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lunedì, Maggio 6, 2024

Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

TEATRO PARTECIPATO A CURA DI MIMMO SORRENTINO ALLA FONDAZIONE ASILO MARIUCCIA F.A.M.

Le riprese, ad opera del regista e sceneggiatore Bruno Oliviero (fresco di David di Donatello per la sceneggiatura del film Ariaferma), diventeranno un film che verrà presentato al 120° anniversario della Fondazione Asilo Mariuccia

di Principia Bruna Rosco

(mi-lorenteggio.com) Milano, 23 giugno 2022 – Il 9 giugno 2022, alla Fondazione Asilo Mariuccia F.A.M. di Milano, si è tenuto un evento speciale “Un’esperienza di teatro partecipato per gli educatori, per riprendere consapevolezza del proprio io” i quali hanno orgogliosamente affermato “Io lavoro all’Asilo Mariuccia”.

L’Evento è stato a cura di Mimmo Sorrentino che ha messo in scena i sentimenti degli educatori della Fondazione F.A.M.

Ho intervistato il Generale Camillo de Milato, Presidente della Fondazione Asilo Mariuccia F.A.M. al quale ho chiesto il perché di questa esplorazione del vissuto degli educatori nell’ambito della Fondazione:  “Gli educatori coinvolti nel percorso – risponde il Presidente – sono stati condotti attraverso un viaggio che li ha portati a indagare sui loro vissuti, sui momenti più forti della loro esperienza lavorativa, fino alla messa in scena di un’elaborazione di questi sentimenti che, all’interno del meccanismo della drammatizzazione diventano paradigma del “mestiere dell’educare” e “dell’essere educatore””.

Quindi è stato un percorso per riuscire a guardare al proprio lavoro, a cosa davvero significhi il mestiere della cura dell’altro, dell’attenzione verso i più fragili? “Sì. Questa esplorazione – continua de Milato – è per l’educatore di comunità un nodo imprescindibile. L’educatore, e più in generale colui che lavora nelle professioni d’aiuto, non è un lavoratore come tutti gli altri. Egli produce un bene intangibile ma al contempo fortissimo. Sanare le ferite dell’animo attraverso la relazione quotidiana, riallacciare nodi, sostenere gli ospiti nelle loro competenze, anche quelle che pensano di aver perso o di non avere mai avuto. Un percorso difficile che scava nell’animo degli ospiti che, a volte, crea tensione, che lascia il segno anche nel profondo dell’educatore”.

Al Direttore Generale F.A.M. Thomas Parma chiedo:

A cosa mira questo percorso di teatro partecipato? “A fare emergere strumenti di conoscenza di sé stesso nell’educatore per arrivare alla consapevolezza delle proprie emozioni e di quanto esse incidano sulla relazione con le persone di cui si occupa. È stato un percorso reso possibile dalla grande esperienza di un Maestro d’eccezione, Mimmo Sorrentino, docente di Teatro Partecipato presso la scuola Paolo Grassi di Milano, conduttore di stage di alta formazione e laboratori rivolti alle fasce deboli della popolazione e nei contesti di aiuto, autore di svariati testi tra cui “Che tutto sia bene” presentato durante la rassegna Book City”.

Attraverso la sapiente regia di Mimmo Sorrentino gli educatori hanno narrato il vivere quotidiano della comunità, ma anche i sentimenti di gioia, soddisfazione, rabbia e frustrazione che emergono fortemente in chi ora dopo ora, giorno dopo giorno si accosta alla vita degli Altri. Perché educare significa anche mettere in gioco la propria vita: perché non esiste nel rapporto educativo un “Dentro” e un “Fuori”, tutto si mischia, tutto entra nel gioco delle parti di quel palcoscenico che è la vita.

Uno alla volta, gli educatori hanno parlato della loro esperienza:

“Lavoro all’asilo Mariuccia dal 2006. Allora avevo ventiquattro anni. Nel mio primo mese di servizio ho lavorato sempre nel turno di notte con il compito di monitorare una ragazza che spesso rientrava in comunità ubriaca o in forte stato di alterazione. Aveva provato a gettarsi dal balcone e sfondare una porta a vetri. Così passavo la notta nella stanza a fianca con la porta aperta, smontavo alle nove del mattino, tornavo a casa a dormire e, al risveglio, ritornavo in comunità. Così per un mese […]. Durante quel mese la ragazza non diede grandi problemi, mi ricordo che mi sentivo felice”

“Data di assunzione 1/10/1996Una mamma con quattro bambini resta incinta mentre è in comunità. Il bambino nasce, la madre è in grado solo di dargli il biberon all’interno della carrozzina, senza mai prenderlo in braccio e lo cambia solo quando se ne ricorda. Inizia il maternage da parte di tutti noi educatori, Io sono appena rientrata da un periodo di malattia, ero incinta, ho avuto un aborto spontaneo. Dopo sei mesi si decide per l’adozione di entrambi i bambini. […] a me il compito di accompagnare il neonato in comunità […]”.

La cosa più bella è quando ho modo di andare a trovare le mamme a casa loro dopo le dimissioni. È un caffè bevuto a casa loro. È un brindisi alla riuscita loro e nostra. È il preludio di un legame fatto di foto che si guardano con stupore, di telefonate fatte alle feste comandate, di altri e nuovi traguardi conquistati”.

“Non lasciamo mai andare via del tutto le persone con cui abbiamo lavorato. Restano sempre dentro di noi e, a volte, senza un vero motivo, qualcosa riaffiora”.

Tutto questo magma di idee, ricordi, sogni, speranze, paure… è diventato, per i gli educatori della Fondazione, materiale di formazione. L’educatore è un mestiere unico, incredibile, difficile e meraviglioso. L’unione delle due cose dona sensazioni indescrivibili e immense.

Il teatro è un luogo sacro, dove la vita, la memoria e il sentimento si incontrano.

In una atmosfera densa di sentimenti ed emozione, gli educatori hanno portato in scena lo spettacolo ideato insieme la sera del 9 giugno 2022 nel giardino della Sede della Fondazione di via Nicolò Jommelli.

Le riprese, ad opera del regista e sceneggiatore Bruno Oliviero (fresco di David di Donatello per la sceneggiatura del film Ariaferma), diventeranno un film che verrà presentato al 120° anniversario della Fondazione Asilo Mariuccia.

Un grande applauso a Mimmo Sorrentino e agli educatori della comunità F.A.M. ai quali va il nostro ringraziamento perché hanno dedicato tempo e passione, per fare sì che questo progetto diventasse realtà, regalandoci una serata di intensa emozione e bellezza.

                                                                       Principia Bruna Rosco

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