume. Le facciate della villa, composta da diversi corpi di fabbrica, presenta affreschi floreali, graffiti e medaglioni che raffigurano sei maestri dell’Arte Rinascimentale. Il soffitto ligneo della scala dell’edificio più a nord riporta gli stemmi delle casate più nobili del territorio. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

Le bocche della roggia Vailata Le bocche di presa della roggia Vailata convogliano le acque dell’Adda per l’irrigazione dei campi della Bassa, e compaiono in uno schizzo realizzato da Leonardo Da Vinci nel periodo in cui era ospite nel Palazzo dei Conti Melzi d’Eril sulla sponda opposta del fiume. Il disegno, ora di proprietà della Corona d’Inghilterra, raffigura il Predello come lo vediamo oggi e vi si scorge l’imbarcazione che fungeva da collegamento tra le due sponde prima che venisse costruito il primo ponte in legno, sostituito poi da uno in ferro. Sul muro di contenimento della sponda di Canonica d’Adda è incastonata la statua di S. Giovanni Nepomuceno, a protezione contro le piene del fiume. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Abitazione privata

BRESCIA (BS) Brescia. La città sulle vie d’acqua Dislocati sopra il corso dei torrenti che un tempo attraversavano la città, tutti i beni aperti sono adorni di sculture, affreschi e dipinti sul tema dell’acqua, nonché abbelliti da splendide fontane. Chiesa di Santa Maria del Carmine
Seconda chiesa per capienza dopo la cattedrale, fu costruita sopra il corso del torrente Bova tra il 1429 e il 1475 accanto al convento dei Carmelitani, e conserva numerose e pregevoli opere d’arte: tra queste si ricordano la cappella Averoldi dipinta da Vincenzo Foppa, il coro da settantacinque stalli lignei, il Compianto sul Cristo morto, composto da dieci statue in terracotta policroma a grandezza naturale e la cappella del Cimitero dipinta da Floriano Ferramola. Chiostri ex Convento del Carmine A fianco dell’omonima chiesa, si aprono i tre chiostri dell’ex complesso dei Carmelitani, oggi di proprietà dell’Università degli studi di Brescia. Si potranno visitare il chiostro maggiore, completato nel 1483, con al centro una fontana cinquecentesca; il chiostro occidentale, anche chiamato “chiostro della cucina”, edificato su progetto di Bernardino da Martinengo; infine il chiostro meridionale risalente al 1521 e rimaneggiato nel Settecento. Chiesa Prepositurale di Sant’Agata* Costruita a scavalco del torrente Garza, la Chiesa di Sant’Agata è di antichissima origine, ergendosi su resti longobardi. Ricco di affreschi, polittici e pale d’altare, l’imponente interno è un palinsesto di interventi di epoche differenti che spaziano dal presbiterio quattrocentesco, alle volte e alle pale d’altare del XVI secolo, fino agli stucchi settecenteschi. Palazzo Duranti Costruito lungo uno dei decumani secondari della città, vicino alla piazza del Mercato Nuovo – attuale Piazza Tebaldo Brusato – Palazzo Duranti presenta uno schema architettonico sobrio ma ben articolato intorno al cortile centrale, ingentilito dal pozzo. Di particolare interesse è l’ala est dell’immobile, dove si conservano diverse stanze affrescate nella seconda metà del Settecento con raffinate scene mitologiche. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Residenza privata

