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Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

Morimondo val bene una gita fuori porta: tesori a portata di mano ed eccellenze enogastronomiche

(mi-lorenteggio.com) Milano, 13 Febbraio 2024 – Primavera sempre più vicina e voglia di scappare dalla città: a pochi chilometri da Milano la destinazione giusta è in quel di Morimondo. Quando? Domenica 18 Febbraio, complice l’anticiclone di San Valentino che preannuncia temperature primaverili. Dove? Nel borgo città slow e bandiera arancione del circuito Borghi più belli d’Italia.

Alle porte di Milano per una gita fuori porta ricca curiosità e bellezza e occasione per darsi allo shopping enogastronomico a chilometro sincero: dalle 10, in Corte dei Cistercensi come ogni mese i produttori del Mercatino Enogastronomico della Certosa, in trasferta nel borgo arancione con le sue prelibatezze.

Tentazioni e specialità d’eccellenza: le pluripremiate offelle, i salumi classici e d’oca, i formaggi e i vini dell’Oltrepo, il miele, verdure in agrodolce e confetture, distillati, prodotti siciliani, cioccolato, alimenti fermentati e zafferano a chilometro corto da Mornico Losana (Pv).

Morimondo, inoltre, val bene una visita all’abbazia cistercense che sarà possibile con una guida alle 10,30, alle 15 e alle 15,30 (solo su prenotazione scrivendo a fondazione@abbaziamorimondo.it oppure chiamando lo 02 9496 1919) alla scoperta della sua lunga e affascinante storia.

In caso di maltempo la manifestazione verrà annullata.

La storia di Morimondo ruota intorno alla vicende della sua abbazia e dei monaci dell’ordine dei Cistercensi che la fondarono: giunti nel 1134, dodici monaci del monastero di Morimond in Borgogna diedero inizio alla costruzione del monastero, concluso solo nel 1297. La basilica, sorta in periodo successivo alla costruzione del monastero (dal 1182), è oggi il monumento di maggior importanza di Morimondo. Rispecchia il disegno delle chiese cistercensi voluto da S. Bernardo: grandiose e solenni in contrasto con l’austerità e la povertà della vita dei monaci, cui è attribuito il merito di aver intrapreso l’opera di bonifica e valorizzazione agricola del territorio. L’esterno in mattoni è in stile gotico francese con elementi romanico-lombardi; la facciata presenta un taglio a capanna, il portale è preceduto da un pronao (porticato posto davanti alla chiesa) aggiunto nel 1736. Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto definiscono la parte superiore, coronata da una fila di archetti che continuano sui fianchi. L’interno di forma basilicale, a 3 navate su pilastri con volte a crociera, con transetto e abside rettangolare. Opere: entrando a destra si nota una magnifica acquasantiera trecentesca con rosoni e teste fantastiche. Degno di nota il coro, commissionato dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a Morimondo nel 1490, all’intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo concluse nel 1522.

Redazione

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