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Pirelli segue una strategia aggressiva in Cina

Milano, 30 maggio 2018 – Il mondo dei pneumatici è rimasto molto colpito da quanto dichiarato in una conferenza stampa tenutasi a Pechino l’8 maggio in cui sono stati illustrati i punti focali della probabile acquisizione da parte della Pirelli di una società statale cinese della produzione di pneumatici.

Questa strategia aggressiva ha influito non poco sul morale di altri noti brand poiché la situazione economica emergente che sta caratterizzando il paese asiatico e i profitti sempre più cospicui, che si riescono ad ottenere con gli investimenti, rischiano di mettere in una posizione marginale i suddetti brand a vantaggio proprio dell’azienda milanese.

 

Perché Pirelli mira ad una strategia aggressiva in Cina?

La mossa della Pirelli in Cina per alcune analogie può essere paragonata al consolidamento che ha avuto luogo negli anni ’80 e ’90. Fu allora che Bridgestone acquisì Firestone; che la Goodyear rilevò alcune azioni della Dunlop e che il business di BF Goodrich fu suddiviso.

La Firestone tra l’altro era al collasso quando Bridgestone la implemento nel suo forte marchio. Lo stesso discorso vale per Dunlop e per la statunitense BF Goodrich. I nuovi proprietari pensavano che con questa imponente operazione di mercato avrebbero come minimo raddoppiato i loro profitti, tanto è vero che non esitarono più di tanto per fare degli enormi investimenti e assumere manodopera.

La situazione di Pirelli oggi è completamente diversa, infatti, l’azienda milanese è molto forte e realizza già dei profitti decenti con una base produttiva davvero invidiabile. Di ciò va dato atto al suo CEO, Marco Tronchetti Provera ovvero un uomo che con il suo spiccato fiuto imprenditoriale è riuscito non solo a riportare i quadri aziendali agli antichi fasti, ma a generare profitti tali che gli hanno consentono di eseguire operazioni bomba come quella annunciata in Cina.

 

L’attuale situazione dei pneumatici in Cina

L’ascesa sul mercato delle aziende cinesi produttrici di pneumatici è la logica conseguenza di un’economia in forte sviluppo che ha consentito ai brand interessati di produrre mescole a basso costo. Il loro governo e altri economisti locali nonostante ciò, continuano a dire loro che la tecnologia è il vero problema del paese.

In realtà analizzando a fondo la situazione si evince che effettivamente una certa debolezza nel settore c’è ma soltanto per una mancata o sbagliata azione di marketing. I cinesi, infatti, avranno pure capitali da investire, grandi cervelli sfruttare e manodopera a go go, ma come imprenditori e manager non è che siano molto ferrati.

Il vero problema della Cina nello specifico settore dei pneumatici è che le aziende leader di decenti ne producono soltanto una metà e poi li vendono a prezzi stracciati. L’industria dei pneumatici in Cina grazie a ciò è di gran lunga la più grande al mondo e i responsabili ambiscono a diventare forti come i principali marchi internazionali.

Per raggiungere l’obiettivo hanno capito che il vero cambiamento deve mirare a soddisfare le esigenze e le aspettative del mercato mettendo magari da parte la pur invidiabile tecnologia. Quest’ultima convinzione ha dunque spinto i vertici aziendali delle maggiori case produttrici di pneumatici in Cina a cercare strategie di mercato ben consolidate.



Gli argomenti della conferenza stampa di Pechino

Nella conferenza stampa dei vertici Pirelli tenutasi a Pechino il giorno 8 del mese di maggio di quest’anno, e denominata "New Pirelli” si è parlato proprio della strategia da adottare per sbaragliare la concorrenza nel settore dei pneumatici .

A tale proposito i responsabili della ChemChina, attuale proprietaria del marchio milanese in Cina, si sono dichiarati disponibili a sostenere a tutto campo il brand italiano in questa nuova avventura per incrementare la crescita di tecnologie innovative, prodotti all’avanguardia e servizi di alta qualità.

La loro decisione è dettata dalla consapevolezza che la Pirelli dispone di un polo industriale del tipo 4.0, dove a farla da padrone sono l’alta qualità, la digitalizzazione e l’eco-sostenibilità, ovvero tutti fattori che sulla carta dovrebbero fungere da propulsori per lanciare la strategia cinese "Made in China 2025".

Questo slogan è stato coniato proprio da Ren Jianxin, ovvero il presidente di ChemChina e di Pirelli China, che ha riconosciuto all’azienda italiana le enormi capacità produttive, tecnologiche e strategiche che può offrire e che quindi dovrebbe garantire la sospirata riconversione industriale tale da produrre non più prodotti di livello medio-basso, ma solo di alta qualità.

Quanto dichiarato nel corso della conferenza stampa ha tuttavia reso felici anche i vertici della Pirelli Italia; infatti, lo stesso Tronchetti Provera ha dichiarato che l’azienda guarda con un occhio particolare alla Cina per realizzare uno sviluppo sano e forte in questo grande paese, che nonostante tutto, nell’anno 2107 è riuscito a trarne dei profitti di circa il 18%, con l’apertura di ben 3700 punti vendita. Probabilmente proprio a seguito dei suddetti dati positivi i vertici della Pirelli italiana hanno deciso per l’affondo strategico sul mercato cinese. 

 

 L. M.

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