DARFO BOARIO TERME (BS) Acqua, uomo e lavoro: segni ed esperienze in evoluzione L’itinerario proposto a Darfo Boario Terme intende approfondire gli aspetti del legame tra l’uomo e l’acqua, fonte di vita, di lavoro, di energia che si sviluppa attraverso i secoli. Tra le aperture: Terme di Boario La storia di Darfo Boario Terme come eccellente centro di cura idropinica comincia alla fine del XVIII secolo con la costruzione del Casino Boario e le proprietà benefiche e curative delle sue acque termali, conosciute già nel Medioevo, vengono decantate anche da Alessandro Manzoni che ne ordinò numerose bottiglie per trattare un’affezione epatica. La visita proposta in occasione delle Giornate FAI d’Autunno permetterà di scoprire le fonti delle quattro acque di Terme di Boario, di tipo solfato – bicarbonato – calciche – magnesiche fredde (1315°C), che si differenziano per concentrazione di Sali e, quindi, per diversi impieghi terapeutici di prevenzione, cura e riabilitazione: l’Antica Fonte, conosciuta sin dalla fine del Quattrocento; la Fonte Igea, scoperta nel 1902; la Fonte Sacco, oggi Boario; la Fonte Eximia, oggi Fausta. Sarà inoltre eccezionalmente visitabile la cupola liberty di marmo bianco, costruita nel 1913, con balconata sostenuta da colonne a capitelli ionici, oggi emblema delle nuove Terme di Boario. Stabilimento di imbottigliamento delle acque minerali Boario, Vitasnella e Fonte Essenziale del Gruppo Ferrarelle S.P.A. La costruzione dello stabilimento industriale di imbottigliamento acque risale al 1958 e, dopo diversi passaggi, la proprietà nel 2005 è passata a Ferrarelle S.p.A., che presso il sito di Darfo Boario Terme imbottiglia oggi le acque minerali Boario, Vitasnella e Fonte Essenziale. Lo stabilimento si estende su una superficie di circa 59.000 m2, e consta di 2 linee di imbottigliamento in PET e 1 in vetro, alle quali si aggiunge una moderna linea in asettico. L’apertura eccezionale di questo stabilimento in funzione permetterà ai visitatori di conoscere il mondo delle acque minerali e del processo di imbottigliamento, attraverso un percorso guidato tra le linee. Mulino “Antonioli” Circondata da muretti a secco, la massiccia struttura esterna si presenta come una piccola corte con una fontanalavatoio in arenaria. L’edificio, con porte sprangate anti-brigantaggio, oltre a produrre farina fu un centro di allevamento e agricoltura. La fonte idrica che muoveva le macine nasceva dal Rimidì, l’alto corso del torrente Re che, oltre al mulino, alimentava due fucine e probabilmente un forno fusorio (sono state rinvenute tracce di materiale ferruginoso nel selciato del cortile esterno). ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Abitazione privata Centrale Idroelettrica di Darfo
Realizzata nel 1899 dalla Società Elettrica Camuna a servizio della vicina acciaieria, la centrale fu parzialmente distrutta a seguito del disastro del Gleno e devastata dalla forza delle acque, ma ricostruita secondo il disegno e la volumetria originari. L’impianto idroelettrico, ora proprietà della società Linea Energia, utilizza le acque del torrente Dezzo della Val di Scalve. L’opera di presa sorge ad Angolo T., mentre i canali, le condotte forzate che percorrono una galleria in roccia lunga 350 metri e il fabbricato centrale si trovano nella frazione Corna di Darfo. La facciata principale è caratterizzata da un’apertura circolare ed elementi decorativi geometrici; le aperture presentano una struttura ad arco con serramenti in ferro verniciati. L’immagine attuale, a eccezione di alcuni elementi decorativi, rispetta il disegno originario. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Sito produttivo di energia elettrica

CREMONA (CR) L’acqua: un percorso dalle sorgenti alla nostra vita quotidiana Torre dell’acqua – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco Alta 42 metri ed edificata verso la fine dell’XI secolo, la Torre del Pretorio o Torre Civica del Comune di Cremona ha adempiuto a diverse funzioni, da carcere cittadino a tribunale. Attualmente, la denominazione è quella di Torre dell’Acquedotto cittadino, che corrisponde alla funzione odierna: nascosto dalla mattonatura antica, è ospitato infatti un serbatoio in cemento armato dei primi anni del 1900, ancora adibito a funzione di stoccaggio e raccolta. La struttura è in grado di reggere un carico di acqua variabile, in media di circa 300 tonnellate e, regolando la pressione, permette la distribuzione dell’acqua ai cittadini residenti nei quartieri circostanti. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Casetta dell’acqua – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco Inaugurata nel 1910 e richiesta a gran voce da una parte della cittadinanza, la Centrale Realdo Colombo fu il primo impianto di potabilizzazione dell’acqua nella città di Cremona: l’approvvigionamento avveniva infatti attraverso pozzi privati, i quali non potevano però garantire nemmeno allora gli standard minimi di igiene. L’impianto fu costruito in una delle zone altimetricamente più depresse della città, contestualmente alla perforazione di un pozzo, che attingeva l’acqua in una falda a 40 metri sottoterra. Dell’impianto di allora, ormai dismesso in favore di strutture più moderne, è comunque rimasta la stazione di rilancio, che garantisce all’acqua la pressione necessaria per raggiungere gli impianti delle case e due importanti vasche di stoccaggio. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Si tratta di un impianto normalmente aperto solo agli addetti al settore.

