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mercoledì, Maggio 15, 2024

Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

Dal Campus della Pace di Gratosoglio un premio per i piccoli atti di pace che cambiano il mondo

Nasce l’International Peaceful Act Prize GIVE PEACE A CHANCE

È possibile candidare i “Peaceful Act” sulla piattaforma peacefulact.org dal 12 luglio al 30 settembre

Una Giuria Internazionale aggiudicherà il premio ai tre migliori progetti in una cerimonia che si terrà a Milano e online a novembre 2021

(mi-lorenteggio.com) Milano, 12 luglio 2021. Le periferie del mondo sono un luogo generativo di una nuova primavera culturale in cui si celano tanti piccoli gesti e progetti che riescono a dar vita a processi virtuosi, abbattendo muri e favorendo percorsi di riconciliazione e incontro. Iniziative che superano le contrapposizioni razziali o religiose, promuovendo l’integrazione e permettendo la nascita di una rigenerazione sociale.

Dall’esperienza del Campus della Pace, che dal 2015 coinvolge ogni anno i giovani del quartiere Gratosoglio di Milano, nasce l’International Peaceful Act Prize GIVE PEACE A CHANCE. Un riconoscimento che vuole favorire l’individuazione di questi progetti di pace per potergli dare risalto e incoraggiarne la riproduzione in altri contesti. L’iniziativa si propone infatti di premiare, a complemento dell’operato del Nobel per la pace, gli sconosciuti, gli umili che spesso portano avanti i propri progetti in silenzio, senza realizzare che con i loro comportamenti virtuosi stanno cambiando il mondo.   

Un Peaceful Act, più che un’azione singola, è un processo, realizzato nel corso del 2020, che ha favorito, innescato, in qualsiasi parte del mondo, piccole o grandi azioni di pace intese come la capacità di evitare o ricomporre situazioni di conflitto tra due o più persone, due o più gruppi, due o più nazioni, due o più religioni.

Chiunque, ovunque viva, può mettersi a osservare, scoprire, descrivere, documentare, registrare e alla fine postare sulla piattaforma peacefulact.org azioni, eventi, operazioni accadute nel 2020, diventando così Peace Evangelist, ovvero lo sponsor dell’azione di pace. Una Giuria Internazionale aggiudicherà il premio ai tre migliori Atti di Pace in una cerimonia che si terrà a Milano e online a novembre 2021.

Don Giovanni Salatino, co-ideatore dell’iniziativa e Vicario Parrocchiale con incarico di Pastorale Giovanile presso la Parrocchia di Gratosoglio, ha dichiarato: “Le periferie, spesso dimenticate se non quando il loro nome è associato a fatti di cronaca spiacevoli, sono un melting pot in cui si incrociano persone che per motivi diversi si ritrovano ai margini. L’esperienza del Campus della Pace ci ha insegnato che il dialogo fra queste marginalità, dare voce a chi pensa di non poterla avere, favorire l’incontro e lo scambio reciproco, sono essenziali per favorire la coesione sociale e trasformare le periferie in luoghi di rinascita culturale. Con questo premio vogliamo dare risalto a tutti i progetti e le persone che nel mondo stanno lavorando affinché ciò avvenga”. 

È possibile candidare i Peaceful Act dal 12 luglio al 30 settembre tramite la piattaforma peacefulact.org. È inoltre possibile sostenere il progetto partecipando alla campagna di fundraising GIVE PEACE A CHANCE – Peaceful Act Prize.

L’International Peaceful Act Prize GIVE PEACE A CHANCE è realizzato con il supporto di sua Eccellenza Monsignor Mario Delpini Arcivescovo di Milano, Istituto missionario Comboniano, Iscos Lombardia, Associazione Piccolo Principe, Associazione Care the People, Comunità Pastorale Maria Madre della Chiesa e San Barnaba in Gratosoglio. È un progetto Scholé realizzato con il supporto di Impresa Sociale Con I Bambini.

L’International Peaceful Act Prize GIVE PEACE A CHANCE si propone di rintracciare e valorizzare tutti quei progetti di pace che, nelle periferie del mondo, hanno avuto la capacità di generare dei processi virtuosi per abbattere muri e sostenere percorsi di riconciliazione, superare contrapposizioni razziali o religiose, promuovere integrazione e infine configurare una rigenerazione sociale. La sfida è duplice: raccogliere la narrazione e la documentazione relativa a questi processi da parte di comuni cittadini che decidono così di diventare ambasciatori di pace – evangelist – e dall’altra metterli in evidenza e per quanto possibile modellizzarli.

V.A.

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