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PREMIO ‘LOMBARDIA È RICERCA’, SILVIA PRIORI PRESIDENTE DELLA GIURIA: LA PRIMA VOLTA DI UNA DONNA. TUTTI I COMPONENTI

 

L’ASSESSORE F. SALA: L’EDIZIONE 2019 È DEDICATA ALL’INVECCHIAMENTO IN SALUTE

 

(mi-Lorenteggio.com) Milano, 19 febbraio 2019 –  Parte il conto alla rovescia
dell’edizione 2019 del Premio ‘Lombardia è ricerca’ della
Regione Lombardia, dedicato quest’anno a un tema prioritario per
la ricerca medica dei paesi avanzati ovvero l’invecchiamento in
salute, l’healthy aging. I numeri raccontano infatti che in
Italia, come in tutta Europa, negli USA e in Giappone al
progressivo allungarsi della vita media non corrisponde un
benessere altrettanto prolungato, visto che gli ultimi dieci
anni di vita (e anche di più, nel caso delle donne) sono segnati
dalle difficoltà dovute a tutta una serie di patologie croniche.

Il Premio, del valore di 1 milione di euro, verrà consegnato il
prossimo 8 novembre nel corso della Giornata della Ricerca,
ancora una volta al Teatro alla Scala di Milano. Ad assegnarlo
una giuria di 15 top scientist italiani, che si è riunita oggi
per la prima volta a Palazzo Lombardia. Nel corso della riunione
è stata eletta presidente della giuria Silvia Priori.

“Ringrazio molto i colleghi membri della giuria per avermi dato
l’incarico di presiedere questo comitato. E’ un impegno – ha
detto Silvia Priori – di grossa responsabilità per la valenza
che il Premio ha, non solo dal punto di vista economico, ma per
l’importanza del significato di questa iniziativa della Regione
Lombardia. E’ il primo anno che sono parte della Giuria e mi
impegnerò per svolgere al meglio questo compito e a portare,
come negli scorsi anni, ad una scelta inequivocabilmente di
eccellenza”

“Ringrazio la professoressa Silvia Priori per aver accettato il
prestigioso incarico di presidente – ha detto il vicepresidente
della Regione Lombardia e assessore alla Ricerca, Innovazione,
Università, Export e Internazionalizzazione, Fabrizio Sala – per
la prima volta è stata nominata una donna che sarà alla guida
di questo team di scienziati straordinari. A loro il compito di
premiare una scoperta di rilevanza internazionale che abbia un
concreto impatto sul miglioramento della vita dei cittadini.
Quello dell’Healty Aging è un tema molto sentito tra la
popolazione, secondo le statistiche infatti gli ultimi dieci
anni di vita o anche più sono segnati da una serie di patologie,
spesso croniche, che ne compromettono il benessere. In questo
senso incentivare la ricerca di nuove terapie e farmaci diventa
vitale”.

Lo ‘sviluppo e mantenimento funzionale delle abilità che
garantiscono il benessere della persona durante la vecchiaia’,
focus dell’edizione 2019, è infatti un tema quanto mai attuale
se si guarda alle statistiche sulle aspettative di vita. Nel
2015, l’attesa di vita media in Italia ad esempio era di 79,6
anni per gli uomini e di 84,6 anni per le donne. Molto più bassa
però era l’aspettativa media di vita in salute: 70,6 anni per
gli uomini e 73,1 per le donna.
Ecco allora che nuove terapie, farmaci, approcci a queste
patologie e la loro prevenzione diventano una priorità per tutti
i sistemi sanitari, in particolare della zona UE dove la
percentuale di popolazione over 65 è destinata a crescere di
più.

– La certificazione con Blockchain

Alla giuria spetterà di individuare il vincitore tra i nomi che
verranno proposti dagli oltre 1200 Top Italian Scientist (TIS)
attivi negli ambiti delle scienze della vita e presenti nella
‘classifica’ della VIA-Academy – il censimento degli scienziati
e scholar con il maggior impatto in termini di produzione e
citazioni ricevute – con un punteggio pari o superiore a 50.

Ai TIS verrà chiesto di indicare la scoperta a loro giudizio più
rilevante, innovativa e dal maggior impatto sulla vita dei
cittadini nell’ambito della ricerca sull’invecchiamento attivo e
di indicare il nome dello scienziato che ritengono meritevole
del Premio. Non sono ammesse auto candidature.

Quest’anno, per la prima volta, tutti i passaggi del Premio
saranno certificati su una piattaforma regionale con tecnologia
Blockchain, un esperimento unico da parte di una Pubblica
Amministrazione.