CREMA (CR) Preziose acque cremasche: un sistema ricco e complesso da conoscere, tutelare e valorizzare Serbatoio Compensatore Castello D’Acqua (Torre Acquedotto) Realizzato nei primi del Novecento in calcestruzzo armato e con tecniche all’epoca innovative, fa parte del primo impianto cremasco di approvvigionamento e distribuzione di acqua potabile. Il progetto originale era destinato a una popolazione di circa 12.000 abitanti, per un consumo giornaliero di 150 litri al giorno pro capite. La torre, dismessa negli anni ’90, ha un’altezza complessiva di circa 35 metri ed è costituita da un serbatoio cilindrico con capacità idrica di 250 metri cubi, da una struttura di sostegno del serbatoio di otto colonne (detta castello), dalle tubazioni di carico e scarico dell’acqua potabile. Alla base della struttura, all’interno del perimetro delle colonne, è stato ricavato un locale di servizio. È proprietà del Comune di Crema ed è tutelata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Edificio e impianto dismessi. Palazzo Albergoni Vimercati Donati – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco Il palazzo è documentato nella seconda metà del 1600 quale proprietà della famiglia Albergoni e a seguito di svariati passaggi di proprietà fu acquisita dalla famiglia Donati che ne curò il restauro, portando alla luce lacerti di antichi affreschi e ripristinando eleganti cicli decorativi del XIX secolo. Si articola in diversi corpi collegati e si può ipotizzare che la parte più antica risalga al XVI secolo. Il corpo principale, su due piani con un esteso sotterraneo, si affaccia su via Vimercati; dall’androne vi si accede attraverso uno scalone d’onore a tre rampe. Sul lato sud del cortile, un arco conduce a un elegante giardino circondato da alte mura. Tutt’ora abitato dalla famiglia, il palazzo è anche sede dell’Associazione Musicale Giovanni Bottesini. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Proprietà e residenza privata. In occasione di eventi viene aperta solo la sede dell’Associazione Musicale Bottesini, primo piano.
Complesso degli ex “Stalloni” In origine sede del monastero di Santa Maria Mater Domini, l’attuale struttura del complesso, con la sua preziosa oasi di verde nel centro storico di Crema, è composta da molti corpi di fabbrica sorti successivamente all’edificio originario. Il nucleo dell’ex convento consiste oggi in due grandi chiostri a due piani, databili a fine ‘600 e ai primi anni del ‘700. Agli inizi dell’Ottocento il monastero fu convertito a uso militare e trasformato in una grande caserma di cavalleria, poi sede dell’Imperial Regio Dipartimento degli Stalloni. Dal 1954 al 2014 ha ospitato l’Istituto d’Incremento Ippico, diventato poi Centro regionale. Oggi è proprietà della Regione Lombardia, custodisce un Museo della Carrozza e vi operano il Centro di Riabilitazione Equestre e il Consorzio di bonifica DUNAS che ne cura la manutenzione ordinaria. A eccezione delle aree occupate molti edifici sono in attesa di nuova destinazione d’uso da parte della Regione e del Comune di Crema, che ha avanzato proposte attualmente al vaglio della Soprintendenza e oggetto di accese discussioni tra schieramenti politici e associazioni. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

CAVRIANA (MN) Cavriana: le radici del futuro I bunker della Seconda Guerra Mondiale – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco I bunker di Cavriana furono costruiti durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugi per i bombardamenti. Le Giornate d’Autunno offriranno l’occasione di rivivere parte della storia italiana del periodo bellico, in un percorso ipogeo che racconta un passato da molti dimenticato. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Ex Base Nato Troposcatter Operante dal 1969 al 1995, l’ex Stazione Scatter sorge sul Dosso dei Galli, in cima a una vasta area collinare, e faceva parte di un collegamento strategico per le radiocomunicazioni nell’ambito NATO che connetteva tutti i Radar Remoti posti sui confini est dell’Alleanza Atlantica. Caratterizzato da due imponenti paraboloidi a mosaico, utilizzava la tecnologia “troposcatter”, che si serviva della troposfera come veicolo per le onde radio evitando ostacoli fisici come la catena delle Alpi. Con l’avvento dei satelliti artificiali tale installazione risultò obsoleta, fu dismessa nel 1996 e smantellata negli anni successivi. Consegnata al Comune nel 1998, è stata poi acquistata dallo stesso con l’obiettivo di farne un’area d’interesse pubblico. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Il sito è in attesa di riqualificazione da parte dell’Amministrazione Comunale.

