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Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

Grande successo della XII edizione del Landscape Festival di Bergamo

(mi-lorenteggio.com) Bergamo, 12 ottobre 2022 – Si è chiusa con grande successo la XII edizione del Landscape Festival – I Maestri del Paesaggio, tenutasi in Città Alta a Bergamo dall’8 al 25 settembre. L’edizione 2022 del Festival, promossa da Arketipos e dal Comune di Bergamo, ha registrato circa 270mila visitatori che nel corso delle due settimane hanno popolato le strade della Città Alta partecipando alle oltre 70 iniziative in programma, tra talk, laboratori, mostre e installazioni. Prima fra tutte quella della Green Square, cuore pulsante del Festival, firmata quest’anno dal progettista e plant designer di fama internazionale Cassian Schmidt e dall’Università tedesca di scienze applicate di Weihenstephan-Triesdorf.

28 i relatori di fama internazionale coinvolti in occasione degli incontri formativi in programma e che hanno approfondito il tema del paesaggio declinandolo nelle aree dell’architettura, della sostenibilità economica e sociale, dell’arte, della medicina, dell’economia, dei giovani, della scuola, delle professioni e delle imprese. Oltre 400 i professionisti iscritti ai diversi talk, tra cui architetti, paesaggisti, agronomi, florovivaisti, avvocati, biologi, botanici, ingegneri, economisti e amministratori pubblici.  

Numeri che confermano la vocazione internazionale e l’importanza di un festival unico nel suo genere. L’edizione di quest’anno ha visto inoltre la partecipazione di un numero crescente di giovani provenienti da tutto il mondo – non solo dall’ Europa ma anche dal Giappone e dagli Stati Uniti -, segno di come il messaggio lanciato dal Landscape Festival si rivolga, con successo, ad una generazione che è sempre più consapevole e responsabile rispetto alle tematiche del paesaggio e di una progettazione rivolta al benessere e alla salvaguardia dell’ambiente.

Un messaggio che, nell’edizione 2022 del Festival, si è focalizzato sul tema del paesaggio dimenticato, Forgotten Landscape. Di questo e tanto altro si è parlato e dibattuto all’interno dell’evento di punta, l’International Meeting of the Landscape and Garden. Nelle storiche cornici del Teatro Sociale e della Sala Piatti di Bergamo, questo incontro ha riunito i più importanti esponenti internazionali di landscaping. Venerdì 23 e sabato 24 settembre, attraverso lecture, talk e testimonianze video, alcuni tra i più importanti esperti e progettisti del paesaggio hanno condiviso una propria interpretazione e visione del tema del festival attraverso il racconto dei progetti più rappresentativi.

Durante la prima giornata il primo a prendere la parola è stato l’architetto piemontese Luciano Pia, che ha delineato nuovi paesaggi urbani attraverso un’inversione nella composizione: dallo spazio aperto al costruito. Lo ha fatto presentando anche il noto progetto del “Condominio 25 Verde”, un edificio residenziale di Torino che rappresenta il primo esperimento di bioarchitettura ecosostenibile in città, dove quello che emerge è la perfetta integrazione della natura con l’architettura: l’intera costruzione è concepita come una sorta di foresta abitabile e la scelta delle specie vegetali è stata fatta per assicurare una varietà di fogliame, fioritura e colore durante tutto l’anno.  

Un approccio ecosistemico caratterizza il lavoro del paesaggista e vivaista francese Eric Lenoir. Laureato presso l’Ecole Du Breuil, Lenoir si è nel tempo specializzato in ambienti selvaggi e acquatici, pur non perdendo di vista la sua formazione iniziale per i giardini più tradizionali. Appassionato, molto sensibile alla nozione di ecologia, propone un punto di vista lontano dai sentieri battuti, con uno sguardo decisamente singolare. Con la convinzione che la natura sappia perfettamente gestirsi al meglio, suggerisce di imparare ad osservare il comportamento della natura e di considerare il giardino come un ecosistema all’interno di un più ampio ecosistema.

L’International Meeting ha inoltre ospitato la testimonianza dell’americano David LeRoy. I paesaggi dimenticati da lui descritti hanno portato la platea in California, a conoscere i progetti di giardini privati realizzati dallo studio GroundStudio con l’obiettivo di creare paesaggi appropriati al clima mediterraneo della California.

In collegamento da New York, ha portato il suo contributo poetico la nota fotografa vietnamita Ngoc Minh Ngo, autrice di scatti capaci di esplorare la bellezza intrinseca di piante e fiori spontanei. Le sue foto immergono chi le guarda dentro un giardino dando la sensazione di poter toccare o addirittura annusare la natura ritratta. Il senso estetico di Ngoc è ispirato dal paesaggio: gli umori mutevoli del mare, il vasto cielo aperto, e le molte sfumature di verde degli alberi. 

Spazio poi all’architetto cileno Juan Grimm, che nel corso degli anni ha assistito alla devastazione della sua terra. Promotore di una nuova consapevolezza e del rispetto per gli ambienti naturali, attraverso il suo lavoro il paesaggista esprime il proprio impegno per recuperare quanto distrutto dall’uomo. L’artificio del landscaper si incontra con la natura circostante, tanto che risulta difficile riconoscere dove finisce il giardino e dove comincia la natura.

In seguito, l’architetto inglese Gareth Edwards ha condiviso il ruolo dello studio SOM nella pianificazione di nuove città in Africa, in particolare Tatu City, in Kenya. Ha raccontato alcune delle sfide affrontate in questo contesto, tra cui la creazione di comunità inclusive e abitazioni per diversi gruppi socioeconomici, insieme ai fattori che contribuiscono alla vitalità di una città. Il progetto rappresenta una destinazione vivace per l’intera regione e un modello per il futuro sviluppo urbano nell’Africa subsahariana. 

Infine, John Little e la sua visione di paesaggio dimenticato. L’architetto ha proposto stimolanti riflessioni sull’incredibile biodiversità che si può trovare nei cumuli di spazzatura e nei siti industriali dismessi, o nei carrelli della spesa abbandonati nei fiumi. Partendo da questa pratica, Little ne ha tratto alcuni aspetti principali (gabbie di metallo riempite con materiali di scarto) per stimolare la biodiversità in giardini o spazi urbani, con uno sguardo modulare e scalabile. Malgrado un approccio provocatorio, il suo imperativo rimane quello di cercare la bellezza nel risultato finale, cosicché le persone siano stimolate ad avvicinarsi e ad immergersi nella vibrante biodiversità accolta da questi spazi interspecifici.

Nella giornata di sabato è inoltre avvenuta la premiazione del concorso Land Award, il Premio Internazionale del Paesaggio che riconosce l’eccellenza e il valore dei progetti di ampio interesse internazionale e capaci di fornire un contributo significativo alla promozione del dialogo tra natura e città. Vincitori di quest’anno, a pari merito, lo studio Lrc Arquitetura Paisagista della portoghese Laura Costa e Mosbach Paysagistes, studio parigino di Catherine Mosbach.

“In qualità di Presidente di Arketipos sono soddisfatto e orgoglioso nel vedere come, anche quest’anno, il Landscape Festival sia stato capace di attrarre così tanti visitatori provenienti da ogni parte del mondo. L’ennesima dimostrazione di come questo progetto rappresenti un evento senza pari nel panorama internazionale, grazie soprattutto all’approccio multidisciplinare che permette di approfondire il tema del paesaggio da più punti di vista e di costruire cultura, competenza e percorsi concreti a disposizione di progettisti, aziende e istituzioni.” Commenta Vittorio Rodeschini, Presidente di Arketipos.

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