Milano, 10 agosto 2009 – Regione Lombardia prepara il debutto dei Distretti agricoli, strumenti – sul modello dei distretti e meta-distretti industriali – di competitività per le imprese e per l’intero territorio lombardo.
Una delibera proposta dall’assessore all’Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, approvata dalla Giunta, definisce i requisiti attuativi di legge per l’accreditamento dei Distretti agricoli.
Spiega l’assessore: "La Regione avvia una fase nuova per il sistema agroalimentare lombardo che comprende le produzioni certificate e tutelate e le produzioni tipiche o tradizionali".
Dei circa 150 prodotti agroalimentari italiani riconosciuti a livello comunitario con i marchi DOP e IGP, 25 sono prodotti in parte o esclusivamente in Lombardia. Di questi, 24 sono già registrati e 4 sono in "protezione transitoria" garantita dal Ministero per le Politiche agricole, agroalimentari e forestali.
Le filiere interessate sono quelle relative a: lattiero-caseario con 11 formaggi; carne con 9 prodotti; olio d’oliva con 2 oli; frutticola con 2 prodotti. Poi, sul fronte vino, le produzioni viticole regionali si distinguono per la loro caratteristica di eccellenza e l’elevata incidenza di denominazioni geografiche riconosciute: 5 DOCG, 14 DOC, 14 IGT.
"La costituzione di Distretti agricoli – sottolinea Ferrazzi – permette di mettere in atto strategie integrate e condivise a livello di intera filiera o di territorio, di promuovere nuovi fattori di competitività e di contrastare efficacemente il rischio di marginalizzazione territoriale subita dal settore agricolo e agroindustriale".
In pratica Regione Lombardia accrediterà il Distretto sulla base di istanze presentate da gruppi di imprese che illustrino la rappresentatività in termini di numero di imprese aderenti, di significatività a livello settoriale o territoriale, di disponibilità del patrimonio scientifico e tecnologico.
"I distretti – conclude Ferrazzi – dovranno nascere con l’obiettivo di creare interrelazioni e interdipendenze produttive tra le imprese agricole e agroalimentari e possono rappresentare un’opportunità di sviluppo per produzioni certificate e tutelate, per realtà agricole caratterizzate da un’identità storica e territoriale o per comparti agroindustriali a elevata specializzazione".
Redazione