RHO (MI) L’acqua racconta Fontanile Buongiovanni Il Fontanile Buongiovanni, simile alla risorgiva, si differenzia per il fatto che questa è costituita da un affioramento naturale dell’acqua, mentre nel fontanile l’acqua scaturisce in seguito a un intervento umano. Per favorire la fuoriuscita dell’acqua venivano infissi tubi in ferro o tini in legno fino a una profondità massima di 12 metri. L’acqua sorgente ha una temperatura costante tra i 10° e i 12° che la rende utilizzabile tutto l’anno. La vegetazione che prolifera presso i fontanili ne fa una vera e propria oasi di biodiversità e comprende salici bianchi, ontani neri, farnie, carpini bianchi, frassini, tigli, ciliegi e aceri, fino a specie esotiche come robinia e pioppo ibrido. Sono presenti arbusti di evonimo, nocciolo, sanguinello, biancospino, ligustro, viburno, caprifoglio, edera e rovo, oltre a una ricca fauna formata da insetti, anfibi, rettili, uccelli e qualche mammifero.

MONZA E VAREDO (MB) Osvaldo Borsani e Gio Ponti icone di stile senza tempo Durante le Giornate FAI d’Autunno si potranno scoprire in Brianza due importanti esempi di architettura del XX secolo, a firma di Osvaldo Borsani, architetto creativo, innovatore nel mondo del design e imprenditore di successo, e Gio Ponti, uno dei maestri dell’architettura e del design italiano. Centro RAI di Gio Ponti Il Centro Rai, inaugurato nel 1954 all’interno del Parco di Monza, è una costruzione all’avanguardia firmata dai progettisti Gio Ponti, Alberto Rosselli e Antonio Fornaroli, tre prestigiose firme dell’architettura del ‘900. I progettisti diedero all’edificio una forma evocativa che riproduce la sezione di una parabola, sovrastata da una torretta in legno, che ricorda una grande manopola. La visita permetterà di scoprire il grande fascino di un
edificio che coniuga l’eccellenza tecnologica con un’architettura fantastica e senza tempo, una costruzione rimasta pressoché invariata nei decenni, che custodisce ancora moltissimi elementi di arredo originali. Le Giornate FAI d’Autunno sveleranno la storia e i segreti di una costruzione che sembra essersi delicatamente posata nel verde del parco, con cui continua a dialogare con discrezione. Villa Borsani La villa di Varedo, che oggi ospita l’Archivio Osvaldo Borsani, è stata progettata nel 1940 da Osvaldo Borsani per i suoi genitori e realizzata durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la famiglia Borsani offrì ai milanesi la possibilità di immagazzinarvi i mobili provenienti dalle case bombardate. Nel progetto Borsani recepì le diverse tendenze architettoniche del modernismo europeo e della tradizione milanese attraverso figure chiave dell’architettura del XX secolo quali Giovanni Muzio, Piero Portaluppi e Giuseppe de Finetti. Per decenni la villa fu il luogo del dialogo fra Osvaldo Borsani e personaggi del calibro di Gio Ponti, Arnaldo e Giò Pomodoro, Ugo Mulas, Roberto Crippa, Aligi Sassu, Fausto Melotti, Agenore Fabbri e Lucio Fontana, e conserva al suo interno opere di alcuni di questi artisti.

CORNATE D’ADDA (MB) Cornate d’Adda. Storie di uomini e di acque Verso il fiume. Il sentiero delle conche e l’Alzaia L’itinerario si snoda lungo il sentiero delle conche, antico tracciato in acciottolato che dai margini del paese conduce al fiume attraverso i boschi della sponda. Si procederà lungo l’alzaia che costeggia il Naviglio di Paderno, un tempo utilizzata per le operazioni di traino dei barconi, oggi integrata nella rete ciclopedonale lombarda. Un percorso immerso nella natura, carico di suggestioni letterarie, da I Promessi Sposi del Manzoni a Il Bel Paese di don Antonio Stoppani, alla scoperta di un paesaggio unico nel suo genere, in cui le tracce della secolare presenza umana si fondono armonicamente con l’ambiente circostante. Dall’Adda luce ed energia per Milano La “Bertini”, in esercizio dal settembre 1898, è la più antica centrale idroelettrica Edison. Con i suoi 9800 kW di potenza, destinati in gran parte ad alimentare la rete tramviaria milanese, al tempo era seconda solo all’impianto alle cascate Niagara. Il progetto idraulico degli ingegneri Enrico Carli e Paolo Milani prevedeva la sostituzione della diga sommersa all’incile del naviglio di Paderno con una mobile tipo Poirée e la realizzazione di un canale derivatore ricavato ampliando il primo tratto del naviglio settecentesco e scavando, parte in galleria e parte in trincea, i restanti 2.286 metri fino all’officina elettrica costruita a Porto d’Adda. Il coordinamento dei lavori, in assenza di esperienze precedenti relative all’aspetto elettrico, fu affidato ad Angelo Bertini, dal 1891 direttore tecnico della società Edison. La potenza della centrale era suddivisa in sei gruppi generatori; la corrente, prodotta alla tensione di linea (13.500 V), aveva una frequenza di 42 periodi. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Impianto in funzione e luogo di lavoro

