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Usmate. “Io sono qui”: spettacolo teatrale in occasione del 25 novembre

(mi-lorenteggio.com) Usmate con Velate, 11 novembre 2023 – In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Amministrazione Comunale di Usmate Velate propone alla cittadinanza lo spettacolo teatrale “Io sono qui – La Monaca di Monza”, spunto di riflessione sul tema del potere, della solitudine, del senso di una vita “piena soltanto di vuoto”.
Lo spettacolo, ad ingresso libero, si terrà sabato 25 novembre alle 21 presso l’auditorium delle scuole secondarie di primo grado “Bernardino Luini” e si inserisce nel percorso di iniziative che il Comune ha, negli anni, proposto alla cittadinanza per sensibilizzare su un tema delicato e tristemente noto alle cronache.
“Nella giornata che ci invita a ricordare le vittime di maltrattamenti, abusi e femminicidi e che sprona tutti noi ad impegnarci attivamente per combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere, l’Amministrazione Comunale propone uno spettacolo per riflettere sul tema dell’identità della donna e dei suoi spesso complessi rapporti con la società in cui si trova – riflette il Sindaco Lisa Mandelli – Il nostro impegno non si esaurisce alla giornata del 25 novembre, ma procede con segni tangibili come la panchina rossa in Piazza Pertini che ricorda, ogni giorno dell’anno, la possibilità per le donne vittime di violenza fisica o psicologica di rivolgersi a chi le può davvero aiutare”.
“Io sono qui”, ispirato all’opera di Alessandro Manzoni, agli atti del processo e ad altri autori, è a cura di Gian Luca Favetto con Lilli Valcepina e luci di Andrea Violato.
Chi è la Monaca di Monza? È una persona e un personaggio, figlia del conte Martino de Leyva, di Alessandro Manzoni e del nostro immaginario. Anzi, è un personaggio in cui convivono più persone, tutte le persone che è stata, che è e sarà nella lettura dei suoi contemporanei e dei posteri.
È, dunque, Marianna, e Virginia, e anche Maria, e poi Gertrude. È bambina, fanciulla, conversa, suora, amante, beata e libertina. È una sola moltitudine. La sua identità è sbriciolata in più destini. Soltanto la parola può riunire la famiglia di personalità che la abita. E lei è anche Lilli, che indossa le differenti maschere, le fa incontrare in scena, le incarna e le rivela, le ascolta e dà loro voce.
Attraverso l’attrice, la Monaca di Monza si presenta e rappresenta. Fa propri i racconti altrui. Attraverso le parole che pronuncia, ricompone in un mosaico i vari frammenti delle sue molte esistenze. Discute con sé stessa, si confessa. Cerca di capire, di capirsi. Ricuce insieme le sue anime di bambina, orfana, ribelle, penitente, in un unico cuore, un’unica voce.
È così che riunisce in un solo tempo – il tempo del teatro, che è quello della condivisione – passato, presente e futuro, letteratura e vita, immaginazione ed esperienza reale, cronaca e leggenda. È così che diventa lamonacadimonza, specchio delle nostre debolezze passioni paure ferite desideri ambizioni.

Redazione

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