– I criteri di formazione della Giuria

Il criterio di selezione è quello che ha già guidato la
composizione delle giurie 2017 e 2018. Il Premio ‘Lombardia è
ricerca’ è dedicato alle Life Sciences e, come previsto dal
regolamento, a far parte della Giuria sono chiamati i
ricercatori con l’h-index più alto nei diversi settori di
riferimento: Biomedical Sciences; Clinical Sciences;
Neurosciences & Psychology; Chemistry, Computer Sciences,
Material & NanoSciences, Natural & Enviromental Sciences.

Negli ambiti scientifici rilevanti per
il Premio si trovano quest’anno molte riconferme. Cinque i nuovi
ingressi di ricercatori al lavoro per lo più in prestigiosi
centri esteri. Eccoli in ordine alfabetico, come riportati nel
decreto regionale di costituzione della Giuria del 15 febbraio.

– presidente: Silvia Priori, cardiologa, ordinario di
Cardiologia all’Università degli Studi di Pavia e direttore di
Cardiologia Molecolare dell’IRCCS Maugeri, centro di riferimento
nazionale e internazionale per la gestione di pazienti affetti
da patologie aritmogene su base genetica. È stata la prima
donna a entrare nel board dell’ESC, la European Society of
Cardiology ed è la scienziata italiana più citata nelle ricerche
internazionali, titolare di tre brevetti, oltre 450
pubblicazioni all’attivo.
– Adriano Aguzzi, docente dell’Ospedale universitario di Zurigo,
tra i massimi esperti di biologia dei prioni, agenti infettivi
responsabili tra l’altro del cosiddetto ‘morbo della mucca
pazza’.
– Giorgio Bernardi, visiting professor Università degli Studi di
Roma Tre, ha pubblicato oltre 400 articoli nel campo della
genomica e dell’evoluzione molecolare.
– Paolo Calabresi, direttore della Neurologia Clinica
all’Università degli Studi di Perugia, la cui ricerca si è
concentrata sulla comunicazione sinaptica tra la corteccia
cerebrale e i gangli della base, con ricadute cliniche
importanti per diverse patologie.
– Federico Calzolari, responsabile ICT della Scuola Normale
Superiore di Pisa, fisico computazionale esperto in simulazioni.
– Carlo Croce, docente alla Ohio State University, oncologo tra
i più citati e premiati al mondo, pioniere della scoperta di
geni responsabili di molte leucemie e linfomi e nell’indicazione
di nuove strade terapeutiche.
– Andrea C. Ferrari, direttore del Cambridge Graphene Center,
esperto di Nanotecnologie e alla guida di un progetto europeo
decennale per lo studio del grafene, il ‘materiale del futuro’
con applicazioni anche in campo biomedicale.
– Luigi Ferrucci, epidemiologo, direttore del National Institute
on Aging di Baltimora, promotore di un nuovo approccio
preventivo alle patologie della terza età, che prevede il
potenziamento di alcuni meccanismi di ‘difesa’ dell’organismo.
– Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia dell’Università
degli Studi di Milano, che dagli anni Ottanta studia la
distribuzione e l’andamento delle patologie tra gli italiani e
che ha poi indagato le cause delle patologie più diffuse, come
tumori e malattie cardiovascolari.
– Michele Parrinello, fisico, docente del Politecnico di Zurigo
e dell’Università Svizzera Italiana di Lugano, creatore del
metodo omonimo per le simulazioni informatiche dei movimenti
molecolari.
– Giuseppe Remuzzi, nefrologo, da oltre 35 anni nome di
riferimento nella ricerca contro le insufficienze renali,
direttore dell’IRCCS Mario Negri e già presidente della Giuria
2018 del Premio.
– Paolo Maria Rossini, direttore della Neurologia del
Policlinico Gemelli e dell’Università Cattolica di Roma, autore
di studi sul ‘connettoma’ ovvero sulle connessioni tra le
centraline del cervello che in caso di malfunzionamento sono
alla base di diverse malattie neurologiche.
– Giacomo Rizzolatti, direttore dell’Unità di Ricerca del CNR
dell’Istituto di Neuroscienze dell’Università di Parma, è lo
scopritore dei neuroni specchio, base fisiologica dell’empatia
umana. Per questo risultato è stato il vincitore della prima
edizione del Premio ‘Lombardia è ricerca’.
– Peter J. Schwartz, direttore del Centro sulle Aritmie
Cardiache di Origine Genetica dell’IRCCS Istituto Auxologico di
Milano, da quasi 50 anni studia tali patologie e le ‘morti
improvvise’. È l’unico ricercatore europeo finanziato dal
governo USA per quarant’anni.
– Claudiu T. Supuran, ordinario di Scienze farmaceutiche
dell’Università di Firenze. Ha pubblicato più di 1500 lavori e
cinque monografie sugli inibitori enzimatici, in particolare
sulle molecole in grado di depotenziare gli enzimi che regolano
il meccanismo di crescita di cellule tumorali.

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