PONTE NIZZA, Borgo San Ponzo (PV) S. Ponzo Semola: un’antica Pieve, un Santo, un’acqua miracolosa tra le rocce Antico Borgo e Grotte di San Ponzo Semola L’antico borgo di San Ponzo è una frazione del Comune di Ponte Nizza, conosciuto soprattutto per le sue caratteristiche grotte. Per i visitatori delle Giornate FAI il Comune metterà a disposizione un servizio navetta per raggiungere il luogo, ma vi si potrà accedere anche con una piacevole camminata nel bosco. L’occasione delle Giornate consente inoltre al visitatore di conoscere, degustare ed eventualmente acquistare, grazie alla presenza di produttori locali, alcuni cibi tipici, dai vini ai formaggi ai salumi, parte integrante della cultura dell’Oltrepò.

PAVIA (PV) Da una sponda all’altra, attraverso il ponte, guardando i barcè Fiume Ticino Il tratto che va dal Ponte Coperto ai resti della Torre del Catenone costituiva la darsena, l’antico porto di Pavia, dove avveniva il trasbordo delle merci dalle chiatte che attraversavano il fiume. Nonostante i cambiamenti, le due rive, sinistra della città nobile e destra del borgo popolare, conservano ancora significative testimonianze, come i resti della Torre del Catenone, così detta perché vi era fissato il catenone che chiudeva l’accesso al porto, e la sede del Club Vogatori Pavesi, dove si insegna l’antica arte della voga sul barcé. Seguono le casette, abitate un tempo da pescatori e cavatori di ghiaia, sulle quali sono fissate le placche che indicano i livelli
massimi di piena, e il Monumento alla Lavandaia, ricordo delle donne del borgo che lavavano i panni al fiume. E ancora il Ponte Coperto con la cappella dedicata a San Giovanni Nepomuceno; Porta Salara, per l’ingresso in città del sale da Venezia o Genova. Infine, l’Associazione Battellieri Colombo, depositaria della tecnica del remo, espressione di sport e tradizione. Club Vogatori Pavesi Il Club Vogatori Pavesi è l’ultima tra le società che si specchiano nel Ticino. Tra i comitati di quartiere formati negli Anni ’70, quello del Borgo si dedicò all’organizzazione di eventi per il recupero delle antiche tradizioni del fiume, una su tutte il Palio dell’Oca, oggi chiamato Palio del Ticino. Nel 1983 si costituì il “Club Vogatori Pavesi” per ridare impulso all’insegnamento della voga alla pavese, particolare tecnica nata dalle necessità lavorative di commercianti, trasportatori e cavatori di ghiaia che avevano nel Ticino una fonte di sussistenza. Nel 1986 il club acquistò dalla Società Battellieri Colombo la prima sede vera e propria, una tipica casa galleggiante ormeggiata sulla riva destra del fiume a valle del Ponte Coperto, per soddisfare le esigenze degli oltre 500 soci. Nel 1996 il club è stato iscritto all’Albo Regionale del Volontariato, attivo accanto alla Protezione Civile con interventi di soccorso soprattutto in caso di piena.

