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MANIFATTURA, IMPRESE LOMBARDE SENTONO CRISI MONDIALE, BENE TASSO OCCUPAZIONE

(mi-lorenteggio.com) Milano, 30 luglio 2019   La produzione lombarda, in sintonia con
il peggiorato clima economico internazionale, presenta una
svolta negativa del dato congiunturale (-1,2%) per l’industria,
mentre per l’artigianato il risultato rimane positivo (+0,2%).
Anche il dato tendenziale presenta lo stesso schema, negativo
per l’industria (-0,9%) e leggermente positivo per l’artigianato
(+0,3%). Peggiorano le aspettative sulla domanda sia estera che
interna.
Sono questi i dati emersi nella tradizionale conferenza stampa
organizzata da Unioncamere Lombardia per illustrare l’andamento
delle imprese manufatturiere presenti in Regione a cui ha
partecipato l’assessore allo Sviluppo Economico Alessandro
Mattinzoli.

MATTINZOLI: SERVE AUTONOMIA – “Il dato che e’ emerso oggi – ha
commentato l’assessore Mattinzoli – e’ da leggere con molta
attenzione perche’ conferma un trend in parte gia’ in atto, ed e’
un segnale di forte incertezza. Dobbiamo valutarlo se non come
un allarme, ma almeno come una rilevazione da attenzionare. E’
chiaro che ci sono cause che non dipendono da noi, ma dipendono
dalla situazione internazionale. Prima di tutto – ha proseguito
Mattinzoli – i dazi degli Stati Uniti e di Cina e poi la Brexit:
queste sono situazioni che non possiamo gestire”. “E’ comunque
fuori discussione – ha proseguito Mattinzoli – che Regione
Lombardia abbia esercitato un forte impegno su alcun temi
importanti come l’economia circolare, come il bando che aiuta le
nostre aziende a partecipare alle fiere internazionali e altri
provvedimenti importanti; tutti concordati con il modo
economico”.
“A fronte di questo – ha aggiunto l’assessore regionale – i dati
ci dicono che c’e’ un momento di debolezza del mercato
soprattutto industriale e questo dipende anche da una filiera
produttiva di cui noi facciamo parte con la Germania. Per di piu’
c’e’ una situazione di incertezza nel paese e mai come in questo
momento, l’autonomia diventa una necessita’ piu’ che
un’opportunita’. E questo perche’ – ha concluso l’assessore
lombardo – in un Paese dove ci sono delle regioni che vanno a
velocita’ diverse dal punto di vista sociale, economico e
politico, l’Autonomia darebbe la possibilita’ ad ogni regione di
approvare provvedimenti e misure adeguate alla sua realta’” .

SALE IL SETTORE DEL LEGNO, CALA ABBIGLIAMENTO – In crescita
significativa rimangono i settori del legno-mobilio (+1,7%),
degli alimentari (+1,7%), della siderurgia (+1,0%) e della
chimica (+0,5%). Cali si registrano per abbigliamento (-9,7%)
pelli-calzature (-2,7%); meccanica (-1,6%); tessile (-1,3%);
mezzi di trasporto (-1,2%); carta-stampa (-0,9%); manifatturiere
varie (-0,8%).
L’indice della produzione industriale, scende a quota 110,4; per
le aziende artigiane l’indice della produzione sale a quota
98,2.

OCCUPAZIONE IN CRESCITA – L’occupazione per l’industria presenta
un saldo positivo (+0,3%), grazie a un tasso d’ingresso che sale
al 2,2%, contrastando la crescita del tasso d’uscita (1,7%).
Anche nell’artigianato il saldo occupazionale e’ positivo
(+0,7%).

MEGLIO LE ASPETTATIVE DEGLI IMPRENDITORI – Le aspettative degli
imprenditori industriali sulla produzione, dopo il peggioramento
continuo degli ultimi quattro trimestri, tornano positive. Nel
caso dell’artigianato sono piu’ pessimistiche, con saldi tra
previsioni di crescita e diminuzione negativi per quasi tutte le
variabili. Una zona-euro basata sul traino dell’export tedesco
che, attraverso le catene dell’offerta, ha un impatto
particolare sulle vicende lombarde, viene a trovarsi di fronte
ad una nuova sfida che sara’ tanto piu’ ardua quanto piu’ le
vicende internazionali si allontaneranno dalle forme con cui si
sono manifestate nell’ultimo decennio.

SERVE FARE PIU’ RETE – Il focus di approfondimento sulle filiere
e relazioni tra imprese rileva una scarsa propensione delle
imprese lombarde ad attivare forme di aggregazione e
partnership. L’analisi realizzata su clienti e fornitori
evidenzia le differenze tra imprese industriali e artigiane, con
le prime che sono in relazione con imprese di maggiori
dimensioni, raggiungono mercati piu’ distanti (spesso anche
esteri), e sono inserite in ‘supply chain’ piu’ lunghe.

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