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Proverbio: D'aprile non ti scoprire.

FESTA DELLA LIBERAZIONE. A MILANO IL CORTEO NAZIONALE PER IL 25 APRILE – FOTO

(mi-lorenteggio.com) Milano, 25 aprile 2023 – Gonfaloni, sindaci, associazioni, sindacati e tanta gente, circa 100mila, in corteo oggi a Milano per il tradizionale corteo nazionale per il 25 Aprile.

“Oggi Milano ha risposto a chi in queste settimane ha continuato imperterrito a gettare fango sulla Resistenza, sull’antifascismo, sulla nostra storia. Il 25 Aprile si festeggia la liberazione del nostro Paese dal nazifascismo, il sacrificio di chi ha dato la vita per consegnarci un Paese libero e democratico. La Liberazione, lo ripeto. I tantissimi applausi che hanno accompagnato l’arrivo del nostro spezzone sono un’iniezione di fiducia: oggi con noi in piazza c’era l’Italia che celebra i valori nati dalla Resistenza e scolpiti nella nostra Costituzione. Il nazifascismo è un odioso capitolo della nostra storia che non tornerà, respingeremo puntualmente ogni rigurgito. Ora e sempre Resistenza”. Così la deputata e segretaria del Pd Milano Silvia Roggiani.

Oggi, anche il Movimento 5 Stelle della Lombardia ha manifestato con la parte sana del paese. Con orgoglio i consiglieri regionali, Nicola Di Marco e Paola Pizzighini, hanno sfilato da Palestro a Duomo, con i consiglieri municipali e gli attivisti pentastellati, sotto uno striscione che riportava parole d’ordine chiare e inequivocabili: Resistenza, Libertà e Partecipazione.

Nicola Di Marco, presidente M5S Lombardia: “Ai nostri governanti locali e nazionali diciamo con fermezza che siamo pronti a tutelare i valori della costituzione, dei principi dell’antifascismo e della giustizia sociale, considerate le ripetute e recenti ambiguità. La storia non si riscrive, nessun dubbio da chi governa su questi ideali”.

Acerbo (Prc-Se): oggi in piazza con l’ANPI a Milano con bandierone della pace

Oggi sarò in corteo a Milano con l’ANPI come sempre il 25 aprile. Porteremo un grande bandierone della pace di 30 metri per ribadire il ripudio della guerra dell’articolo 11  e la richiesta che l’Italia interrompa l’invio di armi e assuma finalmente un ruolo di mediazione come imporrebbe la Costituzione.

Saremo in piazza contro i neofascisti al governo, le loro politiche reazionarie e classiste, per dire no all’autonomia differenziata e al presidenzialismo che rappresentano lo stravolgimento definitivo della Costituzione del ’48. Non si tratta soltanto di difendere la storia e la memoria ma di continuare a lottare per l’attuazione della Costituzione. Anche oggi Giorgia Meloni, con un lungo articolo sul Corriere, dimostra che la destra italiana rimane erede dei fascisti. Non usa la parola Liberazione perché tale non è stata per i fascisti come Giorgio Almirante che dettero vita al MSI. Evidentemente non lo è per Fratelli d’Italia e la destra nel suo complesso. Giorgia Meloni ribalta con il solito vittimismo la realtà: a dividere il paese sarebbe chi condanna il fascismo non chi, come lei e i suoi camerati e alleati, non si dice nel 2023 antifascista.

Finchè queste saranno le posizioni della destra, condite di ogni sorta di razzismo e xenofobia, non potranno che essere definiti come neofascisti.

A Giorgia Meloni che oggi pare aver scoperto che partigiane/i si definivano patrioti ricordiamo che la maggior parte di loro, come la maggior parte dei condannati del Tribunale Speciale nei lunghi anni della dittatura, erano comunisti. I traditori della patria erano quelli che stavano dalla parte di Hitler e Mussolini. 

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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