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Proverbio: D'aprile non ti scoprire.

La bellezza a portata di mano

 

di Valeria Acquarone

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 5 settembre 2019 – La bellezza si trova dappertutto, basta saperla vedere rinunciando a uno sguardo superficiale e frettoloso, ed eccola svelarci i suoi tesori segreti: fiori , sassi, tramonti, brillii sul mare là in fondo, tronchi contorti di ulivi, picchiate di rondini nella luce. E l’uomo, quello che non guarda, ma vede, ha imparato da sempre a farne tesoro, e da lì è partito per creare a sua volta, con quello che la natura gli offriva, piccoli e grandi capolavori, talvolta tutti da scoprire, come gli ancestrali muretti a secco delle fasce, costruiti con un’ abilità (e una fatica) che nulla ha da invidiare a quella dei costruttori delle cattedrali gotiche, e che sono stati per questo dichiarati patrimonio dell’umanità.

Ma, c’è chi fa un passo più avanti  e scopre in quello che gli sta intorno una fonte inesauribile di ispirazione per creare un nuovo bello, usando materiali scartati o sottovalutati per dar vita a vere e proprie opere d’arte.

E’ il caso di Rita Tomasoni, abitante in un paesino che par tratto da un libro di fiabe, Semorile, frazione di Zoagli, tra boschi, uliveti e l’ammiccare del mare.

Pezzetti di massello di legno, nella loro matericità e immediatezza hanno fatto scattare in lei la fantasia di una lunga serie di volti soprattutto femminili, a metà tra l’onirico e il reale, che subito incatenano l’occhio e liberano la fantasia. Incise nel sicuro spessore di un vecchio pezzo di albero, come le figurine che i bambini ritagliano nella carta, le donne di Rita , nella loro surreale bellezza, sbrigliano i sogni di le vede: riccioli sinuosi marezzati d’ombre e di luce, grandi occhi sognanti che guardano lontano, delicati uccellini tra le mani o nei capelli , e fiori, e pesci , piccoli o grandi che nuotano tra le chiome o sugli abiti, o ancora riempiono brevi sfondi immaginari di cui sono i soli protagonisti . A volte l’artista rappresenta solo visi, a volte figure complete. E poi ci sono ironici personaggi, come i due attempati bagnanti, lui con i baffi arricciati e il costume intero primo novecento, lei con uno striminzito bikini sulla panciotta abbronzata, così felici da strappare a tutti un sorriso.

Su di una lastra d’ardesia, trovata chissà dove, una Circe ammaliatrice dal bellissimo volto spiega al vento i suoi capelli ricavati da luminosi frammenti di specchi, da cui non staccheresti più lo sguardo.
Del tutto diverse le figure di legno “trovato” che vivono una seconda vita su pezzi di castagno del luogo: qui due soli colori, quello del legno e quello dell’impregnante bianco, creano magici guerrieri e i cantori di un fantastico coro, dove anche pezzi di pietra hanno una parte importante. Pure Ulisse fa la sua comparsa, il corpo e lo scudo ricavati da un antico letto di ferro battuto, la testa sbozzata in una pietra d’ardesi raccolta chissà dove, e l’ immancabile lancia di legno .

Ma, Rita sa esprimersi anche con altri materiali: accennavamo prima alla donna dai capelli di specchio: ebbene il vetro è un altro materiale che affascina la nostra artista, sia si tratti di vetri di Murano, che ha imparato a tagliare tanti anni fa, sia si tratti di semplici pezzi di bottiglia, “che però adesso faccio più fatica a trovare, perché c’è la differenziata, e la gente butta tutto negli appositi cassoni, e io non riesco a recuperarla” sottolinea con un sorrisetto birichino.

Le chiedo se ha fatto studi artistici, lei mi risponde che ha imparato a tagliare il vetro per fare vetrate , ma poi ha preferito servirsi di quel che trovava e faceva scattare in lei la molla creativa. Il suo lavoro “vero” è un altro, che le permette di acquistare i pochi materiali che non trova passeggiando qua e là, come per esempio i colori.
“Vuole trasmettere un messaggio particolare con le sue opere?” “Veramente no, creo quello che sento e che mi piace, e se dà anche agli altri la stessa gioia che provo io eseguendo i miei oggetti, sono contenta”
Che bello non sentire astrusi ragionamenti e finalità strane: quello che è bello è bello, e quello che è bello piace e trasmette gioia. L’ha proprio detto una visitatrice della mostra “ guardare queste creazioni dà gioia al cuore”. Vi par poco ? Grazie Rita, continua a sognare e a farci sognare.

Valeria Acquarone

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