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Micropenie: due nuove tecniche chirurgiche aprono scenari impensabili

Milano, 20 agosto 2018 – Allungare il pene attraverso l’utilizzo di cellule staminali. È questa l’ultima frontiera in campo medico per chi sogna di avere un pene di dimensioni maggiori. È quanto afferma la società StemProtect, pronta a definire la scoperta come la "nuova era della chirurgia estetica". Si, perché, di fatto, la dimensione dell’organo genitale maschile non è più solo ed esclusivamente un problema di natura medica, ma un vero e proprio business.

Non tutti i maschi che si rivolgono ai chirurghi soffrono di micropenia. È giusto ricordare che questo termine è usato per tutti quei maschi il cui organo produttivo risulta inferiore di 2,5 volte la media (ovvero 8 cm a riposo e 13-17 cm in erezione).  Nonostante ciò, le dimensioni nell’epoca dell’immagine contano eccome. Così, tra chi ha un reale problema e chi vuole solo apparire più virile, ecco che le nuove scoperte scientifiche vengono accolte con soddisfazioni da tutti gli uomini.

La terapia attraverso le cellule staminali prevede l’estrazione di queste dallo stomaco di un uomo, per poi trattarle in laboratorio prima di iniettarle nel membro. Più cellule staminali saranno iniettate, maggiore sarà il risultato, consentendo così di aggiungere i centimetri desiderati. Il costo di tale trattamento è di 5.000 dollari. Bisogna ricordare inoltre, che si tratta di cellule naturali presenti nel grasso corporeo: la tecnica non utilizza riempitivi siliconici o artificiali, il che significa anche minor rischio di complicanze.

La terapia è stata presentata lo scorso anno da un gruppo di ricercatori danesi dell’Odense University Hospital al 32 Congresso dell’European Association of Urology, svoltosi a Londra. Ventuno sono i pazienti che hanno partecipato allo studio e in tutti i casi considerati il problema erettivo era determinato da interventi chirurgici per cancro della prostata. La terapia ha permesso loro di riacquistare la propria carica sessuale e di avere rapporti completi.

Per combattere la micropenia, oltre al trattamento con le cellule staminali ne esiste un altro altamente innovativo. Si tratta di un’operazione chirurgica che permette di ricostruire un pene utilizzando una parte dell’avambraccio. Questa tecnica è stata messa a punto dalla collaborazione tra il reparto di Urologia delle Molinette di Torino e l’Institute of Urology di Londra. Attualmente questa operazione rappresenta l’unica soluzione nei casi di anomalie congenite del pene.

Come funziona? Il pene viene ricostruito a partire da un lembo di cute e di tessuto sottocutaneo con tanto di nervi e vasi sanguigni. Una volta prelevato il tessuto dall’avambraccio – si legge sul sito specializzato Andrologia Internazionale Roma – viene messo nella zona del pene e, tramite una tecnica complessa, è possibile ricostruire sia un glande molto simile a quello originario sia il canale per il passaggio dell’urina. A garantire la funzione erettile del pene è l’installazione di una protesi peniena inserita in un secondo tempo. Il tessuto viene vene a mancare dall’avambraccio viene colmato con un prelievo di cute dalla coscia. Questo tipo di intervento è possibile sia su pazienti affetti da micropenia che da coloro che hanno subito l’asportazione dell’organo genitale ed è considerata molto più sicura e meno invasiva di altre operazioni esistenti.

 

L. M.

 

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