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“Saloni 2009”. A Palazzo Reale la mostra “Magnificenza e progetto”

(mi-lorenteggio.com) Milano, 21 aprile 2009 – Anche per il 2009 i Saloni proseguono il progetto di cultura e informazione avviato da tempo attraverso quei grandi eventi che collegano l’immagine espositiva e la realtà commerciale con l’arte e la comunicazione.
Quest’anno a Palazzo Reale, dal 22 aprile al 21 giugno, una grande mostra sulla cultura alto-artigianale italiana: cinquecento anni di grandi mobili italiani a confronto. Magnificenza e arte, ma anche semplicità e artigianato: in chiusura, un’installazione video con gli attori Gérard Depardieu e Sergio Rubini.
Un confronto all’americana tra due universi paralleli e lontani nel tempo: quello del mobile classico italiano che prende le mosse dal periodo umanista quattro-cinquecentesco con la propaggine innovativa nell’arredo d’autore settecentesco e impero e quello del design italiano della seconda metà del XX secolo con la riscoperta e la riproposizione di una serie di progetti unici e irripetibili.
Questa la grande mostra voluta da Cosmit e realizzata da Fondazione Cosmit Eventi, in collaborazione con il Comune di Milano, in occasione dei prossimi Saloni 2009, un appuntamento culturale che la manifestazione fieristica offre ormai da anni alla città di Milano, un vero e proprio omaggio alla cultura del progetto.
L’evento, intitolato “Magnificenza e Progetto – cinquecento anni di grandi mobili italiani a confronto”, è una ricognizione-confronto sulle radici alla base della cultura alto-artigianale italiana, la cui complessità e varietà appare come una costante da oltre cinque secoli. La scelta di pezzi unici del periodo classico del mobile si affianca a quella di pezzi altrettanto unici della cultura della produzione industriale.
Per la prima volta opere dovute al genio dei migliori pittori, scultori e architetti classici quali (fra gli altri) Gian Lorenzo Bernini, Filippo Juvarra, Pelagio Pelagi, Filippo Parodi, Andrea Fantoni, Francesco Pianta si confrontano con grandi maestri contemporanei come (ancora ad esempio) Ico Parisi, Gino Sarfatti, Gio Ponti, Andrea Branzi, Angelo Mangiarotti, Alberto Meda, Denis Santachiara, Claudio Salocchi, Alessandro Mendini, Gabetti e Isola, Gaetano Pesce, Ettore Sottsass, Luigi Caccia Dominioni, Eugenio Gerli, Osvaldo Borsani, Achille Castiglioni, Joe Colombo, Marco Zanuso, Antonia Astori.

Opere straordinarie anche per quanto riguarda la provenienza – sia da importanti collezioni private sia da istituzioni museali – come lo stipo di legno impiallacciato di ebano e palissandro con placche e rifiniture di avorio del Victoria and Albert Museum di Londra o l’armadio in ferro e bronzo del Kunsthistorisches Museum di Vienna, il trono del primo Ottocento della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, la scrivania di marmi commessi e metallo dorato della metà del XVIII secolo di Palazzo Reale a Torino fino alla bellissima alcova della Pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo, il tripode del Settecento del Museo di Capodimonte a Napoli, e il divano del Castello Sforzesco di Milano.
Il percorso della mostra si sviluppa attraverso una serie di sale che partendo dalla preziosità di alcuni stipi in pietre dure, metallo ageminato e legni pregiati dello stile tardo cinquecentesco approdano nell’immaginoso mondo degli interni barocchi, dove opere di famosi scultori del legno sono confrontate con quelle di altrettanto celebri intarsiatori. Alle stanze barocche fanno seguito quelle incentrate sulla particolare declinazione che il Rococò e il Neoclassico ebbero in Italia durante la seconda metà del Settecento: trovano così posto, vicino ai mobili intarsiati dai migliori artigiani lombardi e piemontesi, opere in commesso di pietre dure prodotte a Firenze sotto il regno dei Lorena o raffinati oggetti di tartaruga intarsiata in oro eseguiti per Carlo III di Borbone.
A questa sezione segue la sala dedicata alla fortuna che lo stile Impero ebbe in Italia presso le corti governate
dai vari componenti della famiglia Bonaparte. La preziosità e l’unicità dei mobili e degli oggetti è accentuata da un allestimento minimalista e visionario al tempo stesso. Minimalista perché gli unici protagonisti sono i mobili, visionario perché la straordinarietà di ciò che è esposto e del confronto tra l’antico e il contemporaneo sarà emozionante.

Magnificenza e arte, dunque, ma anche semplicità e artigianato. La mostra si conclude infatti con un’installazione video, un breve monologo affidato a Gérard Depardieu, un attore che più di altri, nella vita e nella carriera, ha unito il senso dell’opulenza alla fatica, il talento alla sofferenza. Per questo Cosmit ha pensato a lui, alla sua fisicità, alla sua storia e alla sua capacità espressiva per concludere “Magnificenza e Progetto”. A lui è affidato il breve monologo, una riflessione sul senso degli oggetti e dei capolavori nella nostra vita, “i piccoli grandi pezzi ‘unici’ da usare come finestre per arrivare a nuovi orizzonti”, perché in loro c’è qualcosa di vivo che ci appartiene, perché anche le cose hanno natura e invecchiare è il loro sacrificio”.
Nell’installazione, che occupa una superficie di oltre 30 metri quadrati nella Sala delle Udienze, Gérard Depardieu incontra anche un amico, l’attore Sergio Rubini. Hanno condiviso il set di uno dei film più belli di Giuseppe Tornatore, Una pura formalità, nel 1994.
L’incontro è l’occasione per una lunga chiacchierata su temi legati alla vita, alla bellezza, all’amore di Depardieu per l’Italia, ai luoghi e ai prodotti che l’hanno fatto innamorare del nostro Paese. Ma anche uno scambio di opinioni tra due attori con età e storie differenti, che parlano d’amore, di donne, di talento, di genio e sregolatezza.
Il loro dialogo è accompagnato da sequenze video che raccontano la corsa dell’uomo verso il superamento
dei confini: nell’arte, nel cinema, nella scienza, nella letteratura, nella tecnologia.
La tensione alla magnificenza, al capolavoro assoluto.
Gérard Depardieu legge anche alcuni brani narrativi e poetici, da Flaubert a Rimbaud, in cui gli oggetti, protagonisti
della mostra – inginocchiatoi, specchi, credenze, alcove e librerie – diventano protagonisti.

Redazione

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