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Ad Assago una mozione per mantenere pubblica l’acqua nel milanese

(mi-lorenteggio.com) Assago, 28 luglio 2010 – Settimana scorsa sono state consegnate in Cassazione 1 milione e 400 mila firme raccolte per indire un referendum contro la privatizzazione dell’acqua, resa obbligatoria entro il 2011 da una legge approvata nel novembre scorso.

Più di 75 mila di queste firme sono state raccolte nella Provincia di Milano, dove il rischio della privatizzazione è ancora più vicino: infatti una delibera dell’Ato del 2004 obbliga a cedere ai privati, entro la fine del 2010, il 40% della società di gestione Amiacque. Per questo Il Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull’acqua ha chiesto ai comuni di votare una mozione (in allegato) che possa scongiurare questa privatizzazione anticipata e mantenere la gestione in mani pubbliche al 100%, in attesa del referendum che darà agli italiani la possibilità di esprimersi su questo tema fondamentale.

Il gruppo consiliare “Raimondo per Assago” ha presentato in Consiglio Comunale la mozione che sarà discussa oggi, mercoledì 28 luglio alle 18, con probabile seconda convocazione per domani, giovedì 29 alle 18.

Come “Comitato per l’acqua pubblica” del Corsichese ci auguriamo che questa mozione sia approvata ad Assago e in tutti i comuni della Provincia di Milano, dove abbiamo un’acqua di ottima qualità e la tariffa più bassa d’Italia, grazie all’efficiente gestione delle aziende pubbliche di proprietà dei comuni, che hanno anche costruito le frequentatissime case dell’acqua.

Speriamo che il Sindaco di Assago Graziano Musella, che è anche presidente della società Amiacque, sia d’accordo a non concedere ai privati la proprietà di una società che ha dato prova di buona gestione.

Faremo pressioni sui Comuni della Provincia di Milano affinchè nella prossima assemblea dell’Ato prevista per settembre ci sia una proroga della scadenza dell’obbligo di privatizzazione al massimo consentito dalla legge Ronchi (31/12/2011), quantomeno per rispetto dei tantissimi cittadini che hanno firmato per il referendum esprimendo la chiara volontà di mantenere in mano pubblica la gestione dell’acqua.

Redazione

 

 

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