SONDALO (SO) Ex sanatorio liberty di Pineta di Sortenna – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco Inaugurato nel 1903, fu il primo sanatorio italiano. Consta di un edificio principale attorniato da altri edifici minori e dalla pineta, con un affaccio mozzafiato sulla valle. Costruito su progetto dell’architetto Giuseppe Ramponi in elegante forma liberty, rappresenta la prima tipologia di sanatori simili a lussuosi alberghi per pazienti abbienti con sale da conversazione, lettura e musica, grandi saloni dalle ampie vetrate per pranzi, camere singole e verande, oltre a percorsi nel giardino e nella pineta circostante. Conserva ancora oggi l’eleganza e il fascino dei primi del Novecento, capace di evocare le atmosfere del celebre romanzo La montagna incantata di Thomas Mann. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Privato Ex Villaggio Sanatoriale Morelli Un percorso di conoscenza e di esperienza diretta di un grande patrimonio storico, architettonico e paesaggistico, sullo sfondo delle forme razionaliste dell’epoca, come tappa irrinunciabile nel percorso di conoscenza dell’architettura moderna. Il “Villaggio Sanatoriale Eugenio Morelli” è un capolavoro dell’urbanistica “razionalista”, i cui valori risiedono nel disegno e nella qualità estetica complessiva della cittadella, nelle soluzioni tecniche innovative, studiate ad hoc per rispondere alle condizioni climatiche, nell’integrazione delle diverse funzionalità – comprese quelle estetiche e ricreative, incarnate nel grande e bellissimo Parco – in un’armonizzazione volumetrica e scenografica di grande impatto visivo.

COMABBIO (VA) Casa Fontana: l’atelier di Lucio – Apertura dedicata agli iscritti FAI e a chi si iscrive in loco Giornata FAI d’Autunno a Comabbio racconta i luoghi di Lucio Fontana: innanzitutto l’atelier, situato nella casa familiare dove visse gli ultimi anni della sua vita e vi morì il 7 settembre 1968. Qui produsse le sue ultime opere artistiche: Tagli, Attese, Concetti spaziali. Tutto è rimasto come allora: il cavalletto intriso di colori, i pennelli, i taglierini dei famosi tagli, i punteruoli utilizzati per i buchi nelle tele, i suoi vestiti da lavoro. Per l’occasione il Comune allestisce nella sala espositiva intitolata a Lucio Fontana una mostra di sue serigrafie, disegni, lettere, fotografie, documenti, strumenti di lavoro – tra cui un cavalletto – che ricordano la sua vita d’artista e la sua permanenza a Comabbio. Infine, una sosta al cimitero per visitare la cappella di famiglia dove l’artista riposa con i suoi famigliari; a fianco, la tomba della famiglia Bestetti, opera giovanile di Fontana realizzata nel 1934. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. È una casa privata.

VARESE (VA) Acqua da bere, acqua da giocare: dall’Acquedotto al parco Toeplitz Parco di Villa Toepliz Proprietà del Comune di Varese, il parco deve il nome a Giuseppe Toeplitz, banchiere polacco che lo acquisì nel 1914. Ampliò gli edifici presenti e apportò miglioramenti con la creazione fra il 1927 e il 1928 dei giochi d’acqua e delle canalizzazioni che si aprivano fra la vegetazione, modificata con l’impianto di siepi di cipresso e di macchie arboree di conifere. Il Parco fu progettato nel 1927 dallo studio parigino L. Collin A. Adam & C.,
che lo ridisegnò ampliandolo sino a raggiungere gli 8 ettari e creando un’opera di ingegneria idraulica per incanalare l’acqua del Monte Martica. Alla morte di Toeplitz, villa e parco passarono alla moglie Edvige Mrozowska e al figlio che, dopo il Secondo Conflitto, li vendettero ai fratelli Mocchetti di Legnano. Sono presenti molte specie vegetali anche esotiche e una trama di percorsi e vialetti insieme a vasche e fontane geometriche, che richiamano i giardini orientali degli imperatori mongoli.

LUVINATE (VA) Acqua da bere, acqua da giocare: dall’Acquedotto al parco Toeplitz Acquedotto di Luvinate In occasione delle Giornate FAI si apre al pubblico la sede dell’acquedotto che serve i comuni di Luvinate, Casciago e buona parte di Varese. L’impianto fu realizzato all’inizio degli anni ‘30 e si componeva di un’area di approvvigionamento idrico – le sorgenti – una cabina elettrica, delle vasche di filtraggio e una stazione di pompaggio tutt’ora esistente. Negli anni, furono implementati nuovi filtri per ridurre l’inquinamento da idrocarburi e il sistema di pompaggio fu potenziato. L’edificio di maggiore interesse è sicuramente la centrale di pompaggio, dalla caratteristica architettura di inizio secolo con muratura in pietra locale sbozzata, marcapiano e impianto planimetrico simmetrico. Al piano terra vi sono ospitati gli apparati tecnologici e al piano superiore l’abitazione del custode. Oggi, l’impianto copre da solo l’intero fabbisogno idrico dei comuni limitrofi. ** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Luogo accessibile solo alle scuole, su prenotazione, e normalmente chiuso al grande pubblico perché sede dell’acquedotto varesino e proprietà di una società privata.

 

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