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Rho. Un nuovo asilo nido da 60 posti a San Martino

Opera da 3 milioni di euro, finanziata dal Pnrr

(mi-lorenteggio) Rho, 17 novembre 2022  Le procedure per accedere a un primo bando di finanziamento erano state avviate nel maggio 2021, quando l’assessora Valentina Giro si occupava di Scuola e Maria Rita Vergani di Lavori Pubblici, nella giunta di Pietro Romano. Il progetto di un nido da 60 posti, estendibili in emergenza a 72, venne considerato ammissibile ma non ottenne i fondi. A distanza di poco più di un anno, quando il testimone era già passato a Paolo Bianchi per la Scuola e a Emiliana Brognoli per i Lavori Pubblici, nella giunta guidata dal Sindaco Andrea Orlandi, il progetto dello studio SBG è stato ripescato nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e ha ottenuto finanziamenti pari a 3 milioni di euro. E’ questa la prima opera del progetto “Rho – La città che cambia” che il Sindaco Andrea Orlandi ha voluto presentare alla città mercoledì 16 novembre a Villa Burba, con l’intera giunta comunale, nel primo di una serie di incontri che serviranno a far conoscere tutti i 30 progetti per un totale di 58 milioni di investimenti che cambieranno il volto di Rho nei prossimi 4-5 anni.  

La proposta progettuale dello studio SBG architetti è stata illustrata dagli architetti Massimo Sacchi e Marco Telesi. L’area di via San Martino gode del vantaggio della vicinanza con le scuole di via Tevere e della prossimità con il centro di aggregazione giovanile MAST, concorrendo alla realizzazione di un autentico “campus” scolastico, in perfetta coerenza con la visione della “living street della scuola” contenuta nel progetto di rigenerazione urbana. “L’originario orientamento nord-sud dei campi agricoli, confermato dalla giacitura degli edifici che hanno accompagnato in anni recenti la crescita urbana, evidenzia in modo inequivocabile una sorta di codice identitario di questa porzione di territorio, che il progetto intende confermare – hanno spiegato Secchi e Telesi – La generazione dei volumi del nuovo edificio è affidata a setti murari di differente lunghezza, rigorosamente orientati nord-sud che ripropongono l’ordinata tessitura della campagna coltivata. Il fronte urbano del nuovo edificio corrisponde allo spazio dell’accoglienza e rappresenta un luogo di mediazione fra il nido e la città. Questo ambiente è riservato agli accompagnatori/visitatori e si completa con una piccola sala studio-biblioteca e uno spazio coworking a disposizione dei genitori e aperto a tutti i cittadini negli orari di chiusura del nido. Per quanto riguarda gli ambienti destinati alla didattica, l’organizzazione degli spazi interni ed esterni, sul medesimo livello, stimola relazioni di visibilità con i circostanti spazi sistemati a verde, accompagnando i bambini e le bambine nelle prime esperienze di inserimento in uno spazio architettonico nuovo e diverso da quello domestico”.  

I padiglioni si articolano nelle tre sezioni con tre distinti atelier e i relativi servizi. Ogni sezione è immaginata secondo un sistema di ambienti caratterizzati e riconoscibili, funzionalmente definiti ma spazialmente flessibili e intercomunicanti. Il progetto persegue gli obiettivi di sostenibilità, di comfort e di raggiungimento dei livelli di qualità dei materiali e di risparmio energetico. Grazie all’ impiego di fonti energetiche rinnovabili e a un performante involucro edilizio, verrà raggiunta la classe energetica A4, la più alta prevista dalla legge in vigore. L’edificio sarà dunque classificato NZEB (Nearly Zero Energy Building).

