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Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

Giorno del Ricordo: svelato il cippo commemorativo dedicato ai martiri delle foibe e all’esodo giuliano-dalmata posizionato nel parco Fiera Rho

Cerimonia ridotta a causa delle misure anti covid, ma ricca di momenti di grande intensità e commozione

(mi-lorenteggio.com) Rho, 10 febbraio 2021

“Urlavano Italia,
e caddero.
Bruciavano di dolore,
e caddero.
Indifesi e soli,
svanirono in infernali voragini.”
Inizia con la poesia “Foibe” scritta da Ermanno Eandi la targa commemorativa dedicata dal Comune di Rho alle vittime delle Foibe e all’esodo giuliano-dalmata posizionata nel parco Fiera Rho, punto più alto della città: “Da questo luogo così vicino al cielo e da cui si possono contemplare le stelle, la Città di Rho vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe” così recita la seconda parte della targa.

Questa mattina 10 febbraio, Giorno del Ricordo, hanno svelato il cippo il Sindaco Pietro Romano insieme alla Presidente del Consiglio Comunale Marisa Sinigaglia, al Consigliere Claudio Scarlino ed Enrica Baccini, Responsabile Studi e Sviluppo di Fondazione Fiera Milano.

Presenti anche i rappresentanti delle Forze dell’Ordine e dell’Associazione Alpini oltre al vice sindaco Andrea Orlandi e gli assessori Maria Rita Vergani, curatrice della realizzazione e della posa del cippo commemorativo, Valentina Giro e Sabina Tavecchia.

L’Amministrazione rende omaggio con questo cippo alle vittime delle foibe e agli esuli italiani, anche a seguito di una mozione presentata dal Consigliere Claudio Scarlino e votata all’unanimità dal precedente consiglio comunale.

La cerimonia si è svolta in forma ridotta a causa delle misure anti Covid, ma non sono mancati momenti di grande intensità e commozione, in cui sono emersi ricordi di famiglia collegati all’esodo.

 

“E’ giusto che anche Rho ricordi le vittime delle foibe con un monumento a loro dedicato – afferma il Sindaco Pietro Romano -. Da pochi anni si celebra il Giorno del Ricordo in memoria di quasi ventimila italiani che morirono nelle foibe. A questi si aggiungono le migliaia di persone che hanno dovuto abbandonare all’improvviso le proprie case e hanno dovuto ricostruire una nuova vita, non facile e densa di difficoltà e amarezza. Ringrazio l’Assessore Maria Rita Vergani per essersi occupata della realizzazione del cippo e soprattutto di aver proposto di posizionarlo in cima alla collina più alta della città, nel parco Fiera Rho, come messaggio simbolico a non lasciare mai più morire le persone in fondo a una foiba. Ringrazio per la sua presenza la dott.ssa Enrica Baccini di Fondazione Fiera Milano, a cui dobbiamo la realizzazione del parco e della scritta RHO che è diventato ormai un elemento distintivo della nostra città. Un ringraziamento va anche alle Forze dell’Ordine e a tutti i presenti a questo breve momento dedicato alla memoria. Speriamo vivamente di poter presto commemorare il Giorno del Ricordo con maggiore enfasi allargando la partecipazione a tutta la cittadinanza ”.

Enrica Baccini ha espresso il suo apprezzamento all’iniziativa: “Sono particolarmente emozionata di partecipare a questo momento dedicato alle vittime delle foibe e anche agli esuli. La mia famiglia ha vissuto la drammatica esperienza dell’esodo. Sono quindi grata al Comune di Rho per la sensibilità dimostrata su questo evento storico che ha causato molto dolore”.

“Anche se il tema divide ancora, le vittime delle foibe e la tragedia degli italiani costretti all’esodo dalle ex provincie della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia meritano, esigono, di essere ricordati – dichiara Marisa Sinigaglia Presidente del Consiglio Comunale -. Per molto tempo questa tragedia restò confinata nel mondo dell’oblio. Dopo circa 60 anni si è arrivati al 2004 con la legge Menia (dal nome del deputato triestino Roberto Menia che la propose) che istituiva il Giorno del Ricordo. La data prescelta, il 10 febbraio, è il giorno in cui nel 1947 furono firmati i trattati di pace di Parigi che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnero, la città di Zara con la sua provincia e la Dalmazia. La giornata di oggi deve essere non solo il ricordo di una tragedia, ma anche l’occasione per riflettere sulle storture che l’odio fra le persone e i popoli può generare. Rimarrà sempre nella nostra mente l’immagine del presidente della Repubblica Slovena Borut Pahor e del nostro presidente Sergio Mattarella che il 14 luglio scorso, mano nella mano, deponevano una corona di fiori alla foiba di Basovizza. Ricordare per non odiare, ma per non dimenticare gli orrori e non ripetere gli errori!”

Conclude il consigliere comunale Claudio Scarlino: “Mio nonno, anche lui esule, sarebbe contento di sapere che la Città di Rho ricorda tutte le vittime e le tante persone che hanno sofferto per aver dovuto lasciare la propria casa. Sento ancora la sua voce e i suoi racconti di quelle terre e della nostalgia di casa. Ringrazio di cuore tutto il Consiglio comunale che ha votato all’unanimità la mia mozione a dedicare un monumento alle vittime delle Foibe e all’esodo giuliano-dalmata. Un gesto di grande significato e civiltà”.

Il 10 febbraio si commemora il Giorno del Ricordo, una ricorrenza istituita con la legge n. 92 del 30.3.2004, per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di pace, che assegnava alla Jugoslavia l’Istria e la maggior parte della Venezia Giulia.

Si tratta di una delle pagine più buie della storia contemporanea: tra il 1943 e il 1947 oltre 10mila persone furono gettate vive o morte nelle foibe, le cavità carsiche ai confini orientali per volere del maresciallo Tito, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia.

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