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Proverbio: D'aprile non ti scoprire.

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GIORNATA LEGALITA’, ASSESSORE ISTRUZIONE A CENTRO GALDUS TRACCIA RITRATTO INEDITO DI GIOVANNI FALCONE

Milano, 24 maggio 2018 – "Una Cinquecento giallo uovo, questo era per Giovanni Falcone lo strumento che gli dava un po’ liberta’: era un uomo sotto pressione e scortato ogni giorno, quindi a volte, la sera, salutati gli uomini di guardia assicurando che non sarebbe piu’ uscito di casa, aspettava un po’, poi saliva sulla sua utilitaria e andava, da solo, a trovare gli amici": e’ il ritratto inedito, ‘in borghese’, del giudice ucciso dalla mafia, che l’assessore regionale a Istruzione, formazione e lavoro ha raccontato questa mattina a 250 dei 1.400 studenti del centro di formazione professionale Galdus, una delle eccellenze formative lombarde sostenute dalla Regione. L’occasione, all’indomani dell’anniversario della strage di Capaci, era una giornata di riflessione su legalita’ e liberta’, cui hanno partecipato anche tre detenuti del carcere di Opera, condannati all’ergastolo per reati di mafia e camorra. "Ho conosciuto Falcone un sabato sera del 1992 – ha raccontato l’assessore agli studenti – a casa del ministro della Giustizia Claudio Martelli, che sosteneva l’attivita’ antimafia del giudice e ne era amico; quella sera il ministro aveva riunito a casa sua un gruppo di amici, sul tardi, la Cinquecento si fermo’ davanti a casa sua e al cancello comparve Falcone. Voleva qualche ora di serenita’, in incognito. Queste sortite solitarie non erano rare: quando gli chiesi se non avesse paura, lui disse una delle sue frasi destinate a diventare famose: ‘Certo che ho paura, ma la questione e’ imparare a conviverci e non farsi condizionare: questo e’ il coraggio. Senno’ e’ incoscienza’". La giornata con gli studenti ha avuto momenti di grande partecipazione emotiva quando i tre detenuti, Roberto Cannavo’, Alessandro Crisafulli e Adriano Sannino, hanno raccontato apertamente il loro passato; ma soprattutto il loro percorso di recupero, da assassini della mala organizzata a portavoce della redenzione sociale, grazie all’attivita’ svolta nell’associazione, oggi anche cooperativa, ‘Gruppo della Trasgressione’, che coinvolge una settantina di detenuti nelle tre carceri milanesi in un programma di analisi psicologica, riabilitazione e testimonianza, ideato e guidato dallo psicologo Angelo Aparo.
Redazione

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