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Cecchetti (LEGA): “Assegno unico non può andare a chi vive in Italia solo da due anni”

(mi-lorenteggio.com) Roma, 18 novembre 2021 – “Attendiamo il testo ufficiale, prima di giudicarlo, ma concordiamo con l’idea di uno strumento di sostegno alle famiglie con figli, come un assegno unico universale che accompagni la crescita dei bambini fino alla maggiore età. E ovviamente applaudiamo ad uno strumento che darebbe ulteriore sostegno alle famiglie con figli disabili. Fatta questa premessa sugli aspetti positivi riteniamo però che sarebbe inaccettabile che questa misura venga estesa, come leggiamo dalle anticipazioni, anche ai cittadini stranieri, comunitari o extracomunitari, con soli due anni di residenza nel nostro Paese. Così questa misura finirebbe a immigrati che finora non hanno versato le tasse nel nostro Paese, che non hanno contribuito al nostro Welfare e si troverebbero ad incassare un sostegno che, parametrato poi sul numero di figli, andrebbe quasi interamente a loro e non alle famiglie italiane. Estendiamo questo limite temporale da due a dieci anni: chi risiede qui da dieci anni lo riceve, non prima. Non sarebbe giusto che chi non ha ancora versato tasse nel nostro Paese, o ha versato pochissimo, ottenga subito un sostegno a spese di tutti i contribuenti. Non solo, utilizzando la dichiarazione ISEE sappiamo bene che ad essere penalizzate saranno le famiglie italiane, soprattutto quelle che hanno acquistato una casa sobbarcandosi enormi sacrifici con un mutuo trentennale, avvantaggiando come sempre le famiglie extracomunitarie che dichiarano di non possedere immobili quando poi magari possiedono proprietà immobiliari in Marocco, Egitto o Pakistan e non è possibile verificarlo. Vorrei ricordare a proposito un esempio pratico ovvero il caso eloquente della ‘Bebè card’, istituita dal Comune di Milano, riservata solo a chi aveva un ISEE inferiore a 17mila euro: il 70% di queste risorse finirono a famiglie extracomunitarie, circa 1300 famiglie sulle 1800 che avevano ottenuto questo aiuto. Peccato che a Milano, in quell’anno, nel 2017, secondo i dati della Camera di Commercio di Milano, Monza e Lodi, gli immigrati presenti a vario titolo avevano inviato rimesse ai loro Paesi di origine per oltre 580 milioni (la metà delle rimesse inviate dall’intera Lombardia), per cui la Bebe Card era finita a famiglie che poi inviavano soldi nei loro Paesi di provenienza finanziando il Pil e il Welfare dell’Egitto, Marocco ecc. Per cui vediamo di non ripetere gli stessi errori. Aiutiamo gli italiani, non chi è arrivato qui da due anni e non ha contribuito al nostro welfare, e non chi magari a case e terreni e altre fonti di reddito o di patrimonio all’estero.” Lo dichiara l’on. Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier.

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