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martedì, Maggio 14, 2024

Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

TREZZANO S/N. PRESENTATO IL RAPPORTO AMMINISTRATORI SOTTO TIRO

LOMBARDIA 5° REGIONE PER NUMERO DI MINACCE, LA PRIMA AL NORD

(mi-lorenteggio.com) Trezzano, 26 giugno 2023. Nel 2022 in Italia sono stati 326 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica Amministrazione. Due casi su tre si sono verificati al Sud e sulle isole (il 66% del totale). In testa la Sicilia con 50 casi censiti, seguono la Campania (49), la Puglia (48) e la Calabria (42). Il diciotto per cento del totale degli episodi ha riguardato le donne, amministratrici e dipendenti della PA con minacce dirette e indirette.

È quanto emerge dal Rapporto 2022 Amministratori Sotto Tiro realizzato da Avviso Pubblico, la rete antimafia di Enti locali e Regioni, presentato lunedì 26 giugno a Roma, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, alla presenza del ministro dell’Interno MatteoPiantedosi.

I dati per il 2022 per la Lombardia, dopo un aumento esponenziale del fenomeno durante la pandemia, segnano un calo riallineandosi ai dati pre-pandemia. Tuttavia ci raccontano la pervasività territoriale del fenomeno con 7 Province, 16 Comuni colpiti, 23 atti intimidatori, tra cui i comuni di Cantello, Legnano, Melegnano, Ossona, Rozzano, San Giuliano Milanese, San Vittore Olona, Monza, Meda Mulazzano, Bagolino, Capriate, San Gervasio, Sesto.

«I numeri dimostrano che gli amministratori locali restano le prime figure verso cui si riversano pressioni criminali e sociali. La riduzione in termini numerici non deve farci pensare a condizioni migliori – spiega Fabio Bottero, sindaco di Trezzano sul Naviglio e coordinatore regionale di Avviso Pubblico –. Amministratori o dipendenti pubblici vittime di atti intimidatori o forme di aggressione rinunciano infatti a denunciare per mancanza di fiducia nel sistema di tutela legale e protezione, come purtroppo è emerso nelle ricerche passate e dai dibattiti attuali. È quindi sempre più importante che le istituzioni nazionali sostengano in modo concreto gli Enti locali, in questa casistica specifica così come sulle attività correnti,
perché si avverte forte il rischio di un disimpegno dall’attività amministrativa. Il nostro Paese deve evitare con tutte le forze che ciò accada proprio in una fase storica in cui sono in corso grandi immissioni di risorse economiche già mira delle organizzazioni criminali».

Il trend è in calo rispetto all’anno passato. I numeri sembrano riportare le lancette dell’orologio a prima dello scoppio della pandemia, periodo in cui le tensioni sociali hanno scatenato un numero più elevato di intimidazioni. Ma i dati sono soltanto apparentemente confortanti. Fare il sindaco era, e resta, un lavoro difficile e talvolta pericoloso. Ce lo dicono i tanti casi di aggressione oppure le minacce di morte e le buste di proiettili nella cassetta delle lettere.

Ad essere coinvolti nella maggior parte dei casi sono i comuni al di sotto dei ventimila abitanti. E una minaccia su quattro non ha matrice criminale: sono comuni cittadini che sfogano il proprio dissenso rispetto a scelte amministrative sgradite con modalità violente e intimidatorie. Questo accade soprattutto al nord, dove le restrizioni sanitarie da covid-19 hanno fatto registrare attacchi diretti ai primi cittadini, provenienti dalla cosiddetta area no-vax.

Il Rapporto quest’anno si arricchisce di una sezione speciale sui casi di violenza politica
internazionale. A realizzarlo ACLED
(Armed Conflict Location & Event Data), che raccoglie
informazioni su date, attori, luoghi, vittime e tipologie di tutti gli eventi di violenza politica nel mondo. (DICHIARAZIONE CARBONI)

L’analisi di ACLED mette in evidenza la natura anonima delle violenze contro gli Amministratori Locali. Mentre in Italia i casi diminuiscono, aumentano invece in Francia e in Grecia. Ad emergere sono gli atti di violenza consumati attorno alla cosiddetta “galassia no-vax”. Ma oggetto dell’analisi è anche l’Ucraina martoriata dalla guerra. Le forze russe sono state responsabili del rapimento di almeno 76 amministratori locali che si sono rifiutati di collaborare con le truppe occupanti. Il fenomeno però era conosciuto anche prima dell’invasione su larga condotta dalla Russia. Nei quattro anni precedenti si erano registrato 125 episodi di vilenza contro sindaci e funzionari.

Il report si chiude, infine, con un’analisi delle violenze perpetrate a danno di giornalisti, con un totale di 518 eventi. In aumento rispetto ai 462 del 2021. Ad essere interessati sono 78 Paesi con in testa il Messico (46 eventi), il Bangladesh (46) e l’Afghanistan (38). Secondo il Committee for the Protection of Journalists, sono 67 i giornalisti morti a seguito di violenze nel 2022. Quindici di loro sono morti in Ucraina, seguita dal Messico con tredici vittime e Haiti con sette.

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