Milano, 02 agosto 2009 – Uno striscione verde di 9 metri quadri (2,5 x 3,66) a sostegno dei diritti umani in Iran, con la scritta “Non lasciamole sole, non lasciamoli soli”, è stato esposto lo scorso 31 luglio 2009 in piazza della Scala sulla facciata di Palazzo Marino dal Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri.
“Milano è vicina al popolo iraniano – ha spiegato il Presidente Palmeri – con un messaggio di pace e di speranza per un futuro di libertà e democrazia. Nei giorni scorsi non c’è stata pietà neppure per chi ha voluto ricordare le vittime dei tragici scontri”.
“Questa iniziativa, decisa all’unanimità dal Consiglio comunale – ha proseguito – muove da ragioni civili e umanitarie particolarmente sentite nella nostra città, patria di Cesare Beccaria: ancora una volta dimostriamo che non esistono confini per il sostegno ai diritti umani nel mondo”.
Si tratta della sesta iniziativa per l’Iran che ha visto coinvolto nell’ultimo mese il Consiglio comunale di Milano: ‘l’Albero della libertà’ donato al Presidente Palmeri dagli studenti iraniani e dai Giovani Ebrei d’Italia (2 luglio), la maratona oratoria in piazza della Scala (2 luglio), l’accensione di dieci candele verdi davanti a Palazzo Marino nel 10° anniversario della grande manifestazione di piazza a Teheran in cui oltre venti ragazzi persero la vita (9 luglio), la fiaccolata pubblica in piazza della Scala (13 luglio), l’approvazione in Aula della mozione per intitolare una via agli studenti iraniani (23 luglio).
Insieme al Presidente Palmeri erano presenti all’esposizione gli studenti iraniani a Milano e i consiglieri comunali Carola Colombo, Marco Cormio, Andrea Fanzago, Alberto Garocchio, Giuseppe Landonio, Patrizia Quartieri e Claudio Santarelli.
Il Presidente Palmeri ha ricordato che dal 23 giugno 2006, data di inizio della consiliatura, il Consiglio comunale ha esposto altri cinque striscioni su Palazzo Marino per la liberazione di Daniele Mastrogiacomo (14 marzo 2007), Padre Bossi (6 luglio 2007), Aung San Suu Kyi (29 ottobre 2007), Ingrid Betancourt (8 marzo 2008) e per i cooperanti rapiti in Somalia (29 luglio 2008).
Redazione