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Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

45° anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione degli agenti della sua scorta

(mi-lorenteggio.com) Milano, 16 marzo 2023 -Questa mattina a Roma, in via Fani, sono stati commemorati i caduti della strage del 16 marzo 1978, giorno in cui fu rapito l’allora presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro.

La scorta dello statista fu trucidata da un commando di terroristi delle Brigate Rosse: il vicebrigadiere di pubblica sicurezza Francesco Zizzi, le guardie di pubblica sicurezza Raffaele Iozzino e Giulio Rivera, il maresciallo maggiore dei carabinieri Oreste Leonardi e l’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, persero la vita sotto la pioggia di colpi sparati dai brigatisti.

Sul luogo della strage sono state deposte delle corone d’alloro da parte del presidente della Repubblica, degli altri organi costituzionali dello Stato e delle Autorità locali.

Un picchetto d’onore interforze, composto da rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, ha reso onore ai valorosi uomini dello Stato caduti in via Fani, mentre le autorità deponevano le corone e un trombettiere suonava il Silenzio d’ordinanza.

I 3 giovani poliziotti, il 16 febbraio del 1979, furono insigniti della Medaglia d’oro al Valor civile, e i loro nomi sono incisi anche nelle piccole lapidi del Sacrario presente alla Scuola superiore di Polizia.

«Sono trascorsi quarantacinque anni da quel 16 marzo del 1978 quando a Roma, in via Fani, i terroristi delle brigate rosse rapirono Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, assassinando ferocemente i cinque componenti della sua scorta.

Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino sacrificarono la propria vita per proteggere lo statista democristiano, poi barbaramente ucciso il 9 maggio di quello stesso anno.

Una pagina drammatica della storia repubblicana che ebbe un impatto profondo sulla politica italiana e ancor oggi rappresenta uno fra i momenti più dolorosi della storia del nostro Paese.

È nostro dovere oggi ricordare e onorare il sacrificio di chi pagò il prezzo più alto per difendere eroicamente la Democrazia e le Istituzioni che la rappresentano.

La memoria di quegli eventi e degli Uomini che, in anni bui, hanno combattuto per custodire la nostra Repubblica contro ogni tentativo di destabilizzazione, rimane un riferimento forte per tutti coloro che, ogni giorno, operano per riaffermare i valori di libertà e giustizia.

Con profonda e immutata commozione rivolgo il mio memore pensiero alle vittime e la vicinanza, mia personale e del Ministero dell’interno tutto, ai loro familiari».

Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in occasione del 45° anniversario del rapimento del Presidente Aldo Moro e dell’eccidio di via Fani.

Quel giorno di 45 anni fa, in via Mario Fani, un commando delle Brigate Rosse bloccò l’auto sulla quale viaggiava l’onorevole Moro con due uomini della scorta e l’altra auto con a bordo gli altri tre addetti alla tutela dell’uomo politico. In meno di due minuti furono esplosi circa novanta colpi di armi automatiche, e più di quaranta colpirono e uccisero i cinque uomini della scorta. Moro fu trascinato via e, dopo 55 giorni, fu ucciso.

Il 9 maggio 1978 il corpo senza vita dello statista fu fatto ritrovare nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a Roma.

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