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PMI A SCUOLA DI INDUSTRIA 4.0

(mi-lorenteggio.com) Milano, 28 novembre2018 – Una panoramica sulla situazione normativa e sui meccanismi incentivanti, l’azione delle associazioni datoriali, le best practices di PMI che ce l’hanno fatta, l’importanza della formazione e gli strumenti per finanziare l’innovazione: sono stati molti i punti affrontati dai diversi relatori che si sono avvicendati.
Nel corso dell’evento organizzato da Laboratorio Industry 4.0, in collaborazione il Team di Corso Venezia 5 di Finecobank, è stato anche lanciato il progetto: “Industria 4.0 roadmap: dagli strumenti alle competenze in fabbrica”, il primo percorso esperienziale per imprenditori e manager che si terrà il 12 e il 13 marzo 2019, rispettivamente presso la Rold di Cerro Maggiore e la Elmec di Brunello (VA), due importanti player nel campo dell’industria 4.0.
“Industria 4.0 non riguarda solo i processi aziendali, è anche un fenomeno culturale, è la digitalizzazione della nostra intera vita – ha affermato Giovanni Anselmi, co-founder Laboratorio Industry 4.0 – in questo quadro il ruolo delle associazioni imprenditoriali è fondamentale per aiutare le aziende a fare network per guidare i molti imprenditori disorientanti verso percorsi su misura.
Sono molte le attività che le associazioni datoriali hanno messo in campo per supportare le imprese in questa fase delicata, come confermano i direttori di A.P.I. e Compagnia delle Opere.
Per Stefano Valvason – direttore generale A.P.I. – “le tecnologie ci sono già, ora è necessario ripensare il modello di business delle PMI. Le imprese sono chiamate a pensare in grande ed agire in piccolo, è necessario un vero e proprio cambio di mentalità. Ma in questo impegnativo percorso serve una visione condivisa con le istituzioni per governare il cambiamento ed urgono infrastrutture, a partire dalla diffusione della banda ultralarga, che in Lombardia ha ancora una copertura di poco superiore al 50 per cento”. E’ necessario trovare formule di collaborazione efficaci con università e scuole, perché l’Industria 4.0 rappresenta innanzitutto una grande opportunità per i giovani di inserirsi in azienda. Per quanto riguarda le agevolazioni, ribadisce che non c’è niente di peggio dell’incertezza per frenare gli investimenti in tecnologia. “Gli imprenditori hanno bisogno di continuità. Per questo A.P.I ha avviato da due anni il progetto Manifattura 4.0 offrendo alle PMI percorsi personalizzati di innovazione dei processi industriali ed aziendali”.
Compagnia delle Opere, come sottolinea il direttore generale Gigi Gianola, ha lanciato il progetto “Fabbrica per l’eccellenza”, rivolto alle medie aziende, sviluppando un percorso sul tema della trasformazione digitale. La situazione è delicata, perché un imprenditore su 5 si ritiene impreparato in tema di industria 4.0. Secondo Gianola sono diversi i fattori che bloccano il processo sul mercato italiano: clima di incertezza, mancanza di competenze interne (solo il 7 per cento degli imprenditori ha una figura professionale ad hoc); arretratezza delle aziende con cui si collabora ed investimenti troppo alti, in particolare in formazione. “Eppure i risultati non tardano ad arrivare quando si punta sulla crescita tecnologica: il 97 per cento delle aziende che investono in ricerca e sviluppo genera innovazione”, ha sottolineato Gianola, evidenziando la centralità della persona, “perché qualsiasi sviluppo economico non può prescindere da un cambio di paradigma culturale”.
Claudio Provetti – Presidente Federazione CISQ – ha portato la testimonianza di un network di soggetti qualificati che si occupano di valutazione della conformità, intesa come verifica che il processo innescato porti i benefici attesi. Secondo Provetti, l’IOT, internet of things va inteso come interest of tomorrow, perchè senza curiosità, senza attenzione al domani, che già “si manifesta oggi”, non può esserci capacità di implementare un percorso di sviluppo virtuoso. “Servono competenza, esperienza, capacità multidisciplinare ed un sistema efficiente di gestione dell’organizzazione. Altro aspetto importante è il coinvolgimento del fornitore perché tutti gli attori del processo devono crescere, nessuno escluso” ha affermato Provetti. Alcune criticità evidenziate riguardano i costi accessori, spesso non oggetto di iperammortamento. “Il Piano Calenda è stato un acceleratore di progetti che sarebbero rimasti nel cassetto – ha sottolineato – ma non bisogna dimenticare che il successo deriva dalla competenza e dall’esperienza dei supporters di tutta la catena del valore”.
Ampio spazio è stato dato alle best practices con gli interventi di Luca Cremona – business development manager industrial solutions Gruppo Rold e di Massimo Ballerio – direttore IoT Elmec.
Luca Cremona e Massimo Ballerio hanno raccontato come le loro aziende, Rold ed Elmec, hanno affrontato l’evoluzione 4.0 diventandone a loro vota importanti player investendo in ricerca e sviluppo, efficienza di processo, qualità del prodotto e soprattutto in formazione. Quest’ultima considerata un vero imperativo anche nell’ottica di non perdere personale valido.
Rold ed Elmec saranno proprio le imprese protagoniste del percorso formativo esperienziale organizzato a marzo da Laboratorio Industry 4.0.
Con il suo intervento, Luca Sancricca – educational manager Academy Laboratorio Industry 4.0 – ha spiegato la peculiarità della sua professione: analizzare i fabbisogni formativi e trovare soluzioni. Nella trasformazione 4.0 il punto di partenza restano sempre le persone, per questo bisogna partire dalle competenze già sviluppate e da quelle da costruire con un approccio esperienziale. Il percorso formativo promosso dal Laboratorio Industry 4.0 ha proprio questa mission: portare le persone in azienda per conoscere gli attori di questo processo ed il loro modus operandi in maniera diretta. Questo perché siamo in una fase di cambiamento totale: nelle metodologie di progettazione, nella costruzione, nelle relazioni interne alla fabbrica. Sancricca ha sottolineato che alle PMI servono strumenti per portare la creatività in azienda ed è necessario aiutare le imprese meno strutturate a trovare competenze dall’esterno. “Non ci sono nativi digitali – ha commentato – ma generazioni che stanno sperimentano intelligenze differenti che devono imparare a convivere nell’ottica di una crescita reciproca”.
Nell’ultima parte dell’evento Alessandro Dragonetti – co-managing partner head of Tax Bernoni Grant Thornton – ha offerto ai presenti una panoramica sul bonus formazione e sugli altri incentivi del Piano Industria 4.0 che il governo, pare, stia rivisitando. La priorità, come ha sottolineato, è aiutare le imprese a “salire” su un nuovo paradigma. Per questo diventa cruciale investire in tecnologia e parallelamente in formazione, una formazione che deve riguardare l’intera filiera, questo perché molte figure professionali saranno obsolete nei prossimi anni.

 

Redazione

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