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Sindaco per 24 anni, muore il “papà” di Trezzano

Trezzano sul Naviglio (23 ottobre 2008) – Alla guida di una Giunta Pci-Psi per 24 anni, è deceduto nella mattinata di ieri Romeo Salvini. “Tutta la città è in lutto – dice il sindaco Liana Scundi – e ricorderà sempre con affetto un uomo che ha dedicato molti anni della sua vita alla città, accompagnandone la crescita negli anni di maggior sviluppo. Romeo Salvini ha vissuto un’intensa attività sociale e politica sia come sindaco sia come uomo di partito, occupandosi delle vicende locali e nazionali. Trezzano gli renderà tutti gli onori dovuti a un grande Sindaco”.

La camera ardente sarà allestita venerdì 24 ottobre dalle ore 9 alle 11 nella sala cerimonie al primo piano del palazzo comunale di via IV Novembre 2. Subito dopo, il feretro sarà trasportato nella vicina chiesa di Sant’Ambrogio per la celebrazione funebre.

“Era un bravo compagno – ricorda Anna Pradella, assessora ai tempi di Salvini – molto vigile su tutto. Controllava quotidianamente il territorio e riferiva alla Giunta dove era necessario intervenire. Molto determinato, non guardava in faccia a nessuno se decideva che si dovesse perseguire un obiettivo. Ha accompagnato il boom della crescita demografica di Trezzano e introdotto i principali servizi rivolti alle famiglie, dalla refezione al doposcuola alle nuove scuole elementari”.

In molti lo ricordano come un sindaco interventista e per aver realizzato, ad esempio, il cavalcavia sulla ferrovia allo scopo di “abbattere uno dei muri che tagliava in due la città”.
“Cercava di affrontare – ricorda Giorgio Villani, consigliere delegato allo sport nell’ultima giunta Salvini – anche i più piccoli problemi. Quando riceveva le persone nel suo ufficio, annotava tutto su un taccuino che metteva poi nel secondo cassetto di destra della sua scrivania. L’indomani chiamava l’operaio del Comune e gli indicava dove intervenire”.
Anche Giorgio Villani lo ricorda come il sindaco che ha realizzato le scuole materne ed elementari per rispondere all’enorme flusso migratorio tra gli anni Cinquanta e Sessanta, con aziende come la Ivisc (oggi Bormioli) che contava circa 3.000 dipendenti.

“Si deve a lui l’avvio del primo Piano regolatore generale – precisa Villani – poi chiuso dal suo successore, affidato allo stesso tecnico che lo predispose per Venezia”.

È stato sempre lui a gestire l’emergenza criminalità organizzata, a metà degli anni Sessanta, quando l’allora Governo nazionale decise di trasferire al confino ben 120 mafiosi, in abitazioni situate tra Trezzano, Corsico e Cesano.
Dopo aver lavorato in un’industria metalmeccanica, ha aperto un negozio di frutta e verdura in piazza Risorgimento a Trezzano e, successivamente, un’agenzia di assicurazioni.
Era iscritto al Partito comunista italiano fin dal 1943 e ha continuato la militanza, aderendo recentemente al Partito democratico.
Redazione

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