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Inceneritore di Opera verso il dietro front

Opera, 7 giugno 2010  -Si allarga il fronte del no all’inceneritore di Opera, progettato e proposto da Amsa, che sarà discusso mercoledì 9 nella Conferenza dei Servizi organizzata in Regione Lombardia. Al tavolo istituzionale siederanno i rappresentanti della Regione, della Provincia, dei Comuni di Milano, Opera e Rozzano, del Parco Sud e dell’Amsa.
I pareri contrari sembra che stiano aumentando e proprio la marcia su Milano, appena organizzata a Opera, pare che abbia prodotto alcuni importanti risultati ed, infatti, nello stesso giorno della manifestazione, con cui il Sindaco di Opera Ettore Fusco ha messo in ginocchio il sud Milano paralizzandone il traffico su Via Ripamonti, Valtidone e Tangenziale Ovest, il Presidente della Provincia Guido Podestà ha rilevato la necessità di individuare per l’inceneritore un’area al di fuori del Parco Agricolo Sud Milano. Quindi non a Opera.
Sulla stessa linea sembra si stiano orientando anche i vertici della Regione Lombardia che oggi valutano aree alternative poiché si sono resi conto che in quella individuata da Amsa, zona agricola tra Milano e Opera, non vi è compatibilità ambientale e c’è carenza di infrastrutture come è stato dimostrato proprio in occasione del corteo di giovedì quando, con un presidio di mille persone, è rimasto bloccato il traffico con notevoli disagi alla circolazione.
“Se la marcia su Milano di giovedì ha prodotto questo risultato – commenta il Sindaco di Opera Ettore Fusco – questo significa che c’è ancora una certa attenzione agli umori della gente e siamo pertanto fiduciosi, riponendo le nostre speranze nell’operato della Regione Lombardia, che grazie all’intesa politica si possa risolvere la vicenda evitando uno sfregio al nostro territorio vissuto da persone che – conclude il Sindaco – hanno dimostrato già più volte di essere attente a quanto gli accade intorno ed intransigenti nella difesa ad oltranza dei propri diritti”.
A Opera, in effetti, c’è stata un’escalation nella protesta. Partiti il 12 aprile con una dimostrazione dei quattro sindaci di Opera, Rozzano, Pieve Emanuele e Locate di Triulzi, che hanno simbolicamente piantato un acero accanto all’Abbazia di Mirasole nell’area destinata all’inceneritore, si è passati ad una grande manifestazione sul pratone di Opera il 24 aprile, con duemila persone e dieci amministrazioni comunali, fino alla marcia su Milano che ha portato 1000 persone e dodici comuni del Parco Sud alle 18 di giovedì 3 giugno da Opera fino alla Via Ripamonti di Milano bloccando, per la prima volta, il traffico dell’importante arteria che collega la città al sud paralizzando così la circolazione su Valtidone e Tangenziale Ovest. Un pomeriggio di disagi che ha indotto i vertici provinciali e regionali a fare nuove considerazioni.
Queste premesse lasciano quindi presagire possibili scenari di maggiore incisività qualora non si risolvesse in tempi brevi la situazione che vede Opera minacciata dal paventato inceneritore di Amsa. A Opera non si fa, infatti, mistero dell’altra insurrezione che ha già trascinato la popolazione a spuntarla sulle istituzioni. Proprio l’attuale Sindaco Fusco fu infatti a capo della rivolta che tre anni fa portò all’allontanamento di un campo nomadi voluto invece dall’allora Sindaco e dal Presidente della Provincia Penati con il benestare del Prefetto di Milano Lombardi. Un assedio di quasi due mesi che fece tornare le istituzioni sui propri passi e liberò Opera dallo scomodo insediamento.

V.A.

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