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Trezzano. Sucameli replica alle accuse di Bottero

(mi-lorenteggio.com) Trezzano sul Naviglio, 22 settembre 2009 – Tira ancora aria di guerra fra Fabio Bottero, segretario uscente del Pd di Trezzano e Pietro Sucameli, presidente della TMS (ente pubblico che fornisce servizi al comune), dopo la “bufera” che ha colpito il gruppo dei dirigenti locali e ha portato all’annullamento dei vertici del Pd e al conseguente congresso per la rielezione del nuovo coordinamento. Nel suo discorso di uscita Bottero ha duramente attaccato il suo compagno di partito Sucameli per una presunta questione di incompatibilità di cariche. Abbiamo dunque ascoltato la dura risposta del diretto interessato.

Nel suo discorso di dimissione, Fabio Bottero, ha parlato di una necessaria distinzione fra ambiti del circolo e responsabilità degli amministratori eletti per la conduzione del comune, rianimando la polemica sulla questione di incompatibilità che la riguarda. Come risponde a queste accuse?

«Sono Presidente della società a capitale pubblico TMS dal 2005, ben due anni prima che nascesse il Partito Democratico; quando nel 2007 sono stato proposto per il coordinamento del circolo di Trezzano ho accettato con onore l’incarico, ma nessuno ha mai pensato ad una situazione di incompatibilità. La questione è nata nel momento in cui si è scelto di traslare la discussione politica su argomenti di natura personale che hanno rimesso in discussione la mia duplice veste di coordinatore locale e di presidente di un ente pubblico. Da quattro anni svolgo degnamente il compito che mi è stato assegnato dal sindaco Scundi e credo che se fare parte di una Azienda pubblica sia incompatibile con un incarico di partito c’è qualcosa che non funziona nelle regole.
Regole che hanno permesso di escludere dal dibattito alcuni membri del Partito, tra cui lo stesso Bottero che lavora per una azienda pubblica che opera con il comune, sulla questione di incompatibilità, concentrandosi solo su altri. Poste queste premesse, io posso anche accettare la critica, tant’è vero che ho deciso di farmi da parte e di non chiedere, al prossimo congresso, di essere inserito nel nuovo coordinamento del PD».

L’altra grande critica che le viene mossa è quella relativa al compenso da Lei percepito come presidente di TMS, che dal mese di gennaio 2009 risulta quadruplicato (da 5.400 euro annui a 24.597,84). Come si giustifica di fronte a queste accuse?

«La spiegazione è molto semplice. A Gennaio ho avuto dei problemi personali con l’altra azienda per cui lavoravo è mi sono trovato davanti a un bivio: dimettermi da presidente, con funzione di amministratore delegato, di TMS oppure lavorarvi a tempo pieno. Anche su richiesta della maggioranza, ho optato per la seconda alternativa percependo un emolumento pari 1.300 euro netti al mese, per dodici mensilità senza rimborsi spese, con l’obbligo di presenza nei week-end e con tutte le responsabilità che ne derivano, emolumento pari al 70% dello stipendio del Sindaco, come previsto dalla normativa vigente. Non ci dimentichiamo che quando è nata, la società aveva solo 4 dipendenti, mentre ora ne ha 31. Preciso che il mio mandato non è un’assunzione a tempo indeterminato, ma un incarico amministrativo che durerà fino al 2010. Bottero, invece, che nell’azienda pubblica in cui lavora è responsabile solo di sé stesso, percepisce più di 27.000 euro all’anno».

L’ex segretario di circolo ha poi menzionato la questione urbanistica, nella quale Bottero si lamenta per il poco sostegno riservatogli dai compagni di partito nelle decisioni sulle posizioni da prendere nelle questioni cruciali come la Demalena. Cosa ne pensa di questo atteggiamento?

«Prendo spunto dall’esempio più importante della Demalena. Di questo progetto assolutamente cruciale per Trezzano ne stiamo discutendo da più di due anni, ancora prima che nascesse il Pd.
Tutti i partiti di maggioranza hanno dato indicazioni precise, con i relativi paletti entro cui muoversi, al sindaco Scundi. Quando alla fine, io dico anche troppo con calma, si è deciso di procedere nella direzione designata, Bottero si è detto sorpreso e ha dichiarato necessario uno stop di discussione. La Demalena è un progetto che cambierà la vita a quella zona del paese, è necessaria. Ma un segretario che da sei mesi è “latitante” alle riunioni di maggioranza, dove si discutono proprio queste cose, non può permettersi di criticare e poi dire che gli altri hanno sbagliato, sarebbe troppo facile. Del resto, una persona che definisce l’intervento in via Treves, che ha portato alla costruzione di 50 case popolari, un “ecomostro”, dimostra di capire poco di urbanistica ma soprattutto di non sapere quali sono le reali necessità del suo paese».

Le critiche che lei rivolge a Bottero sono molto forti, anche il sindaco Scundi ha recentemente dichiarato che l’ex segretario ha fatto bene a dimettersi, ma qual è la reale situazione del Partito Democratico di Trezzano?

«Innanzitutto chiariamo che Bottero non si è dimesso, perché quando 9 membri su 12 del coordinamento del circolo non ne fanno più parte, il segretario che da loro è stato eletto decade automaticamente. La mossa di Bottero da “bravo ragazzo” che si dimette per dare l’esempio e che poi spara a zero su alcuni membri del partito a pochi giorni dal nuovo congresso mi sembra molto strumentale e tutt’altro che da “bravo ragazzo”. Per quanto riguarda, invece, la dichiarazione del Sindaco, mi aggrego e dico che era pure ora che Bottero se ne andasse. Il Pd non funziona da 2 anni, è irreperibile sul territorio, è l’unico partito che non ha la visibilità a livello territoriale che gli spetta. Se il Pd non funziona ne è responsabile il segretario, non gli altri su cui lui scarica le responsabilità».

Questa vicenda ha azzerato i vertici locali del Pd di Trezzano sul Naviglio, ha creato forti incomprensioni interne, ma soprattutto ha destato qualche perplessità negli elettori, anche in vista del prossimo congresso e dell’imminente elezione del nuovo segretario nazionale, come ne esce il partito in generale da questa situazione?

«Il Partito Democratico è alla ricerca di una sua configurazione, siamo in una fase di discussione, ma il problema è che talvolta, le discussioni non vengono usate per creare una linea comune, ma per ostacolare i nostri antagonisti politici con l’unico fine di farsi strada, calpestando anche il partito stesso. In questo senso posso dire che a volte le nuove leve sono peggio di quelle vecchie, e noi ne abbiamo un esempio lampante sotto gli occhi. Nella corsa alla segreteria nazionale appoggio Bersani perché l’idea alternativa di Franceschini non mi convince. La sua volontà di costruire un partito liberista in stile anglosassone non mi sembra possibile in un paese come il nostro in cui manca la cultura per farlo. Bersani, invece, vuole un partito con delle regole e, io, essendo uomo di Partito, voglio regole serie e uguali per tutti, voglio che chi è responsabile si assuma la responsabilità delle proprie scelte cosa che, invece, Fabio Bottero in questi due anni da segretario locale non ha fatto».

Niccolò Locati

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