(mi-lorenteggio.com) Milano, 21 novembre 2018 – Per il presidente della Fondazione Don Virginio Colmegna: «La Casa della carità è un patrimonio di Milano. Tutti si assumano la responsabilità di condividere i problemi di chi è in difficoltà e contribuiscano a realizzare l’idea di una città realmente solidale»
Milano, 21 novembre 2018 – La Fondazione Casa della carità compie sedici anni. A ricordare la ricorrenza un incontro con l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini e il sindaco della città, Giuseppe Sala. Il dialogo, in programma mercoledì 21 novembre, alle 18, nell’auditorium della Casa della carità, in via Brambilla 10, a Milano, ha come titolo «La carità al tempo delle paure». Il confronto è preceduto da un intervento del presidente della Fondazione, don Virginio Colmegna.
Il tema della conversazione scaturisce da una citazione del discorso tenuto dal fondatore della Casa della carità, il cardinale Carlo Maria Martini, in occasione del suo saluto alla città, pronunciato al Consiglio comunale di Milano il 28 giugno 2002: «La paura urbana si può vincere con un soprassalto di partecipazione cordiale, non di chiusure paurose; con un ritorno a occupare attivamente il proprio territorio e ad occuparsi di esso». Proprio Martini volle che sindaco e arcivescovo pro tempore fossero i due garanti della Fondazione.
In questi anni, la Casa della carità ha accolto, ospitato e si è presa cura, nella sua struttura di via Brambilla, di quasi 3 mila persone, con l’obiettivo di aiutarle a “uscire” dalla Casa nel più breve tempo possibile, ovvero dotandole di quegli strumenti in grado di realizzare l’autonomia: salute, diritti, lavoro, casa. L’ospitalità praticata dalla Casa ha sempre avuto la caratteristica della “gratuità”, come da indicazione profetica del cardinal Martini. Ciò ha significato dedicarsi alle persone in difficoltà basandosi sul sostegno dei propri donatori e ricorrendo il meno possibile a convenzioni con enti pubblici. Tuttavia, per far fronte alle continue emergenze sociali, negli anni la Casa ha dato vita a diversi progetti, anche in partnership con altri enti del terzo settore, finanziati da bandi e istituzioni. Pertanto, oltre a quella dell’ospitalità vi sono numerose altre attività: da servizi di primissima accoglienza come centro di ascolto, docce e guardaroba a comunità specifiche per donne, per minori e per sofferenti psichici; dal presidio sociale nei centri comunali che ospitano persone sfrattate al seguire gli ex ospiti della Casa inseriti nella rete di appartamenti dove si sperimenta l’autonomia abitativa. In tal senso, nel solo 2017 (come da Bilancio di sostenibilità), le persone aiutate dalla Casa sono state più di 5.500.
Un’altra caratteristica specifica della Casa, determinata sempre dal cardinal Martini, è quella di affiancare all’attività sociale quella di natura culturale. A tal fine, in sedici anni, sono nati l’Accademia della carità, la Biblioteca del confine, il SOUQ – Centro studi sulla sofferenza urbana, il SOUQ film festival, il network nazionale Reti della carità e vengono continuamente proposte decine di eventi, tra cui incontri spirituali, convegni, seminari, corsi di formazione, spettacoli musicali e teatrali, presentazione di libri.
«La Casa della carità – ha dichiarato il presidente don Virginio Colmegna – è un patrimonio della città di Milano. Dalla sua istituzione abbiamo lavorato per compiere il mandato del cardinal Martini, vale a dire praticare ospitalità in gratuità, rispondere alle emergenze sociali promuovendo diritti ed essere laboratorio culturale da cui diffondere i valori della carità. Le istituzioni garanti sono sempre state al nostro fianco ed è a loro che consegnamo il nostro lavoro chiedendo di continuare a sostenerci. Così come come interpelliamo la città tutta, i suoi protagonisti istituzionali, culturali ed economici, persone, enti, imprese, organizzazioni di vario titolo: il supporto alla Casa della carità non è da intendere come mera beneficenza, ma come un’assunzione di responsabilità che riguarda tutti, una presa in carico delle problematiche sociali, una mano tesa alle persone “scartate” dalla società e finalizzata a promuovere e condividere l’idea di una città realmente solidale dove chi ha di più aiuta chi ha di meno a rialzarsi e a riprendere il proprio cammino di vita». (intervento integrale in allegato)
«Mentre siamo pressati dal bisogno immediato – ha dichiarato monsignor Mario Delpini – non cerchiamo di resistere alla logica dell’elemosina e contrastiamo la tendenza a ridurci ad una istituzione assistenziale di supplenza. Rinnoviamo ancora l’impegno a costruire una mentalità ispirata al Vangelo. Nella pratica del buon vicinato, sappiate riconoscere coloro che soffrono e che fanno più fatica a vivere la quotidianità dei nostri giorni come testimoni fedeli al Vangelo».
Il XVI° anniversario della Casa della carità prosegue con altri eventi, che si tengono tra il 22 e il 25 novembre. Giovedì 22 novembre, alle 18, alla Casa della carità, Maris Martini Facchini, sorella del cardinale Carlo Maria Martini, parla del suo libro «L’infanzia di un cardinale. Mio fratello Carlo Maria. Ricordi e immagini di vita famigliare», insieme a don Virginio Colmegna.
Venerdì 23 novembre, dalle 9 alle 13, al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello 2, a Milano, si tiene il convegno «Dalle certezze al dubbio: percorsi di deistituzionalizzazione» sui 40 anni dalla legge Basaglia, cui partecipa tra gli altri Maria Grazia Giannichedda, presidente della Fondazione Franca e Franco Basaglia. Intervengono anche la pastora battista, Anna Maffei, il magistrato Francesco Maisto e il direttore del Piccolo Teatro, Sergio Escobar.
Domenica 25 novembre, alle 12, viene celebrata in Casa della carità la Santa Messa insieme a monsignor Franco Agnesi vicario generale dell’Arcidiocesi di Milano.
Redazione