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Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

Europa divisa (anche) a tavola

Milano, 30 novembre 2020 – Per quanto riguarda la strategia adottata dall’Unione Europea in campo alimentare, esiste da quest’anno la cosiddetta Farm To Fork: un sistema che intende rendere qualsiasi tipo di produzione e consumo alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Per questo, l’Unione Europea ha infatti messo in atto una trattativa per proporre una nuova ed innovativa proposta di etichettatura nutrizionale. In questo modo – si pensa – il consumatore avrà più informazioni a disposizione per regolare la propria dieta. Quando facciamo la spesa, è infatti consigliato leggere attentamente i dati nutrizionali, in modo da rendere le nostre tavole più consapevoli, sia in campo del benessere che in quello della sostenibilità.

Più informazioni. Più consapevolezza di scelta?

 Ad oggi, conosciamo tutti l’etichettatura standard (dal regolamento ‘’FIC’’ che proviene dagli articoli da 30 a 34 del regolamento (UE) n. 1169/20112) in cui vengono espressi i valori energetici e le quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Queste tabelle hanno reso semplice la lettura e l’espressione di 100g o 100ml di prodotto, ma forse non bastano.

Per rendere la vita dei consumatori ancora più semplice, si è pensato di aggiungere – anzi – di ripetere, le informazioni nutrizionali secondo un nuovo schema. L’articolo 35 del regolamento FIC permette di poter ripetere volontariamente il valore energetico delle sostanze nutritive sotto altre forme di espressione, come ad esempio con l’ausilio di forme grafiche e simboli diversi.

Per essere approvate dalla legge, queste nuove forme grafiche e simboli devono però rispettare diversi requisiti di legge. Soprattutto, devono consigliare onestamente i consumatori, senza indurli in errore. Un sistema più semplice ed efficace per la comprensione del valore nutritivo ed energetico dell’alimento avrà un impatto considerevole sull’acquisto da parte dei consumatori. Altro fattore da considerare per i produttori di alimenti confezionati è quello di essere certamente oggettivi, senza discriminazioni e barriere alla libera circolazione delle merci, concetti fondamentali per l’Unione Europea.

Il sistema francese Nutri-score è generico (e proibizionista)

È noto che ad alcune multinazionali piacciono le forme, le lettere e i colori per indicare l’apporto energetico di una sostanza. Così prende vita il semaforo a 5 colori, chiamato ‘Nutri-score’ e già applicato sulle etichette in Francia senza prima esservi un impegno comunitario a livello europeo. Un segno grafico che non ha dimostrato inoltre di essere efficace nell’aiutare il consumatore finale a valutare il reale valore e qualità dei cibi. Questo semaforo aiuta a distinguere ciò che è buono (in verde) da ciò che non lo è (in rosso), passando per una serie di gradazioni.

Da molte associazioni di settore questo sistema è stato considerato ‘’fuorviante, discriminatorio ed incompleto’’(Coldiretti) secondo cui avrebbe penalizzato prodotti tradizionali a scapito di prodotti che non recano trasparentemente l’origine dell’alimento.

I più discriminati da questo sistema sono senza dubbio il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ma anche l’olio extravergine di oliva (che esistono da secoli sulle nostre tavole). Lo schema Nutri-score non è adatto a sostenere l’idea che si debba misurare l’apporto energetico in base alla quantità assunta e non a un ipotetico 100g/100ml.

Il sistema italiano Nutrinform battery

I cattivi risultati attribuiti a prodotti della tradizione culinaria italiana hanno sorpreso l’Italia, che non è sola. Insieme a lei, contro la Francia in particolare (ma anche Belgio, Spagna, Germania, Paesi Bassi e Lussemburgo), si scagliano Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Lettonia, Ungheria e Romania. Questi paesi propongono di escludere qualsiasi schema che fornisca una valutazione complessiva di un alimento, riuscendo inoltre ad esentare quei prodotti con origine protetta e a base di singoli ingredienti.

Nei prossimi mesi, i consumatori italiani vedranno un’icona a forma di batteria, che suggerirà la presenza di calorie, zuccheri e sale per porzione. Questo permette al consumatore di intuire l’apporto nutritivo ed energetico in modo semplice e chiaro, proprio come la batteria di uno smartphone. La percentuale di batteria ci aiuterà a capire meglio come consumare cibo, in quali misure e situazioni.

Vedremo presto 5 batterie che hanno come obiettivo quello di ridurre la crescita del numero di persone in sovrappeso. Un’informazione corretta è il primo passo verso questo obiettivo.

La dieta mediterranea è salva

È evidente quanto le abitudini alimentari di una popolazione incidano politicamente sul tavolo dell’Unione Europea. Non a caso i paesi schierati con l’Italia condividono saperi, culture e abitudini. L’Italia condivide gli stessi interessi di altri paesi europei ed è in prima linea per salvare la dieta mediterranea a tutela del Made In Italy e con esso un modo di stare al mondo, sano e più consapevole.

Al consumatore il bilancio finale

L’approccio che ha avuto l’Italia insieme agli altri paesi alleati – basato sull’educazione – è vincente. La piramide alimentare ci ricorda che non esistono alimenti cattivi o brutti in assoluto, ma solamente corrette quantità di consumo per ogni alimento.

L. M.

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