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Milano. BALBUZIE,INAUGURATA DA ASSESSORI GALLERA E RIZZOLI NUOVA SEDE MILANESE DEL CENTRO CHE OPERA SU DISTURBI LINGUAGGIO


GALLERA: CREIAMO UNA RETE SPERIMENTALE STRUTTURE DI ECCELLENZA
RIZZOLI: UN BAMBINO BALBUZIENTE FACILE BERSAGLIO CASI BULLISMO

(mi-lorenteggio.com)  Milano, 30 gennaio 2019. Inaugurata dagli assessori regionali
Giulio Gallera (Welfare) e Melania Rizzoli (Istruzione,
Formazione e Lavoro) la nuova sede milanese di ‘Vivavoce
Institute’, il centro medico che opera nell’ambito dei disturbi
del linguaggio e dell’apprendimento, della Psicologia e della
Neuropsichiatria infantile.

Fondato nel 2011 su iniziativa di Giovanni Muscarà, ex
balbuziente, il centro ha sviluppato un approccio innovativo per
dare una soluzione concreta, efficace e duratura a chi soffre di
balbuzie: il metodo MRM-S (Muscarà Rehabilitation Method for
Stuttering), oggi dimostrato scientificamente e al centro di un
progetto di validazione scientifica.

GALLERA: DISTURBI COINVOLGONO GIOVANI IN FASE CRESCITA – “La
balbuzie, i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento – ha
sottolineato l’assessore Gallera – meritano un’attenzione
particolare e specifica soprattutto perché coinvolgono i giovani
in un momento particolare della crescita e della loro fase
evolutiva. L’azione del Centro Medico Vivavoce è importante
proprio per l’individuazione di percorsi personalizzati e
diretti”.

RETE STRUTTURE ECCELLENZA PER OFFRIRE LE CURE MIGLIORI – “Pur
non essendo questo disturbo considerato a livello nazionale un
Livello Essenziale di Assistenza – ha aggiunto Gallera –
Regione Lombardia riesce comunque a garantire una serie di
azioni mirate; tuttavia è mia intenzione creare e definire una
rete delle strutture di eccellenza, come questa, nell’ambito
riabilitativo al fine di mettere a sistema le conoscenze e
assicurare ai cittadini le cure migliori”.

LE DIMENSIONI DEL FENOMENO – I disturbi del linguaggio e
dell’apprendimento possono essere di varia natura e per questo
non è facile avere una statistica precisa. Secondo i dati Istat
presentati a gennaio 2019, circa il 20% dei bambini con un
sostegno a scuola presenta un disturbo del linguaggio e il 19%
un disturbo dell’apprendimento. In particolare, i disturbi del
linguaggio compaiono e sono più frequenti in età prescolare, con
una prevalenza di circa l’8%, e tendono a risolversi
spontaneamente in età scolare in circa la metà dei casi.

Nel caso dei disturbi dell’apprendimento, quali dislessia,
disortografia, disgrafia e discalculia, esistono percorsi
diagnostici precisi, test standardizzati e una legge a supporto
dei ragazzi che ne soffrono. A tutela del diritto allo studio,
la norma prevede nuove metodologie didattiche e la formazione
specifica dei docenti.

RIZZOLI: UN BAMBINO BALBUZIENTE SARA’ ESPOSTO A CASI BULLISMO –
“Come medico, credo sia importante che aprano centri come
questo: i disturbi del linguaggio, infatti, sono spesso
sottovalutati – ha rimarcato l’assessore Rizzoli – in
particolare perché si manifestano in tenera età, ed è comune la
convinzione che i sintomi passeranno da soli. Ma non si tiene
conto che un bambino balbuziente sarà facilmente soggetto a
bullismo, il suo carattere svilupperà insicurezze e dovrà
affrontare molti ostacoli in ambito scolastico e sociale. Mentre
da adulto, quando non potrà più essere curato, avrà problemi sul
lavoro e nel rapporto con gli altri. Ecco perché bisogna
sollevare il velo su questi disturbi: al contrario di quanto
molti pensano, spesso non sono causati da una difficoltà
personale a interagire con il mondo, ma, al contrario, la
provocano”.

“La balbuzie – ha spiegato Pasquale Cannatelli, direttore
sanitario Vivavoce – è un disturbo riconosciuto, tanto da essere
inserito nel Manuale di Classificazione Internazionale delle
Malattie, lo strumento che riporta in modo sistematico e secondo
precise regole, la nomenclatura delle diagnosi, dei traumatismi,
degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e
terapeutiche. Purtroppo, ad oggi, il riconoscimento della
balbuzie è solo istituzionale e questo comporta che i costi
necessari a intraprendere un percorso terapeutico siano a carico
del paziente o della sua famiglia”.

V.A.

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