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CORONAVIRUS, AGLI SPEDALI CIVILI DI BRESCIA 180 POSTI PER PAZIENTI COVID ED EMERGENZE

GALLERA: MUTUIAMO DA ISRAELE MODELLO PER FASE 2 ED EMERGENZE
ROLFI: OSPEDALE DIFFUSO LA CHIAVE BRESCIANA CONTRO IL VIRUS
CAPARINI: REGIONE E TERRITORIO BATTERANNO INSIEME IL NEMICO

(mi-Lorenteggio.com) Milano, 4 aprile 2002 –  “Questa e’ una delle strutture piu’
grandi di Regione Lombardia per il coronavirus e nasce, con un
modello che prendiamo da Israele, a Brescia che e’ la provincia,
dopo Bergamo, che ha avuto l’impatto piu’ importante e ha avuto
una capacita’ di reazione forte nell’ospedale e anche sul
territorio”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione
Lombardia, Giulio Gallera, durante la conferenza stampa di
presentazione della riconversione di un’area interna agli
Spedali Civili di Brescia che sara’ riconvertita in un ospedale
Covid dedicato. Hanno partecipato anche gli assessori Davide
Caparini (Bilancio), Fabio Rolfi (Agricoltura, Alimentazione e
Sistemi verdi) e i direttori generali Marco Trivelli (Spedali
Civili) e Claudio Sileo (Ats)

PENSIAMO ALLA ‘FASE 2′ – “Da qui, da questa struttura che sara’
capace di 180 posti letto – ha continuato Gallera – stiamo gia’
iniziando a pensare a una ‘fase 2′. Che e’ prepararsi a
un’eventuale seconda ondata del covid19 e predisponendo le
nostre strutture anche a nuove problematiche relative a virus.
Ma anche per altre problematiche sanitarie”. “L’idea – ha
continuato – e’ quindi quella di realizzare ospedali di emergenza
o aree di ospedali che possono rimanere chiusi, ma pronti, e
ospitare pazienti per grandi afflussi come ci insegna il modello
di Israele. Dove hanno ospedali che vengono predisposti per le
emergenze e lasciati pronti”.

RIFERIMENTO PER RECRUDESCENZA O ALTRE EMERGENZE – “Qui – ha
spiegato l’assessore al Welfare – avremo il primo ospedale Covid
che servira’ oggi a gestire i pazienti che vengono via via
dimessi dalle terapie intensive e dai reparti di Infettivologia
per seguirli e, quindi, consentire anche all’ospedale di
riprendere la sua attivita’”. “Ma poi – ha continuato – rimarra’
pronto e attivo per potere, in qualche modo, accogliere altre
ondate della pandemia”.

ROLFI: LAVORO DI RETE DEL BRESCIANO – “Siamo agli Spedali Civili
– ha detto l’assessore Rolfi – per presentare gli interventi
realizzati in questo mese per l’emergenza, per ringraziare per
il lavoro encomiabile l’ospedale, i medici e tutto il personale
sanitario, i tecnici di laboratori, i medici di medicina
generale”. “E dare atto – ha continuato – di un lavoro intenso e
attento anche alle particolarita’ bresciane”.

OSPEDALE DIFFUSO – “L’idea dell’ospedale diffuso – ha
sottolineato – ha consentito di ridurre alle esigenze del
ricovero sfruttando la grande disponibilita’, riconvertendola,
della rete ospedaliera pubblica in primis, e anche privata,
esistente in provincia di Brescia”. “La decisone di realizzare a
Brescia, nel Civile, un centro dedicato alla degenza dei malati
Covid con funzioni specialistiche – ha spiegato – significa
mettersi nelle condizioni di essere pronti di fronte a una nuova
ondata e per curare meglio le persone malate. Per consentire al
Civile anche di tornare a occuparsi delle istanze di salute”.
“E, soprattutto, per affrontare – ha chiosato – anche i temi
della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione per
affrontare meglio questa malattia”.

CAPARINI: STUDIARE E PENSARE IL DOPO EMERGENZA – “Siamo in una
fase fondamentale – ha esordito l’assessore Caparini – che e’
quella di progettare il dopo emergenza. E lo stiamo facendo,
come sempre, con la guida e il supporto fondamentale dei
tecnici. Noi ci siamo sempre messi a disposizione e spesso anche
a servizio dei nostri tecnici, dei nostri scienziati per
comprendere il fenomeno e poi governarlo. Siamo nella fase del
governo e, quindi, questa iniziativa, per la quale, dal punto di
vista economico, Regione Lombardia, grazie al fatto che siamo
gente laboriosa, ha le risorse necessarie”.

RISORSE GRAZIE AD ANNI DI BUON GOVERNO – “Siamo stati ben
amministrati – ha sottolineato Caparini – in passato, quindi non
e’ merito ne’ mio ne’ di chi e’ in questa Giunta, ma di tutti coloro
che in precedenza hanno sempre voluto mantenere le risorse per
l’emergenza il poter disporre di risorse”. “Altrimenti – ha
continuato – non avremmo potuto comprare una mascherina, un
ventilatore. Non avremmo potuto fare pronti via 10 milioni di
euro per l’assunzione di specializzandi o di chi rientrava dalle
pensioni, i bandi che abbiamo fatto per poi gestire quello che
e’, in questo momento, la fase successiva all’emergenza. Non
avremmo potuto spendere 40 milioni di euro per acquistare i
ventilatori, le mascherine e le attrezzature che servono per
proteggere i nostri operatori, i nostri medici, i nostri
infermieri”.

AL LAVORO PER FARE DI PIU’ – “Possiamo fare di piu’, stiamo
facendo di piu’ – ha detto l’assessore – perche’ siamo convinti
che, proprio grande alla grande capacita’ che abbiamo dimostrato,
riusciremo a sconfiggere questo virus. Quindi, questo progetto,
che e’ un progetto pilota, e’ parte di questo disegno”.

PARTNERSHIP CON IL TERRITORIO – “Per tradurre in pratica il
progetto – ha spiegato – noi siamo assolutamente disponibili,
visto che e’ voluto da parte dalla citta’, con forza, proprio
perche’ e’ stato costruito nel tempo con chi qui sta lavorando e
fronteggiando il virus, dal punto di vista economico, a
intervenire direttamente o in collaborazione con la Fondazione”.

IL FARO GUIDA – “Il nostro faro guida – ha ribadito l’assessore
Caparini – e’ fare presto, fare bene, in economia, non buttare
via un centesimo perche’ rispettiamo i soldi della gente, poi,
pero’ il fattor tempo e’ fondamentale”. “Noi siamo disponibili –
ha concluso Caparini – e stiamo valutando qualsiasi opzione.
Affinche’ si parta il prima possibile, con il miglio progetto
possibile”.

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