  Gli assessori coinvolti hanno ricostruito l’iter del nido. Una prima idea nacque con la giunta Romano, considerando che parecchi bambini restavano esclusi da questo servizio per carenza di posti. “Spesso si parla di politiche per la famiglia e accesso delle donne al mondo del lavoro – ha evidenziato l’assessora Valentina GiroMa a volte il discorso rimane astratto e ideologico. Noi abbiamo puntato a scelte concrete, capaci di garantire una stabilità maggiore rispetto ai bonus per accedere magari ai nidi privati. E’ un investimento sul futuro della città, per permettere alle giovani coppie di trovare l’opportunità di vivere bene a Rho”.
La costruzione degli spazi è innovativa, si usano legno e vetro e tutto è connesso a uno stile educativo aperto alla natura e alle relazioni – ha aggiunto il vicesindaco Maria Rita VerganiAbbiamo partecipato al bando con l’acqua alla gola nel 2021, in agosto siamo rimasti esclusi. Una vera delusione. Ma abbiamo continuato a credere in questo progetto e portato avanti definitivo ed esecutivo per essere pronti a nuovi bandi: mentre concorrevamo, siamo stati ripescati ottenendo la copertura della totalità della spesa. Cosa che permetterà di realizzare uno degli obiettivi del programma elettorale”.  Paolo Bianchi, assessore alla Scuola, ha fatto il punto su quanto si fa già e sui numeri: “Abbiamo 338 posti disponibili nella fascia 0-3 anni con sette asili nido, cinque micro nidi e 5 nidi famigliari. L’indice di copertura è pari al 29,70 per cento. Con la nuova opera arriveremo a 398 posti e a una copertura del 35,16 per cento che supera quella richiesta oggi dall’Unione europea. Le liste di attesa oggi contano 67 bambini: il nido di San Martino permetterà di dare risposte a tutti. Inoltre distribuiremo 202.814 euro con legge della buona scuola e i fondi assegnati ai comuni, per i servizi da 0 a 6 anni”. Bianchi ha poi evidenziato la nascita del Coordinamento pedagogico territoriale che raccorda 95 servizi per l’infanzia dell’ambito rhodense: “Ogni decisione sarà presa con chi ogni giorno si occupa dei bambini, dai pedagogisti, alle istituzioni ai genitori. Altri 30mila euro permetteranno di fare formazione e di alzare una qualità che è già altissima”. “Non basta avere i soldi ma bisogna saperli spendere – ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici Emiliana Brognoli Ragioniamo su cinque parole chiave: intorno (perché sono inclusi Mast e scuole di via Tevere per una vera learning street); futuro, perché il nido è pensato per i più piccoli, con riflessioni di architetti e pedagogisti sulle tre sezioni 0-12 mesi, 12-24 e 24-36 mesi, in funzione della crescente autonomia; comunità, per la presenza di coworking e biblioteca che garantiscono una fruizione più ampia; contemporaneità, considerando i cambiamenti climatici e impianti di climatizzazione non scontati in un nido; infine sostenibilità, nell’attenzione ai materiali scelti, pensati in un’ottica di riutilizzo futuro, e per l’uso di fonti rinnovabili. Il Pnrr ci mette di corsa, abbiamo allacciato le scarpette per questa maratona: aggiudicazione entro il 31 marzo 2023, inizio lavori il 30 giugno 2023 e fine lavori il 31 dicembre 2025, collaudi e consegna chiavi al sindaco entro il 30 giugno 2026. E’ una corsa difficile e dobbiamo stare al passo”.

  Sacchi e Telesi hanno presentato il progetto redatto con i colleghi Sergio Gianoli e Maria Laura Negri pensando al Campus Zero3 come occasione di ricucitura di un contesto sociale particolare: “Il tetto è un elemento importante, ricoperto da un manto verde, oltre ad avere la visione romantica di un campo coltivato crea una valida coibentazione. Una piazza accoglie genitori e bambini, ci sono spazi aperti con tettoia e senza utili anche quando il nido è chiuso per eventi e presentazioni. I patii sono protetti dai platani, i bimbi si muovono liberamente. Il progetto copre 800 metri quadrati e permette di sistemare il marciapiede portando verde e sedute lungo la strada”.
Per rispondere alla richiesta di maggiore sicurezza lungo una strada già molto trafficata verrà creata una piattaforma rialzata per favorire il rallentamento dei veicoli e sarà incentivato l’arrivo dei genitori in bicicletta. La recinzione risulta arretrata, rispetto al filo della strada, mascherata da un cuscinetto verde.

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