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Rho. “Non giochiamoci la vita”: a San Michele incontro sul gioco d’azzardo patologico

Giovedì 21 settembre alle ore 21 all’oratorio di via Odescalchi. Fra i relatori l’assessore alla legalità Nicola Violante

(mi-lorenteggio.com) Rho, 18 settembre 2023 – La Parrocchia di San Michele ha raccolto l’invito espresso dall’Amministrazione comunale nel week end del 20-21 maggio quando è stato sottoscritto da una sessantina di realtà cittadine il Patto di comunità “Non giochiamoci il futuro”, di contrasto al gioco d’azzardo. La sera di giovedì 21 settembre, alle ore 21, sotto il tendone dell’oratorio di via Odescalchi, si terrà un incontro dal titolo “Non giochiamoci la vita”, che vanta il patrocinio del Comune di Rho.

Interverranno l’assessore alla Legalità Nicola Violante; la segretaria regionale di Legautonomie, referente della campagna “Mettiamoci in gioco”, Angela Fioroni, e la psicoterapeuta Chiara Tenconi.

“Il gioco d’azzardo patologico ha effetti devastanti sulle persone che ne diventano dipendenti, oltre che sulle loro famiglie e sulle reti di relazioni – spiega il parroco don Paolo Gessaga – E’ davvero importante parlarne, perché si tratta di un fenomeno che coinvolge le persone in diverse fasi della vita. Non esclusi i giovanissimi. La ludopatia è una malattia a tutti gli effetti e va trattata come tale. Intervenire fin dai primi segnali di problematicità aumenta la possibilità di affrontare la dipendenza nel modo giusto, evitando complicazioni per la vita personale e famigliare. L’incontro è organizzato a conclusione della nostra festa parrocchiale, confidiamo che molti partecipino perché in città il gioco d’azzardo è purtroppo molto diffuso e occorre fare qualcosa per contrastarlo”.

“Sono lieto che una realtà parrocchiale abbia scelto di approfondire quanto da noi comunicato nel convegno del 20 maggio scorso – precisa l’assessore alla Legalità, Nicola Violante – Stiamo intanto avviando un lavoro di formazione nelle scuole cittadine, per coinvolgere docenti, genitori e i ragazzi stessi. Non ci fermiamo. Il Patto di comunità è stato solo l’inizio di un percorso nato per diffondere la consapevolezza che occorre porre un argine alla diffusione dell’azzardo, in ogni sua forma, perché non si creino dipendenze e non ci si trovi davanti ad altri casi di gioco patologico”.

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