A Milano una "Casa d’ascolto" per le donne arabe

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    Milano 25 luglio 2007 – Regione Lombardia, prima istituzione in Italia, sosterrà la realizzazione di una "Casa di ascolto" per le donne arabe. Promuoverà inoltre una ricerca sulla condizione della donna mussulmana in Lombardia e darà avvio a corsi di istruzione specificamente dedicati alle donne.
    Lo ha annunciato il presidente della Regione, Roberto Formigoni, nell’incontro con la presidente dell’Acmid (Associazione delle donne marocchine in Italia), Suad Sbai, accogliendo e facendo proprie le sue proposte. Presenti all’incontro anche l’onorevole Daniela Santanché, la vicepresidente dell’Acmid, Dounia Ettaib, e il sottosegretario alla presidenza della Regione, Robi Ronza, che seguirà da vicino la realizzazione dei tre progetti.

    "La nostra iniziativa – ha spiegato Formigoni – è tesa a favorire una convivenza basata sul rispetto reciproco, sul rispetto della legge e dei diritti, e a promuovere un’integrazione attraverso il dialogo nella diversità".
    La "Casa di ascolto" verrà realizzata a Milano tenendo conto della positiva esperienza di una struttura analoga avviata dall’Acmid a Roma con il sostegno dell’on. Santanché. Offrirà a tutte le donne mussulmane che ne hanno bisogno assistenza sociale, legale, medica, psicologica, attraverso professionisti volontari e sarà un luogo fisico e umano di accoglienza e di aiuto per le difficoltà.

    La ricerca sulla condizione femminile è stata richiesta non solo da Acmid ma anche da altre associazioni proprio per conoscere, e quindi combattere, le situazioni e le forme di sottomissione delle donne arabe agli uomini.
    "Offrire punti di riferimento e strumenti di conoscenza – ha detto Suad Sbai – è la forma giusta per aiutare le donne arabe a non sprofondare nell’emarginazione ma a sviluppare la coscienza di sè, della propria dignità e dei propri diritti all’interno della famiglia e nella società". Per la realizzazione di questa ricerca la Regione intende affidarsi all’Ismu, ma anche all’Istituto per la Famiglia dell’Università Cattolica e all’Irer.

    Redazione

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