(mi-lorenteggio.com) Milano, 30 ottobre 2020 – Nella notte a Milano (nel piazzale di Porta Genova verso l’ingresso della Metropolitana, in Via Valenza, fermata tram e sul ponte di ferro sul Naviglio Grande), sono apparse le opere della street artist Cristina Donati Meyer, dedicate alla “didattica a distanza”.
Le scuole (superiori) chiudono, ma le fabbriche no. Nel provvedimento sulle restrizioni sono prevalsi gli interessi economici rispetto alla cultura e alle nuove generazioni. L’opera rappresenta una bambina intenta a lanciare libri conto un poliziotto… didattica a distanza, appunto!
I giovani e gli studenti hanno diritto a contestare, civilmente, la scelta di chiudere scuole e di attivare la didattica a distanza, considerando che tutte le attività produttive sono ancora aperte.
Le scuole, i teatri, i cinema e i luoghi di cultura sono i luoghi nei quali meno di tutti gli altri, si è diffuso il virus. Il fatto che chiudano per primi questi luoghi di costruzione del futuro, lascia per lo meno perplessi.
Alle opere di “Didattica a distanza, book’s guerrilla”, sono stati affiancati interventi artistici riferiti all’”Esplosione del femminismo” e al “Black and female lives matter”.
“L’arte, lo studio e la cultura sono i luoghi dell’anima e della crescita, della costruzione del nostro futuro. Se chiusure o lock down devono farsi, si tengano per ultimi questi luoghi sacri, dove si sono verificati molti meno contagi rispetto a catene di montaggio e macelli”, afferma l’artivista.