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Proverbio: Giugno ciliegie a pugno

Spada: “L’Europa deve riprendere in mano il proprio futuro. La mancanza di una politica industriale comunitaria e provvedimenti ideologici rischiano di far perdere competitività alle nostre imprese”

(mi-lorenteggio.com) Milano, 24 gennaio 2024 – “La Lombardia, grazie alle sue imprese, ancora una volta fa meglio del resto del Paese al punto che lo scarto di PIL rispetto al 2019 è addirittura superiore al +5%. È l’Europa, ora, a rischiare di perdere terreno”. Sono queste le parole pronunciate da Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, nel corso della Conferenza ‘Il mondo nel 2024: sempre più frammentato? Scenari per le imprese, tra rischi e opportunità’, promossa da ISPI, Assolombarda e SACE e che si è tenuta nell’auditorium della sede rinnovata di Assolombarda a Milano.

“Dal punto di vista geopolitico, ci troviamo ad agire in un momento storico in cui si stanno ridefinendo assetti, presupposti e gerarchie, talvolta addirittura secolari, dell’ecosistema industriale ed economico globale” ha continuato Spada, ricordando come, nonostante il rallentamento dell’economia globale, l’Italia sia il Paese europeo che ha registrato la ripresa più vigorosa dopo la pandemia. Nel 2023, l’Italia ha chiuso con un livello di Pil superiore del +3,0% a quello del 2019, ben sopra lo +0,8% della Germania, il +2,4% della Spagna, il +1,6% della Francia e del +2,1% del Regno Unito.

“Risultati frutto della reattività, competitività e innovazione delle nostre imprese – ha continuato Spada – che sono leader globali in molteplici specializzati in segmenti di altissima qualità, come la moda, il design, l’automotive, l’aerospazio, la meccanica, la farmaceutica e i beni di consumo. Il nostro è un Paese solido, operoso e intraprendente e a livello internazionale una delle più straordinarie e competitive economie”.

“Il 2024 – ha spiegato il Presidente di Assolombarda – non si è aperto certo con le migliori premesse, iniziamo a osservare i primi veri effetti dell’estensione del conflitto in Medio Oriente, con l’escalation degli attacchi nel Mar Rosso che ha messo a repentaglio la sicurezza dei traffici commerciali marittimi e ha riportato alla luce le tensioni sui prezzi dei noli. Per l’Italia il Canale di Suez rappresenta il 40% dell’import-export marittimo nazionale, cioè 154 miliardi di dollari e con la situazione attuale stiamo subendo un aumento considerevole sia del tempo di trasporto delle merci sia dei costi dei container che hanno raggiunto oggi i 6.282 dollari (18 gennaio 2024), cioè il +352% rispetto a ottobre 2023”.

Alessandro Spada ha espresso preoccupazione per il futuro dell’industria europea: “L’Europa è la seconda realtà manifatturiera del mondo, ma rischia di perdere terreno. Le cause sono fondamentalmente due: la mancanza di una strategia di politica industriale comunitaria e la leggerezza con la quale l’attuale Commissione e il Parlamento hanno compiuto scelte e varato provvedimenti fortemente ideologici e penalizzanti per l’industria europea. Questi orientamenti, insieme alla scarsa consapevolezza della forza della nostra industria e alla mancanza di strumenti finanziari comuni (come un fondo sovrano europeo finanziato da eurobond), rischiano di portare alla de-industrializzazione dell’Unione, alla perdita di competitività delle nostre imprese e all’alterazione della stessa concorrenza interna tra i Paesi Membri dell’Unione compromettendo quindi l’integrità e la forza unitaria del progetto europeo”.

Rispetto al tema dell’intelligenza artificiale, il presidente Spada ha dichiarato: “La burocrazia e i costi eccessivi rischiano di disincentivare lo sviluppo di queste tecnologie e di penalizzare la competitività delle nostre imprese”.

“Le imprese rimangono convintamente Europeiste. L’Europa dei prossimi anni – ha concluso il Presidente, ricordando il prossimo appuntamento elettorale di giugno – dovrà essere quella delle imprese, delle filiere industriali, del buon senso e della lungimiranza, con l’obiettivo di lavorare insieme per rafforzare e non ridurre la nostra competitività continentale, di tenere insieme la democrazia liberale, il mercato e il welfare. Il raggio minimo di azione e di ragionamento delle nostre imprese è l’Europa. L’Europa delle filiere. L’Europa dell’industria”.

Redazione

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